Operazione Vento del Nord - sviluppi

In seguito agli sviluppi dell'operazione Vento del Nord, che nel luglio scorso ha portato all'arresto di sette esponenti dei Bellocco, sono stati ora arrestati altri diciassette elementi della stessa 'ndrina.

Nel luglio scorso, come si legge su repubblica, la squadra mobile é intervenuta per evitare una possibile strage comandata dai Bellocco che sarebbe dovuta servire per rimarcare la posizione di controllo di questa famiglia nel bolognese. L'ordire sarebbe partito da Carmelo Bellocco, che sarebbe stato reggente della 'ndrina, e che risiedeva a Bologna fino a quando era stato arrestato assieme al figlio Umberto, nel giugno precedente, per il possesso di una pistola. Nel raccogliere elementi utili all'indagine si era scoperto che Carmine Bellocco aveva convocato una riunione di famiglia per preparare una risposta sanguinosa nei confronti di Francesco Amato, che lo avrebbe minacciato accusandolo di essere il mandante degli omicidi di Cosimo e Mario Amato: "Tu mi devi due vite e io sono venuto a riprendermele", gli avrebbe detto.

In questa prima fase dell'operazione ad essere arrestati, oltre a Carmelo Bellocco e al figlio Umberto, sono stati anche la moglie, Maria Teresa D'Agostino; l'altro figlio Domenico; il nipote Domenico; il fratello Rocco, e Rocco Gaetano Gallo, padre della convivente di un figlio di Carmelo.

Gli sviluppi dell'indagine hanno portato poi ha ipotizzare nuove responsabilità, da cui sono scaturiti i nuovi mandati di arresto; inoltre sono stati sequestrati beni per svariati milioni, tra cui supermercati e altri negozi intestati a prestanome dei Bellocco. Si sono infatti chiariti gli interessi dei Bellocco a Bologna e dintorni, dove la 'ndrina pensava di rilocarsi dalla originaria Rosarno. Dieci degli arresti sono stati compiuti nel calabrese, quattro ordinanze sono state notificate a soggetti già detenuti (Carmelo Bellocco, la moglie Maria Teresa D'Agostino, il figlio Domenico e il nipote Antonio), due sono irreperibili, uno latitante.

Tra i prestanome si cita Filippo Scordino di Rosarno che sarebbe risultato proprietario di numerose attività nella sua zona, tra cui due supermecati, una autofficina, una ditta di disinfestazione, per conto dei Bellocco.

Inoltre, secondo il resoconto di Carlo Macrì sul corriere, i Bellocco avrebbero tentato di attuare una strategia per minimizzare gli effetti delle indagini, cercando di evitare i giudici considerati sgraditi a favore di altri considerati più compiacenti. Rocco Bellocco avrebbe indicato in quale ufficio presentare il ricorso dopo il suo arresto, e in un colloquio tra Rocco Gaetano e il figlio Peppe quest'ultimo avrebbe detto: "L'avvocato deve parlare con un suo amico per spiegargli la situazione. L'amico in questione è un giudice".

Fonti: ansa, agi, repubblica, corriere

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