Gotha: Marcello Parisi e Giovanni Mercadante

Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra è noto col nome di Gotha, e si è concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sulle relazioni tra cosa nostra e la politica.

Candidati e costruzione del consenso

Un estratto da una intercettazione ambientale del 28 luglio del 2005 tra Rotolo e Cinà:

Cinà: Mi sono visto con Giovanni Mercadante ... gli ho fatto una premessa: sono finiti i tempi che ci potevate prendere per fessi, qua non ci esce ... tu mi dai e io ti do, anche perché ti ho eletto, ti vai a guadagnare venti milioni al mese ...
Rotolo: più la pensione ...
Cinà: e tre milioni al mese, sì tre milioni al mese per l'ospedale, Nino, ci si devono dire queste cose ...
Rotolo: sì, sì, sì, sì ...
Cinà: gli ho detto: tu hai l'impegno col nipote
Rotolo: quando abbiamo a uno là che ...
Cinà: No a uno ... ci da tutte le notizie così


Cinà afferma di aver potuto parlare esplicitamente a Giovanni Mercadante, parente di Tommaso Cannella, capo mandamento di Prizzi e racconta di aver garantito un sostegno decisivo al deputato regionale. E ora chiede qualcosa in cambio, "l'impegno con il nipote", altrimenti i corleonesi toglieranno il loro appoggio per le elezioni regionali.

Il supporto di cosa nostra nei confronti del Mercadante non sarebbe cosa recente, già in una intercettazione del 29 gennaio 2001 Giuseppe Salvatore Riina, figlio di Totuccio 'o curto, diceva che i corleonesi lo avrebbero sostenuto alle imminenti elezioni ("siamo tutti organizzati in questa maniera"). E Giuffre riferisce come cosa nostra avrebbe supportato suo corso politico dalle comunali alle regionali ("dicevamo che era una persona che andava sostenuta e tutelata").

Il 1° agosto 2005, Nino Rotolo riferisce ad Angelo Rosario Parisi, zio di Marcello, futuro candidato, il discorso che Cinà ha fatto a Mercadante: "e ora vogliamo sistemare intanto questo ragazzo ... per dire noi altri ti diamo e tu ci dai". Poi istruisce Marcello Parisi su cosa deve dire al Mercadante "dopo le elezioni regionali ci sono quelle comunali e mi devo portare ... gli dici: i miei parenti vogliono che mi devo portare al comune ... amici dei miei parenti mi hanno detto, che lei si doveva occupare ...".

Marcello Parisi e Giovanni Mercadante si incontrano, e lo zio si dice soddisfatto dalla promessa del Mercadante di cercare di coinvolgere anche Francesco Musotto di Forza Italia, presidente della provincia di Palermo, nella sostegno al candidato dei corleonesi al Comune di Palermo:

Parisi: Poi per quanto riguarda la situazione di Marcello ... si sono parlati ... dice "so tutto, abbiamo parlato ... devi essere più vicino, ti conviene una volta la settimana farti vedere, perché io so che entro l'anno debbono essere maturate le cose e so, dice, che tu vai al Comune" anzi lui, dice, neanche lo faceva parlare, a tipo dire: "So tutto"
Rotolo: Va bene, buono
Parisi: Ora, dice, con Ciccio Musotto che ci sono vicino, dice, malgrado a tutto che mi fa incazzare certe volte, dice ... perché Marcello gli ha detto che ne aveva parlato pure con Ciccio Musotto di questa discussione, dice ora vediamo ... ne parlo pure io con lui, dice, però ... io so tutto, io ho l'impegno che entro l’anno debbo sistemare, dice ... e so che sei candidato al Comune. Fatti tu ... fatti vedere una volta la settimana
Rotolo: Conferma, diciamo, l’impegno


Rotolo si impegna per la sua parte dell'accordo. Il 6 settembre 2005 Rotolo parla a Sansone della candidatura di Marcello Parisi e lo invita a garantire il suo sostegno, che ottiene. Meno bene gli sarebbe andata con Franco Bonura, della famiglia di Uditore, come risulta da una intercettazione del 7 settembre 2005, in quanto questi sembra intenzionato ad appoggiare un suo nipote che si sta candidando per l'UDC.

