Operazione Benny

Un ordinanza di custodia cautelare in carcere per Benedetto Benny Valenza, 47 anni, e tre di restrizione ai domiciliari per Salvatore Lo Bello, Salvatore Timpa e Francesco Romano, il sequestro di cinque impianti e una società di trasporti, questi i risultati dell'operazione Benny, svolta dai carabinieri di Monreale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (DDA), che ha preso il nome dal soprannome del principale indagato.

L'accusa é quella di contiguità alla mafia e l'uso di calcestruzzo depotenziato, ovvero di qualità inferiore rispetto agli standard di legge.

Il Valenza, che sarebbe figlio e nipote di esponenti mafiosi del mandamento di Partinico - Borgetto collegati ai tempi al fu boss Gaetano don Tano Badalamenti, sarebbe stato segnalato in passato per la sua vicinanza ai Vitale Fardazza, famiglia mafiosa di Partinico considerata emergente. Questa sua contiguità gli sarebbe costata il sequestro nel 2001 di appezzamenti di terreno, di 5 imprese tra cui la Calcestruzzi del Golfo di Borgetto, e altro.

Col passare degli anni, il Valenza avrebbe ricostituito la sua influenza nel ramo, risultando correntemente monopolista nella sua zona, anche grazie all'uso di prestanome.

L'uso di calcestruzzo diluito avrebbe compromesso la stabilità di numerose opere realizzate dalle ditte del Valenza, perciò il GIP ha disposto il sequestro del costruendo commissariato di polizia di Castelvetrano, che sarebbe risultato non rispondente alle specifiche di legge.

Ora si passerà a controllare la qualità dei lavori eseguiti nel corso di altri appalti, come i lavori per gli aeroporti di Trapani Birgi e Palermo Punta Raisi, per il porto turistico di Balestrate, per l'area industriale di Partinico e per il lungomare di Mazara del Vallo.

Fonti: ansa, agi, messaggero, repubblica, la sicilia

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