Maurizio Saverio La Rosa, 40 anni, reggente della famiglia Emmanuello di Gela, e Maurizio Trubia, 41 anni sono stati arrestati nel corso dell'Operazione Gheppio, basata anche sulle rivelazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri, che ha rivelato che La Rosa aveva ricevuto l'ordine dal carcere da Crocifisso Smorta e Massimo Carmelo Billizzi di dare un esempio a chi si oppone alla mafia a Gela, uccidendo un qualche imprenditore tra quelli che hanno deciso di non pagare il pizzo, e magari anche il sindaco della città, Rosario Crocetta, sia per il suo essere simbolo di una coscienza anti-mafia sia, più concretamente, per il suo osatcolare le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, ed erano ormai pronti a colpire.
Carmelo 'u prufissuri Barbieri, sposato con la figlia del boss Carlo Domicoli, era considerato il reggente dei Madonia, fino al suo arresto nel gennaio scorso in seguito all'Operazione Atlantide-Mercurio. Ha dichiarato che la decisione di commettere quegli omicidi sarebbe stata presa sia per ricordare agli imprenditori quanto sia necessario pagare il pizzo sia per ristabilire la supremazia della cosca sul territorio.
Per ricostituire il potere degli Emmanuello a Gela, il La Rosa contava sugli aiuti degli esponenti mafiosi gelesi trasferitesi al Nord, tra Milano e Varese, in particolare il centro di riferimento degli Emmanuello al Nord sarebbe Busto Arsizio.
Gli Emmanuello lombardi dovevano mantenere la pressione sulle aziende siciliane che lavoravano al Nord, affinché pagassero il pizzo anche sui lavori fatti lì, e sarebbero stati richiesti di intervenire anche con un gruppo di fuoco per mettere in atto i piani omicidi a Gela.
Fonti: ansa, adnkronos, la stampa, repubblica
Nessun commento:
Posta un commento