La disomogeneità delle forme criminali campane é un carattere strutturale sistematico, che finisce per costituire un punto di forza della camorra.
A Napoli e dintorni, il modello vincente é quello gangsteristico, con equilibri instabili e un rapido cambiamento nelle alleanze con un alta conflittualità. A Salerno esisono alcune strutture malavitose stabili nel tempo, anche se sembra che stiano emergendo nuove realtà, mentre la provincia é influenzata dalla situazione napoletana. Instabile la situazione a Benevento, mentre ad Avellino, soprattutto per quanto riguarda il Vallo di Lauro ed il comune di Quindici, si notano strutture stabili. A Caserta, e soprattutto nell’Agro Aversano, domina il sistema camorrista, quasi esclusivamente riconducibile al cartello dei casalesi.
I casalesi sono nati come confederazione di famiglie camorristiche di Casal di Principe si é sviluppata fino al punto di stabilire contatti significativi con esponenti imprenditoriali e dell'amministrazione locale. Si sono espansi nell'intera provincia e nel basso Lazio, inducendo una collusione passiva nella società civile.
Sodalizi attivi in Campania:
- Napoli città: 35 + 5 minori
- Napoli provincia: 41 + 14 minori
- Avellino e provincia: 4
- Salerno e provincia: 13
- Caserta e provincia: il cartello dei casalesi, da cui dipendono vari gruppi
Nell'area occidentale di Napoli (Pianura, Soccavo, Rione Traiano, Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano) si segnala l'attrito tra gli Esposito e i D'Ausilio.
Nell'area settentrionale di Napoli (Secondigliano, Scampia, Miano, Piscinola, Chiaiano e S. Pietro a Patierno) continua la guerra di camorra iniziata nel 2004 tra i Di Lauro e gli scissionisti (che includono gli Abbinante, i Prestieri e gli Amato-Pagano). Una serie di arresti (Vincenzo Licciardi all'inizio del 2008, poi Patrizio Bosti, Antonio Di Giovanni e Giuseppe Pellegrino in agosto) ha causato una sorta di riflessione critica che ha portato ad un rallentamento delle operazioni militari. Relativamente pochi sono, infatti, gli omicidi registrati nel periodo:
- Ciro Maisto, 6 agosto, ritenuto affiliato ai Di Lauro
- Antonio Vizzaccaro, 27 novembre, ritenuto affiliato a un gruppo staccatosi dai Licciardi
- Carmine Ronaldo Guerriero, 23 dicembre, ritenuto affiliato agli Amato-Pagano
- Antonio Pitirollo, 29 dicembre, che aveva già subito un attentato a inizio anno
Gli Elia sarebbero in contrasto con il gruppo emergente dei Ricci che godrebbero dell'appoggio dei Sarno di Ponticelli e avrebbero inglobato alcuni ex affiliati ai Mazzarella e un clan della zona Torretta che sarebbe guidato da un elemento della famiglia Frizziero.
Sembra che questo fatto sia parte del disegno dei Sarno di costituire una sorta di cartello malavitoso operante nel centro cittadino.
Principali fatti di sangue segnalati:
- inizio novembre: agguato a Gioacchino Cantone, ritenuto affiliato ai Mazzarella, morirà nel giro di una settimana per le ferite riportate.
- 23 novembre: omicidio di Ciro Persico, ritenuto affiliato ai Mazzarella
- 5 dicembre: omicidio dell'avvocato Antonio Metafora, ad opera di un Licciardi
Si segnala il contrasto tra i Rinaldi e gli Altamura, precedentemente alleati, per il controllo del Rione Villa a San Giovanni a Teduccio.
Nella provincia occidentale (Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno) domina il cartello costituito dalla famiglie Longobardi e Beneduce. La novità é che una operazione dei carabinieri ha fornito evidenze dell'esistenza di un patto tra i Longobardi e i Sarno.
Nella provincia settentrionale (Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli, Qualiano, Afragola, Caloria, Calandrino, Melito, Acerra) si sono sentiti gli effetti della faida che si consuma nei vicini quartieri di Scampia e Secondigliano. Anche qui i fatti di sangue si sono relativamente ridotti, questi i principali:
- 7 luglio: ferimento di Ernesto Castaldo
- 17 luglio: omicidio di Vincenzo Sinno, ritenuto affiliato ai Moccia e ferimento di Vincenzo Valentini, che morirà tre giorni dopo in seguito alle gravi ferite
- 25 agosto: ferimento di Antonio De Rosa
- 29 agosto: ferimento di Massimo Marino
- 5 settembre: omicidio di Ferdinando Vitale, ritenuto affiliato ai Moccia
- 2 ottobre: omicidio, probabilmente per uno scambio di persona, di un incensurato
- 8 ottobre: ferimento di Ippolito Castrese, ritenuto affiliato ai Polverino
- 21 novembre: omicidio di Luigi Angelino, ritenuto contiguo ai Moccia
Ma ci sono altre organizzazioni criminali che scalpitano per affermarsi nella zona:
- i Moccia di Afragola cercano di estendere il loro controllo su Cimitile, Camposano, Cicciano, Comiziano e Roccarainola
- i Pianese-Somma-La Marca collaborano con il clan di Mario Fabbrocino nella zona di Piazzolla di Nola
- i Rega e gli Ianuale, vorrebbero controllare Brusciano, Mariglianella e Castello di Cisterna
- gli Arlistico operano in Somma Vesuviana e Pollena Trocchia
- i mariglianesi hanno cercato di riprendersi Marigliano dopo che alcuni esponenti dei Mazzarella sono stati arrestati
- i Sangermano, ritenuti fedeli ai Russo, hanno una forte influenza su San Paolo Belsito e Liveri
- si pensa che i Fabbrocino abbiano interessi in Palma Campania
- i Sarno di Ponticelli sarebbero attivi a San Vitaliano, come risulterebbe dall'indagine relativa all'operazione Scacco che ha colpito una frangia dei Panico-Perillo-Sarno
- i Cava, predominanti a Quindici, vorrebbero estendersi nell'Agro Nolano, a Piazzolla di Nola e a Palma Campania
se Portici é controllata dai Vollaro, ad Ercolano si contrappongono gli Ascione e i Birra-Iacomino che sono coinvolti in una faida che dura dal 2001, in queste zona abbiamo avuto tra l'altro:
- il 16 luglio l'omicidio di Giovanni Bonocore, ritenuto affiliato ai Vollaro
- il 1° ottobre l'omicidio di Salvatore Scognamiglio, ritenuto affiliato ai Birra
A Torre Annunziata sono presenti due organizzazioni contrapposte, i Gallo-Cavalieri e i Gionta-Chierchia. Un solo omicidio segnalato, quello di Giuseppe Gallo, il 3 luglio.
