Camorra - secondo semestre 2008 / Investigazioni

Operazione Principe

Ha individuato moventi ed esecutori materiali di numerosi delitti commessi dai casalesi nel casertano, portando al sequestro preventivo di beni riconducibili a Giuseppe Setola per un valore stimato nell ordine dei 10 milioni di Euro.

Operazione Spore

Ha monitorato l'alleanza tra i D’Agostino e i Panella a Salerno, portando evidenze su relazioni con i Sarno di Napoli, i beni sequestrati nel corso di questa oprazione ammontano a circa 5 milioni di Euro.

Operazione Grande Muraglia

Partito dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia già esponente di alto livello dei Giuliano di Forcella, si sono incentrate su un gruppo criminale operante su Roma e nel basso Lazio. Scopo di questa espansione dei Giuliano in Lazio avrebbe avuto lo scopo di accumulare le risorse necessarie per riprendere il controllo del quartiere Forcella, passato ai Mazzarella.

Evidenziati accordi tra la camorra e la criminalità cinese per la commercializzazione di abbigliamento contraffatto.

I beni sequestrati in questa operazione ammontano ad un valore stimato di circa 6 milioni e mezzo di Euro.

Arrestato un pericoloso latitante, già al vertice degli Anastasio di Sant'Anastasia, ricercato dalla metà degli anni '90 per omicidi commessi nel corso della guerra di camorra tra la NCO di Raffaele Cutolo e la NF di Carmine Alfieri.

Operazione Magnanapoli

Indagine avente lo scopo di ricostruire il sistema corruttivo di Alfredo Romeo che manipolava importanti appalti pubblici.

Conclusioni

Si rileva come continui una significativa infiltrazione camorristica del tessuto economico e sociale della Campania.

