Giovanni Motisi

Nato il 1° gennaio 1959 a Palermo, è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro; deve scontare la pena dell'ergastolo; nel 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.

Giovanni Motisi é nell'elenco dei 30 latitanti di massima pericolosità facenti parte del "Programma Speciale di Ricerca" selezionati dal Gruppo Integrato Interforze.

Esistono poche notizie certe su Giovanni pacchione Motisi, si dice che lo zio, Matteo Motisi fosse a capo di Pagliarelli, e da alcune parti lo si indica come successore, alcuni dicono ancora in carica, altri lo danno per posato. C'é anche una qualche incertezza sulla zona di riferimento che ha, o avrebbe, amministrato. In alternativa al mandamento di Pagliarelli si cita la famiglia di corso Calatafimi.

Di certo la sua irreperibilità é iniziata negli anni novanta, e a poco a poco il Motisi, considerato vicino a Bernardo Provenzano, é diventato sempre meno raggiungibile, al punto che, secondo quanto si legge sull'Espresso, la moglie, Caterina Pecora, esasperata dalla mancanza di contatti col marito, sarebbe riuscita ad ottenere da Nino Rotolo il permesso di lasciarlo ufficialmente. Inizialmente la richiesta era stata bocciata con un lapidario "nelle nostre famiglie queste cose non si usano", ma visto il perdurare del distacco, c'é stato infine un OK. Il fatto che Rotolo abbia acconsentito alla separazione, potrebbe significare un calo del prestigio del Motisi.

Il silenzio attorno al Motisi é tale che si sono persino diffuse dicerie sulla sua presunta morte, come ebbe a dichiarare il collaboratore di giustizia Andrea Bonaccorso l'ottobre scorso, secondo quanto riportato dal Centro Impastato.

Secondo le dichiarazioni, riportate da antimafia 2000, del collaboratore di giustizia Angelo Casano, che sarebbe stato collaboratore del Motisi per un certo periodo, il boss sarebbe stato il reggente di Pagliarelli, ma solo fino al 2002, quando Nino Rotolo, uscito dal carcere per passare agli arresti domiciliari, ne prese la gestione per affidarla, pare, a Filippo Annatelli. Il motivo del passaggio di consegne, anche in questo caso, l'impossibilità di contattarlo. Il Motisi si sarebbe difeso indicando i suoi due luogotenenti che dovevano fare da tramite con lui per ogni richiesta, Vincenzo Cascino e Giuseppe Calvaruso, ma questo non venne ritenuto sufficiente dal Rotolo.

Almeno fino al 2004 il Motisi avrebbe mantenuto il suo peso in cosa nostra, pur restando irraggiungibile forse nell'agrigentino, si sarebbe trattato però di una posizione virtuale, dato che per quanto riguarda la gestione della cosa nostra in quelle che erano le sue zone di competenza sarebbero ora attivi altri personaggi, tra cui l'emergente Giovanni Nicchi.

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