Cinque gruppi camorristi si erano alleati per gestire meglio l'importazione e lo spaccio di droga (eroina, cocaina, marijuana e hashish):
Il gruppo che faceva riferimento a Luigi Giggino 'o luongo Aliberti, prima vittima della faida di Secondigliano, che controllava la zona 167 di Scampia.
Il gruppo che era controllato da Fulvio Fulvietto Montanino, a cui é attribuito l'omicidio dell'Aliberti e che era considerato molto vicino a Cosimo Di Lauro e che, probabilmente proprio per questi motivi, cadde sotto i colpi degli scissionisti, attivo in via Bakù, zona 'a campa, sempre a Scampia.
Il gruppo che aveva come referenti Vincenzo Bocchetti, Vincenzo Sacco e Gaetano Manzo, attivo a San Pietro a Patierno e a Casoria.
Il gruppo di Vincenzo Mattera, attivo in Fuorigrotta e Agnano.
Il gruppo che era diretto da Gennaro Catalano, vicino ai Contini, ucciso nel febbraio 2007, attivo ai Ponti Rossi.
Il tutto é cominciato con indagini sull'attività di Tommaso Boccia e Carmine Dentano, che risultò tenessero i contatti tra diverse organizzazioni criminali italiane e straniere. Da questi si sono individuati un numero di consumatori/spacciatori di sostanze stupefacenti, come Vincenzo e Antonio Rinardi (padre e figlio), Carlo Panebianco e Antonio Napoli.
In seguito sono emersi rapporti tra questi ed esponenti del clan Di Lauro, del clan Licciardi e dell'alleanza di Secondigliano, che hanno portato ad identificare i gruppi dediti al commercio di stupefacenti, sopra indicati.
fonte: virgilio
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