Rilevanti le dimensioni transnazionali delle organizzazioni camorristiche, specie nel traffico di stupefacenti, a volte si nota una collaborazione sinergica tra i gruppi camorristi e altre associazioni a carattere mafioso endogene. Segue una lista di indagini che hanno portato a queste conclusioni:
  • 3 luglio: viene sostanzialmente smantellato un sodalizio criminale operante a Torre Annunziata con stabili propaggini in Spagna e Olanda. Sequestrati 30 chili di cocaina, 200 chili di marijuana, 160 chili di hashish, e una mitraglietta Uzi. Il clan aveva collegamenti con i Gionta e i Gallo-Cavalieri, cosche nemiche sul territorio di Torre Annunziata ma che evidentemente collaboravano per ottimizzare la gestione del traffico di droga.
  • 4 luglio: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 33 persone parte di una organizzazione che gestiva un canale di approvvigionamento di sostanze stupefacenti dal Venezuela alla provincia di Napoli.
  • 7 ottobre: ordinanza di custodia cautelare in carcere per 13 persone accusate di traffico internazionale di hashish ed eroina dalla Bulgaria e dalla Spagna a Palermo. Una organizzazione para-camorrista faceva da tramite tra i trafficanti palermitani e quelli stranieri.
  • 12 ottobre: stroncato un vasto traffico di droga dalla Spagna alle Marche e Campania, gestito dalle Marche da un pluripregiudicato napoletano, ritenuto contiguo a consorterie camorristiche.
  • 4 novembre: l'operazione Alta Marea ha evidenziato il sistema camorrista dei Gionta in Torre Annunziata basato su estorsioni e la gestione del mercato della droga. I Gionta sono tra le organizzazioni più importanti in Italia per l'importazione di stupefacenti sono collegati ai catanesi Pillera-Puntina. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati beni per un valore stimato di 80 milioni di Euro.
E' fondamentale contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio, primaria fonte di reddito delle organizzazioni di matrice camorristica. Queste le principali indagini che hanno operato in questo contesto:
  • 3 luglio: fermo di polizia giudiziaria per 7 persone responsabili di detenzione e spaccio di stupefacenti. L'operazione, nata per arginare la contrapposizione tra i Di Lauro e gli scissionisti, ha bloccare lo spaccio nei pressi di un plesso scolastico nella zona popolare delle vele.
  • 9 luglio: ordinanza di custodia cautelare in carcere per 38 persone contigue ai Licciardi, accusate di associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento aggravato, rapina, falsità materiale, detenzione e porto abusivo di armi comuni e da guerra.
  • 15 luglio: ordinanza di custodia cautelare per 4 persone collegate ai Beneduce per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L'operazione vuole accertare i nuovi equilibri locali dopo l’omicidio di Gennaro Perillo, capo zona di Toiano per i Longobardi e il duplice omicidio del 26 giugno di Michele Iacuaniello e Gennaro Di Bonito.
I latitanti catturati in questo periodo:
  • 25 luglio: Vincenzo Pirozzi, ritenuto responsabile di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da guerra, e dell’omicidio di Salvatore Esposito nel 1999.
  • 26 luglio: Adriano Sebastiano 'o professore Graziano, elemento di spicco dei Graziano di Quindici.
  • 1° agosto: Salvatore Roberti, legato ai Giuliano di Forcella.
  • 10 agosto: Patrizio Bosti, a Plaja de Aro, inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi. Considerato capo dei Contini, il Bosti è stato uno dei capi dell'Alleanza di Secondigliano ed era latitante dal 2003. Condannato nel 2005 dalla Corte di Assise di Appello di Napoli a 23 anni di reclusione per il duplice omicidio dei fratelli Antonio e Gennaro Giglio, nel settembre del 1984, episodio della faida tra i Contini e i Giuliano-Mazzarella.
  • 11 agosto: Umberto Onda, affiliato ai Gionta.
  • 14 agosto: Antonio Di Giovanni, affiliato ai Licciardi.
  • 24 agosto: Vincenzo Marrazzo, elemento di spicco camorra di Casandrino.
  • 26 agosto: Giuseppe Pellegrino, dei Licciardi, accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico
  • 9 settembre: Raffaele Laurenti, dei Frizziero della Torretta di Napoli. Localizzato in Barcellona grazie alla collaborazione con l’Unidad Central Operativa della Guardia Civil.
  • 15 settembre: Patrizio Vastarella, già ai vertici dei Vastarella-Tolomelli del quartiere Sanità insieme al fratello Luigi, che, dopo essere scampato nel 1998 ad un attentato nel quale rimasero ferite 11 persone, venne ucciso poco dopo davanti al commissariato dove era andato a firmare, quale sorvegliato speciale. Terminò la guerra di camorra, i Misso divennero egomoni alla Sanità. Vastarella passò ai Licciardi assumendo un ruolo di primo piano. Arrestato per associazione camorristica.
  • 19 settembre: Mario Santafede, ricercato dal 2004 per traffico internazionale di sostanze stupefacenti che gestiva prevalentemente in area romana, localizzato grazie alla collaborazione U.D.Y.C.O. - 6° grupo estupefacientes - della polizia spagnola.
  • 19 ottobre: Maurizio Morra e Raffaele Antinori, dei Licciardi, ricercati per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di armi e stupefacenti.
  • 7 novembre: Antonio Piccolo, ritenuto il referente dei SARNO in Sant'Anastasia e Somma Vesuviana. Ricercato per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni, usura, violazione della legge sulle armi ed altro.
  • 17 dicembre: Paolo Pesce, già affiliato ai Mariano. Condannato due volte per complessivi anni 15 e mesi 6 di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso, si era rifugiato a Fuengirola, nei pressi di Malaga (Spagna), per sfuggire ad un’ulteriore condanna all'ergastolo per un omicidio compiuto nel marzo 1991.
  • 22 dicembre: Giuseppe Tolomelli, dell'omonima famiglia camorristica protagonista della faida nel rione Sanità che li ha visti contrapposti ai MISSO.
  • 22 dicembre: Mosè Esposito, dell'ala stragista dei casalesi riconducibile a Giuseppe Setola.
