Smantellata una organizzazione di stampo mafioso attiva tra il basso varesotto e l'alto milanese, collegata alla 'ndrina Farao-Marincola, nota anche come il locale di Cirò, dal nome del paese di origine nel crotonese.
Diversamente da altre organizzazioni criminali colpite da recenti operazioni di polizia, questa mostra la caratteristica di essere un "ritorno al passato" come dice Manlio Minale, procuratore capo di Milano. Invece di puntare all'inquinamento della società civile, creando società all'apparenza legali ma guidate da logiche mafiose, il "locale di Legnano - Lonate Pozzolo", faceva rifermento ai paradigmi fondanti della 'ndrangheta: chiusura, rapporti parentali, estorsioni.
Centro delle attività era Lonate Pozzolo e l'operazione dei carabinieri s'é svolta soprattutto nella zona, con arresti anche a Busto Arsizio, Gallarate, alla Malpensa, a Legnano, nel Novarese, e anche fuori dalla zona di influenza del locale, nel Forlivese, a Roma, nel Casertano, nel Potentino e nel Crotonese.
Il locale era strutturata su due livelli: il cuore dell'organizzazione era costituito da elementi effettivamente collegati alla 'ndrangheta, che avevano specificatamente compiti direttivi. Al secondo livello, composto tipicamente da non affiliati, erano lasciato il lavoro sporco. Per questo motivo solo ai primi é stata imputata l'associazione a delinquere di tipo mafioso, i secondi dovranno rispondere invece di associazione a delinquere semplice.
Il razionale di questa divisione era il tentativo di diminuire i rischi di coinvolgimento in operazioni di polizia per i primi, e la necessità di reclutare manovalanza non considerata affidabile, vista l'espansione del mercato, tenendola però fuori dai circuiti decisionali.
Da notare che tra gli arrestati viene segnalato anche un operatore del 118, a dimostrare le capacità di infiltrazione di questa organizzazione mafiosa.
A capo del locale sarebbe stato identificato Vincenzo Rispoli, ristoratore di 47 anni, nipote del capobastone Giuseppe Farao.
La cerchia più interna sarebbe stata costituita da:
Nicodemo Filippelli, 37 anni, che avrebbe avuto la funzione di responsabile del territorio
Luigi Mancuso, 32 anni, responsabile dei rapporti con la Calabria
Emanuele De Castro, 41 anni, responsabile della bacinella (raccolta fondi per i detenuti).
Mario Filippelli, 36 anni, capo della cerchia esterna e del gruppo di fuoco.
Filippelli ha ricevuto l'ordinanza in prigione, essendo già stato arrestato per tentato omicidio insieme a Pasquale Rienzi, 41 anni, e Antonio Esposito, 31 anni.
Altri appartenenti alla cerchia interna sarebbero stati:
Antonio Benvenuto, 35 anni
Ernestino Rocca, 35 anni
Santino Longobucco, 38 anni
Fabio Zocchi, 47 anni, arrestato insieme a Mancuso a Saint-Vincent.
Le accuse variano dal tentato omicidio, rapine, usura, incendi, traffico di armi ed esplosivi e riciclaggio.
Fonti: adnkronos, corriere, repubblica
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