Da una intercettazion dell'11 ottobre 2005 si capisce che il piano è a buon punto:Parisi: Ieri si è visto Marcello, con Mercadante. Il Mercadante era con Ferrara, il senatore!
Rotolo: Mih!
Parisi: Perciò ti stavo dicendo questo! E gli ha fatto capire che qualcosa, se gli danno qualche cosa gliela dovrebbe dare a lui! Poi c'è stato il segretario che gli ha detto che venerdì hanno una riunione politica al Palace! La sta facendo Fallica e questo Ferrara, che sono tutti e due, uno alla Camera e uno al Senato da quella parte!
Rotolo: Ah, a via Messina Marine!
Parisi: ... perciò! E hanno invitato a lui come ... come onorevole. Dice che ci dovrebbe essere solo lui, perciò questo Sciortino gli ha detto: "Vediamo se con lui ci possiamo andare un po' di persone", cose che sta invitando per esempio tutti ... a Marcello, altra gente che sono vicini a lui, per portarsi cinque, sei persone, per fare ... lui non essere solo! Avere un gruppo suo
personale!


Marcello Parisi viene progressivamente inserito da Mercadante nelle dinamiche di Forza Italia. Partecipa a una riunione in cui sono presenti deputati e senatori.

Il 13 ottobre 2005 Cinà va da Rotolo e gli comunica che l'indomani incontrerà Mercadante. Sa che Gianfranco Miccichè deve dare il suo OK e quindi vuole che Mercadante si dia da fare in questa direzione.

Il 6 novembre 2005 Marcello Parisi è a fianco di Mercandante in una convention locale di Forza Italia al teatro Golden di Palermo, assieme ad altri elementi della famiglia Parisi. Da quel momento Mercadante fa propaganda assieme a Parisi. Proprio come volevano Cinà e Rotolo.

Do ut des, secondo la Cassazione

Come si comprende da quel che dicono Rotolo, Cinà e Bonura, i contatti e gli accordi non riguardano scelte ideologiche ma il piazzare uomini di fiducia nei posti chiave o avvicinare candidati esterni alla associazione, pronti ad assecondare i suoi voleri.

Dagli anni novanta, i patti elettorali tra uomini di cosa nostra e politici è stato oggetto di
numerose indagini antimafia. Per la comprensione del fenomeno si sono rivelate decisive le dichiarazioni di molti collaboratori di giustizia e, da circa un decennio, le intercettazioni di conversazioni tra mafiosi e politici.

Si è spesso contestato il concorso esterno nei confronti dei politici di vario rango accusati di aver stipulato patti scellerati con Cosa Nostra, ma sono rarissime le iniziative giudiziarie conclusesi con la sentenza condanna irrevocabile.

Viene considerato emblematico il caso di Francesco Paolo Gorgone, ex assessore al Territorio e Ambiente della regione siciliana, eletto nelle liste della Democrazia Cristiana nel 1991 a cui si contestava la strumentalizzazione della sua funzione a favore della fazione corleonese di cosa nostra in cambio del sostegno elettorale. Il 30 gennaio 2003 la cassazione ha reso irrevocabile la sua condanna per il reato di concorso esterno affermando: il patto assicura al sodalizio mafioso la certezza di disporre, all'occorrenza, di un preciso referente in ambito istituzionale, sempre utile e disponibile all'occorrenza; dalla parte del politico, la disponibilità a venire a patti con il mondo mafioso tradisce, sul piano dei valori etici, un atteggiamento di compiacenza o, quanto meno, di indifferenza per ciò che rappresenta Cosa Nostra, al di là del cinico calcolo di immediata utilità per il sicuro ritorno elettorale garantito dall’organizzazione.

Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella, hanno stipulano un patto con il Gorgone per ottenere benefici per l'organizzazione.

Per una nuova classe dirigente

Dalle conversazioni, intercettate dalla polizia, che si tengono nel salotto di casa di Giuseppe Guttadauro, boss di Brancaccio, si traggono molti elementi utili per comprendere il fenomeno.

Nella primavera del 2001, con l'arrivo delle elezioni politiche e regionali, si crea molto movimento nella abitazione in cui Guttadauro, che pure starebbe scontando una detenzione domiciliare. Riceve mafiosi, medici, avvocati e politici, tra cui l'assessore comunale alla sanità Domenico Miceli, candidato alle elezioni per la regione.

Guttadauro dice che vuole agganciare il futuro presidente della regione, Salvatore Cuffaro, e per questo stringe i rapporti con Miceli, molto vicino a Cuffaro. Guttadauro dice di voler partecipare alla "gestione della torta". Inoltre, in cambio del suo appoggio, chiede che i politici supportino l'abolizione dell'ergastolo o il ridimensionamento del regime carcerario relativo all'articolo 41 bis.

Inoltre condiziona i concorsi per l'assunzione o la promozione nel settore della sanità. Indica i nomi di quattro medici per concorsi nei ruoli di primario in diverse strutture ospedaliere.

Guttadauro cerca insistentemente agganci tra i politici e i funzionari dell'Unione Europea a Bruxelles, in modo da cercare di intercettare i flussi di denaro provenienti da lì.

Fonte: SOS Impresa

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