E' ancora in corso una operazione di polizia rivolta contro la fazione dei Casillo del clan camorrista dei Fabbrocino. Diciotto i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro in carcere. Uno di questi sarebbe morto, tre mancano ancora all'appello.
Il gruppo, che sarebbe stato diretto dai fratelli Sabato e Vittorio Casillo, e in cui Giuseppe Caliendo avrebbe tenuto i rapporti con i Fabbrocino, avrebbe dominato il racket delle estorsioni a San Giuseppe Vesuviano, e i reati contestati al clan variano dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alle estorsioni e allo spaccio al traffico di stupefacenti.
Da notare la creatività utilizzata nelle estorsioni, a volte si richiedeva denaro, altre volte si richiedeva di pagare il pizzo in natura: tessuti pregiati o manodopera per trasformare i tessuti in abiti che venivano poi venduti in nero in negozi gestiti direttamente dal clan; richieste di "offerte" per le feste comandate; imposizione di acquisti di pacchi di accendini per cifre mirabolanti.
Raffaele Casillo, 38 anni, uno dei destinatari dell'ordinanza, é in attesa di giudizio accusato dell'omicidio di Donato Piccolo, avvenuto nel negozio della moglie, Katiuscia Casillo.
Dall'inchiesta, che é nata nel 2006 indagando dal clan camorrista opposto ai Casillo che sarebbe diretto da Antonio Cutolo, é emerso anche un filone di indagine relativo ai rapporti tra camorra e politica, ancora in fase di completamento. Ci sarebbero stati infatti incontri nelle abitazioni degli indagati a cui avrebbero preso parte anche candidati poi eletti.
I Fabbrocino, appartenenti alla Nuova Famiglia, e quindi in contrasto con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, sarebbero correntemente diretti da Mario Maruzzo Fabbrocino, cugino e omonimo del capo storico Mario 'o gravunaro Fabbrocino, arrestato nel 2005.
Fonti: reuters, corriere, repubblica, virgilio
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