Pompei é sotto il controllo dei Cesarano.
I D'Alessandro del rione Scanzano sono egemoni a Castellamare di Stabia e nel territorio di Casola, Agerola e Gragnano, nonostante ciò sono stati registrati questi omicidi:
- il 28 ottobre sono stati uccisi Carmine D'Antuono, ritenuto già affiliato agli Imparato di Castellamare, e Federico Donnarumma
- il 5 dicembre é stato ucciso Nunzio Mascolo, ritenuto affiliato ai D'Alessandro
Dominano in quest'area i casalesi, strutturato operativamente in numerose famiglie che riconoscono l'autorita degli Schiavone-Bidognetti. Nonostante i numerosi arresti, il centro decisionale resta a Casal di Principe, ora attribuito a Giuseppe Peppe 'o padrino Russo.
- Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco Bidognetti, controlla Parete e Lusciano
- Antonio 'o ninno Iovine a capo dei san ciprianiesi controlla San Cipriano d'Aversa, nella stessa zona opera Giuseppe Peppinotto Caterino, ritenuto vicino a Francesco Schiavone
- Michele Zagaria avrebbe il controllo di Casapenna
- i Papa controllano Sparanise e Pignataro Maggiore
- i Della Volpe operano ad Aversa e nell'agro verso Napoli
- i Marano sono predominanti a Trentola Ducenta e Teverola
In questo contesto va considerata la strategia terroristica della fazione scissionista dei casalesi, capeggiata da Giuseppe Setola, responsabile di efferate azioni di fuoco volte a rimarcare il predominio sul territorio. Il 30 settembre, però, sono stati arrestati importanti elementi di quello che sarebbe stato il gruppo di fuoco e di fiancheggiatori del Setola, Alessandro o' sergente Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, riducendo l'operatività di questa fazione.
Altri clan che fan parte del cartello dei casalesi sono:
- i La Torre operanti a Mondragone, Falciano del Massico ed in alcuni Comuni del basso Lazio
- il clan diretto da Mario Esposito opera in Sessa Aurunca e comuni limitrofi
- i Martino e i Farina dominano in accordo a Maddaloni e zona
- i Massaro sono presenti in Arienzo e a S.Felice a Cancello
- i Perreca operano a Recale
- i Bifone controllano Portico di Caserta
- Marcianise é contesa tra i Belforte e i Piccolo
- 11 luglio, Castelvolturno, omicidio del padre del sindaco di Calvizzano
- 5 agosto, Castelvolturno, omicidio di due pregiudicati albanesi
- 18 agosto, Castelvolturno, ferimento di sei nigeriani
- 21 agosto, San Marcellino, omicidio di un pregiudicato albanese
- 12 settembre, San Marcellino, omicidio del titolare di un'azienda e un suo dipendente
- 18 settembre, Castelvolturno, omicidio di un pregiudicato
- 18 settembre, Castelvolturno, omicidio di sei africani, un settimo resta gravemente ferito
- 20 settembre, Cesa, ferimento di un imprenditore che aveva denunciato i suoi estortori
- 20 settembre, San Marcellino, tentato omicidio con movente non chiarito
- 5 ottobre, Casal di Principe, omicidio di Stanislao Cantelli, zio di due collaboratori di giustizia
- 14 ottobre, Marcianise, ferimento di un imprenditore
In città continua a dominare il clan D'Agostino, nonostante i numerosi arresti e le pesanti condanne comminate a membri del sodalizio criminale.
In provincia si nota la progressiva affermazione dei Lamia (nome del quartiere di Pagani ove operano le due famiglie alleate dei Fezza e dei D'Aura), a scapito dei rivali storici Contaldo. A proposito dei Contaldo si nota come sia emersa una loro connessione con i casalesi.
Tra gli arresti eseguiti nel periodo, si segnala la cattura di Tommaso Fezza, elemento ai vertici dei Lamia.
A Sarno sarebbe stata confermata la penetrazione dei Graziano di Quindici.
A Scafati é endemica l'influenza di clan della provincia napoletana
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