Il 25 giugno 2010 è stato arrestato a Marsiglia Giuseppe Falsone, 40 anni, inserito nell'elenco dei trenta latitanti italiani di massima pericolosità, nel corso di una operazione congiunta tra la squadra mobile di Agrigento, quella di Palermo e allo Sco.
Si pensa si sia sottoposto a svariati interventi di chirurgia plastica, al fine di rendere più difficile la sua identificazione, ipotesi che sembra confermata dal confronto diretto tra come appariva nelle foto segnaletiche e come appare adesso - vedi questo servizio fotografico de la Stampa.
Noto anche come il ragionere, è considerato molto vicino a Bernardo Provenzano, è figlio di Vincenzo Falsone, capo mafia storico e caduto nel corso della guerra di mafia tra stidda e cosa nostra, ed era ricercato dal 1999 per mafia, omicidio, estorsioni, traffico di droga e gestione illecita di appalti.
Avrebbe disponibilità su di un notevole patrimonio, tanto che tre mesi fa, nel corso dell'operazione Apocalisse, vennero sequestrati beni e società a lui riconducibili per un valore stimato circa 30 milioni di euro.
Giuseppe Sardino, ex consigliere comunale a Naro, non lontano da Canicattì, suo braccio destro e vivandiere prima di essere arrestato e diventare in seguito collaboratore di giustizia, diceva che il Falsone "gira rigorosamente armato, non si separa mai da palmare e pc portatile. E nella ventiquattrore porta la bibbia e testi di filosofia". Nell'inchiesta che portò all'arresto di Sardino risultò che un alto esponente della polizia giudiziaria avrebbe fornito informazioni al Falsone, per il tramite dell'avvocato Luisa Maniscalchi.
Il 2 luglio, secondo quanto riferisce reuters, la giustizia francese ha dato via libera alla procedura di estradizione del Falsone in Italia.
Fonti: reuters, corriere, stampa, repubblica
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