Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte dedicata ai principali arresti.
Salvatore Lo Piccolo
Nel novembre 2007 é in corso un vertice mafioso in località Giardinello, non lontano da Palermo. In quattro stanno verificando le entrate provenienti dal pizzo estorto a centinaia di commercianti, professionisti e imprenditori di Palermo. Cinquemila euro al mese da un supermercato nel centro città, diecimila dalla ditta che effettua ristrutturazioni nel centro storico.
Un blitz della polizia interrompe la loro attività. Salvatore Lo Piccolo, boss di San Lorenzo, viene arrestato dopo una latitanza durata 24 anni. Con lui sono arrestati anche il figlio Sandro già condannato all'ergastolo per omicidio, Adamo Andrea, genero di Giuseppe Savoca, capo del mandamento di Brancaccio, e Gaspare Pulizzi, della famiglia di Carini.
Il Lo Piccolo era considerato il candidato più vicino ad ottenere il comando di cosa nostra palermitana, dopo gli arresti di Provenzano e Rotolo. Era stato il braccio destro di Saro Riccobono, rappresentante della famiglia di Partanna-Mondello, attivo nel traffico internazionale di droga. Quando nel 1982 Riina decide di eliminare Riccobono, il Lo Piccolo passa con i corleonesi. Dopo l'arresto di Riina si avvicina a Bernardo Binnu Provenzano. Diventa un riferimento nell'organizzazione mafiosa palermitana e da San Lorenzo e Brancaccio si espande a controllare territori della provincia.
Antonino Rotolo sente la pressione del Lo Piccolo e dichiara più volte di volerlo eliminare. Si stima che il Lo Piccolo incassi cifre nell'ordine dei tre milioni di euro al mese tra affari legali e illegali. Vuole far riconquistare la predominanza mafiosa in Italia a cosa nostra, riconquistando il terreno ceduto alla camorra napoletana e all'ndrangheta calabrese. Per far ciò pensa di utilizzare i contatti con la cosa nostra americana, utilizzando i contatti con gli "scappati", gli sconfitti dalla guerra di mafia che ha visto vincenti i corleonesi. Ristabilisce i contatti con gli Inzerillo e i Gambino, appoggiandoli nella loro richiesta di poter tornare in Italia.
Ma gran parte di cosa nostra é contraria al suo progetto, giudicato in contrasto con le leggi fondanti della cosa nostra.
Fonte: SOS Impresa
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