Operazioni di polizia in seguito ad omicidi:
  • Nicola Smarrazzo ucciso nel novembre 2007: 15 luglio, decreto di fermo a carico di 3 persone responsabili di omicidio premeditato, porto e detenzione di armi e munizioni, soppressione ed occultamento di cadavere, con l’aggravante di aver agito per favorire le attività illecite di un’associazione per delinquere di stampo camorristico. E’ stato accertato che il movente del delitto é un contrasto sorto per lo spaccio di stupefacenti, tra la vittima ed un sodalizio criminoso emergente ad Ottaviano, guidato da un ex luogotenente di Raffaele Cutolo, arrestato il 3 gennaio di quest’anno e condannato all’ergastolo.
  • Salvatore Gaglione ucciso nell'aprile 1996: arrestato Giuseppe Esposito affiliato ai Sarno, quale esecutore materiale.
  • Alfonso Avitabile ucciso nel gennaio 2002: eseguito un decreto di fermo nei confronti di un affiliato ai Cesarano di Pompei per gravi indizi.
Operazioni rivolte a combattere il fenomeno delle estorsioni:
  • 1° luglio: operazione Litaernum, esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 27 elementi dei casalesi, gravemente indiziati, fra l’altro, del reato di estorsione. Accertata una vasta serie di azioni intimidatorie e una massiccia condotta estorsiva del clan, suddiviso in due fazioni: una parte vicina ai Bidognetti, gli altri affiliati ai Tavoletta-Cantiello. Si evidenzia il tentativo dei Bidognetti di espandersi territorialmente.
  • 8 luglio: esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcereper 4 persone, responsabili di tentata estorsione, con l’aggravante di far parte di un’organizzazione di tipo mafioso, riconducibile ai Cuniello-Capasso. Tra gli arrestati figura il reggente del cartello che precedentemente era affiliato ai Crimaldi che controllava Acerra. Si é notata l’ascesa di alcuni camorristi legati alle storiche famiglie Venturato, Nuzzo e Soriano.
  • 16 luglio: provvedimento di fermo nei confronti di 2 persone per il reato di estorsione con l’aggravante di aver agevolato l’attività dei camorristi Licciardi. Rappresenta un esempio di esportazione del modello camorrista fuori dalle terre originarie, in questo caso a Terrracina.
  • 22 luglio: decreto di fermo, nei confronti di 4 persone dei Veneruso, stabilitosi in Casalnuovo di Napoli dopo l’arresto del gruppo Gallucci-Piscopo-Messina.
Importante é la gestione delle armi da fuoco, si citano quindi alcune operazioni che hanno portato al sequestro di materiale bellico, tra cui citiamo:
  • 30 settembre: a seguito delle indagini avviate per individuare gli appartenenti al gruppo di fuoco che ha imperversato nella zona di Castelvolturno, Villa Literno e Lusciano, sono stati arrestate Oreste Spagnuolo, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia, tre componenti del gruppo capeggiato da Giuseppe Setola. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 2 Kalashnikov, 1 fucile a pompa, 5 pistole, innumerevoli munizioni di vario calibro, casacche da carabinieri confezionate artigianalmente, un lampeggiante e palette da segnalazione.
  • 17 ottobre: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 soggetti, ritenuti ai vertici dei Graziano di Quindici, che sono impegnati in una faida con i Cava, per detenzione e porto di armi, fra cui un fucile mitragliatore AK47 Kalashnikov.
E' forte l'impegno delle forze dell'ordine nei confronti dei casalesi, ecco alcune operazioni che li riguardano direttamente:
  • 9 luglio 2008: arresto della moglie di Antonio Iovine, latitante appartenente ai casalesi, inserito nell’elenco dei 30 più pericolosi in Italia. La donna è gravemente indiziata di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni della cognata, vedova di Carmine Iovine, fratello di Antonio. La vittima aveva reso pubblica l’intenzione di volersi risposare con un uomo estraneo al sodalizio e la cognata l’aveva costretta a non recarsi più a San Cipriano d’Aversa e a cessare la conduzione di un’attività commerciale in loco.
  • 18 agosto: arrestato Cesare Tavoletta, esponente di spicco dei casalesi, già sfuggito alla cattura lo scorso 1° luglio.
  • 1° settembre: arrestato Alfredo Maisto, della fazione Schiavone dei casalesi. Deve espiare una pena di anni 13 di reclusione per tentato omicidio ed associazione per delinquere di stampo mafioso.
  • 25 settembre: arrestate 5 persone affiliate ai Di Grazia nel cartello dei casalesi, operanti tra Carinaro e Gricignano di Aversa.
  • 11 ottobre: eseguito il fermo di 7 affiliati agli scissionisti di Setola del cartello dei casalesi.
  • 14 ottobre: nel prosieguo delle investigazioni che hanno condotto alla cattura di Cirillo, Letizia e Spagnuolo, arrestate altre 3 persone in quanto responsabili del reato di detenzione abusiva di armi e relativo munizionamento, ricevuti in consegna per conto del gruppo capeggiato da Giuseppe Setola.
  • 16 ottobre: arrestato in Umbria il latitante Emilio Di Caterino, destinatario di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.
  • 25 ottobre: arrestate due persone accusate di aver agevolato la fuga del Setola, dopo i delitti perpetrati in Castelvolturno.
  • 7 novembre 2008: fermo di un pregiudicato, ritenuto un fiancheggiatore del gruppo di fuoco capeggiato da Giuseppe Setola. Accusato di associazione per delinquere di tipo camorristico aggravata dal metodo terroristico, estorsione e detenzione abusiva di armi e munizioni.
  • 21 novembre: eseguito un decreto di fermo nei confronti di Gianluca Bidognetti, figlio del boss Francesco, accusato di aver tentato di uccidere la zia e la cugina il 31 maggio 2008 quando, accompagnato da finti appartenenti alla DIA, si sarebbe presentato a casa di Maria Carrino, sorella della collaboratrice di giustizia Anna Carrino (ex convivente del boss Francesco Bidognetti) e, dopo aver convinto a scendere in strada la donna e sua figlia, avrebbe sparato loro numerosi colpi d’arma da fuoco ferendole gravemente.

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