I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Caserta e la Guardia di Finanza di Marcianise hanno eseguito nel corso dell'operazione 5 ordinanze di custodia cautelare, una quarantina di persone sono indagate per riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, il valore dei beni sequestrati viene stimato in 50 milioni di Euro.
Ad essere colpito é il clan Belforte mazzacane, che controllerebbe Marcianise, San Nicola la Strada, Capodrise e Caserta in contrapposizione ai casalesi, e l'attività di smaltimento illecito di rifiuti speciali, tossici e pericolosi, avvenuta tra il 1998 e il 2004 in cave abbandonate del casertano e nell'area flegrea, o addirittura riutilizzati in materiale edile. Segnalato anche il caso di una azienda che sarebbe stata collegata ai Belforte che sarebbe stata incaricata di eseguire bonifiche dei terreni precedentemente inquinati dalla stessa organizzazione malavitosa.
Tra i destinatari delle ordinanze ci sarebbero i fratelli Salvatore e Domenico Belforte, considerati capi clan, che avrebbero operato come manager del business dei rifiuti clandestini. I reati contestati sono di associazione a delinquere di tipo camorristico, traffico illecito di rifiuti, falsificazioni di documenti di trasporto dei rifiuti, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, e reati contro la persona e il patrimonio.
Il legame tra mafie e rifiuti non é certo una novità, ma é la prima volta che si collega esplicitamente un processo per traffico di rifiuti in una inchiesta su un clan camorrista.
Il servizio di sky sull'operazione in questo video:
Altre fonti: Carabinieri, ansa, corriere,
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