Condanna di Franco Cacciatore

E' giunto all'epilogo il processo a Franco Cacciatore, 50 anni, che si ritiene fosse il reggente della famiglia mafiosa di Agrigento, per l'omicidio di Giovanni Poni e per il duplice tentato omicidio dei fratelli Luigi e Salvatore Grassonelli, indicati come appartenenti alla stidda di Porto Empedocle, fatti risalenti tra il 1985 e il 1986.

La corte d'assise di Agrigento ha ritenuto colpevole l'imputato e lo ha condannato all'ergastolo.

E' stata dunque confermata la tesi accusatoria di Rosario Livatino che ai suoi tempi aveva rinviato a giudizio il Cacciatore ritenendo il suo alibi inconsistente. Vent'anni fa il giudice istruttore di Agrigento ritenne di prosciogliere l'accusato ma oggi, grazie anche a testimonianze di collaboratori di giustizia, si é arrivati a determinare la sua colpevolezza.

Il presunto alibi era un biglietto ferroviario per la Germania, che avrebbe dovuto dimostrare che il Cacciatore non fosse presente sul luogo al momento dell'omicidio del Poni. In seguito il Cacciatori si vantò con diversi suoi sodali dell'uso del falso alibi per scagionarsi dai fatti, con Maurizio Di Gati, ai tempi capomafia di Agrigento e con Luigi Putrone, ai tempi capofamiglia di Porto Empedocle, ora entrambi collaboratori di giustizia.

Il Cacciatore é già stato condannato in seguito al processo scaturito dall'operazione Ombra che ha permesso di ricostruire l'assetto del clan agrigentino al 2002. Tra gli arrestati in quell'occasione si ricordano Gerlando Messina e i suoi fratelli Valentino e Fabrizio, e Luigi Putrone. A quei tempi gli investigatori indicarono il Cacciatore come capo della cosca di Agrigento.

Fonti: agi, repubblica

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