Antonino Rotolo
Le intercettazioni ambientali sono una precoccupazione di Antonino Rotolo. Come tutti gli uomini di Bernardo Provenzano, detto anche il fantasma di Corleone, conosce bene che le cimici hanno dato un contributo fondamentale, tra gli altri, agli arresti di:
- Pino Lipari, collettore di tangenti e intermediario con esponenti politici;
- Tommaso Cannella, boss di Prizzi e gestore di appalti truccati;
- Giuseppe Guttadauro, capo mafia della famiglia di Brancaccio, già aiuto primario di
- Chirurgia, intercettato nel salotto di casa mentre parlava di estorsioni, traffico di droga ma poi anche di scenari politici con Domenico Miceli, assessore alla Sanità del comune di Palermo.
Studia perciò un sistema che crede sicuro: nessun contatto telefonico; un protocollo da seguire per ottenere il contatto; l'uso di un congegno elettronico per disturbare le onde radio; un pallone piazzato all'esterno come segnale di semaforo rosso; un interruttore all'interno del box che faceva accendere una nell'abitazione di Rotolo per indicare l'arrivo dell'ospite; un cane addestrato a segnalare la presenza di persone nei pressi del box.
Certo di non essere intercettato parla con traquillità, in questo caso con Francesco Bonura:
BONURA: Ma cos’è? Caso mai suonano?
ROTOLO: No, questo è per registrare quello che dici
BONURA: Vero, che cos'è, che ti chiamano e tu sei pronto
ROTOLO: Ora te lo dico(...) Questo, praticamente, qua dentro né entra né esce, con questo
BONURA: Ma che mi dici?
ROTOLO: Eh, sì sì
BONURA: E per avere uno strumento di questo che devo fare?
ROTOLO: Eh, lo hanno fatto apposta, c'è ... glielo dovrei dire
BONURA: Se è possibile
ROTOLO: È costruito, infatti ma io
BONURA: Di più che se lo mette in una stanza e se deve dire qualche cosa ...
ROTOLO: Però poi, l'ambiente deve essere piccolo
BONURA: In un camerino (ride)
Un giorno col Bonura e con Antonino Cinà dice di rifiutare l'idea di un triunvirato con Salvatore e Sandro Lo Piccolo, proposta da Provenzano. Non vuole che gli Inzerillo, già condannati a morte dalla cupola negli anni ottanta vengano reinseriti nella cosa nostra. Nell'aprile 2005 Rotolo e Cinà commentano la morte di Papa Giovanni Paolo II, lo considerano un grande del XX secolo ma ricordano come nella Valle dei Templi, nel 1993, il Papa aveva ricordato a chi aveva ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che "verrà il giudizio di Dio". "La mentalità e l’organizzazione mafiosa sono espressione di una minoranza che disonora questa terra e ne mortifica le potenzialità" e per Rotolo quelle parole avevano offeso l'onore di tutti i siciliani.
Fonte: SOS Impresa
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