Nato il 28 agosto 1970 a Campobello di Licata (AG), è ricercato dal 1999 per associazione di tipo mafioso, omicidi e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Dal 2004 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Aggiornamento: è stato arrestato il 25 giugno 2010.
Giuseppe Falsone era nell'elenco dei 30 latitanti di massima pericolosità facenti parte del "Programma Speciale di Ricerca" selezionati dal Gruppo Integrato Interforze.
Figlio di Vincenzo Falsone, capomafia locale fino alla sua morte avvenuta nel 1991, legato a esponenti mafiosi come Giuseppe Settecasi, Carmelo Colletti e Giuseppe Di Caro.
L'agguato che causò anche la morte del fratello maggiore di Giuseppe, Angelo Falsone, sarebbe stato organizzato dalla stidda, nel corso di una guerra di mafia. Si dice che Giuseppe Falsone prese in mano la famiglia, la riorganizzò, decidendo la ritorsione che portò all'uccisione del presunto responsabile dei suoi congiunti, Salvatore Ingaglio.
In seguito sarebbe diventato uno dei capi di cosa nostra nell'agrigentino assieme a Gerlandino Messina.
Si ritiene che sia vicino a Bernando Provenzano, che lo avrebbe citato nei suoi famosi pizzini, codificato con il numero 28. Pare che l'associazione tra numero e Falsone sia stata possibile grazie a una intercettazione di una telefonata tra Nicolà Mandalà e Ciccio Pastoia, amici di Provenzano.
Si dice che il vertice mafioso nell'agrigentino del 14 luglio 2002 aveva all'ordine del giorno anche la nomina del nuovo capo provincia dopo l'arresto di Calogero Di Caro. La nomina di Falsone sarebbe stata appoggiata da Bernardo zù Binnu Provenzano, mentre Antonino Nino Giuffrè avrebbe appoggiato Maurizio Di Gati.
L'intervento delle forze dell'ordine portò all'arresto di Giuffrè e complicò la situazione.
Fonti: repubblica, wikipedia
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