Gotha: Rotolo e Mannino

Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sulle tensioni in cosa nostra tra i corleonesi e gli scappati che minacciavano di portare ad una nuova guerra di mafia.

Minacce dal vivo

Antonino Rotolo discute con i suoi uomini più fidati, Cinà, Bonura, Michele Oliveri, Gianni Nicchi e Gaetano Sansone, come comportarsi nei confronti degli Inzerillo tornati in Italia. Pensa di mandare loro un messaggio intimidatorio, e decide di farlo per mezzo di Sandro Mannino, del mandamento di Boccadifalco, nipote del defunto Salvatore Totuccio Inzerillo.

Il Mannino convocato per una riunione, teme per la sua vita. Troppo spesso queste riunioni sono state fatali per i suoi parenti. Chiede perciò al suo amico Nicola Mandalà, boss di Villabate e vicino a Rotolo, di accompagnarlo e farsi garante per lui. Anche Giovanni Nicchi partecipa all'incontro.

Il Rotolo ci tiene a specificare subito che questo incontro é da considerarsi un piacere fatto al Mannino, grazie alla intercessione del Mandalà: "senti qua tu sei qua, perché è Nicola che ti ha portato altrimenti tu qua non ci saresti. Nicola è un amico mio e ci tiene tantissimo a te, al punto che mi ha convinto di farti venire oggi e tu sei qua per questo. Cioè, tu non sei qua perché sei tu, sei qua perché sei lui".

Poi gli spiega, dal suo punto di vista, quale sia la condizione, riuscendo a fare in modo che i corleonesi siano quasi da considerarsi le vittime: "e allora, senti, siccome io parlo chiaro e mi scoccia fare preliminari, senti qua a noi due ci divide un vadduni [dirupo] e ci passa un fiume, quindi non è che ci possiamo unire, perché ci divide 'u vadduni! Questo vadduni lo ha costruito tuo zio, no noi. Tu non hai nessuna responsabilità ... Tu sei nipote di Totuccio Inzerillo, il quale ... Totuccio Inzerillo ed altri, senza ragione, senza ragione alcuna, sono venuti a cercarci per ammazzarci, ma nessuno gli aveva fatto niente. Ci hanno cercato e ci hanno trovato. Non siamo stati noi a cercarli. E si è creata questa situazione di lutti e di carceri e la responsabilità è di tuo zio e compagni, se ci sono morti e se ci sono carcerati! Quindi io ti dico che non c’è differenza tra voi che avete i morti e fra le famiglie che hanno la gente in galera per sempre, perché sono morti vivi o sono pure morti. Quindi se vogliamo ... c’è anche un’altra differenza. Che a voi vi sono rimasti i beni e a noi li hanno levati a tutti. [...] E quindi.. io non ho niente di personale, i tuoi parenti litigavano con tutto il mondo. Quindi, io di personale non ho niente, di personale ho una cosa: che avevano messo pure me nella lista. [...] tutti quelli che mi avevano messo nella lista e facevano parte della lista, per me devono fare solo una fine."

Raccontata questa versione della storia, passa a notare come gli accordi presi non siano stati mantenuti: "si è preso un accordo, che i tuoi parenti si dovevano rimanere lì e dovevano rispondere... perché erano [...] tutti scappati, tutti fuori in America, però dovevano rimanere reperibili e dovevano rispondere a una persona, che era Saruzzo Naimo. Ti risultano queste parole?"

Data i presupposti é lineare che Rotolo e i suoi uomini avrebbero diritto di sparare agli Inzerillo tornati in Italia in contrasto agli accordi: "quando Saruzzo doveva venire qua, voi lo avete fatto sapere prima perché vi preoccupavate [...] E allora voi lo avete fatto sapere prima, perché non era che voleva venire lui, ma erano gli sbirri che lo dovevano portare per farsi la sorveglianza e vi è stata data risposta: va bene, può venire per la sorveglianza, ma appena finisce la sorveglianza se ne deve andare. Voi questo non lo avete fatto. Gli ho detto, siete stati fortunati, perché ... se io domani fossi fuori ed incontrassi tuo cugino e gli tiro due revolverate, chi vieni tu a domandarmi ... o qualche parente tuo? Perché lui voleva venire a sparare a me! E così lo possono fare altri cento, altre mille persone che erano nelle stesse condizioni mie. Quindi garanzie al tuo parente non gliene può dare nessuno, il tuo parente se ne deve solo andare e ci deve fare sapere dove và, perché lo dobbiamo tenere sotto controllo".

Infine lo congeda con una minaccia finale: "[...] tu non ti chiami Inzerillo ma sei Inzerillo. Perché purtroppo queste cose, che non hai creato tu, perché tu magari eri ragazzo, però i tuoi parenti li hanno creati e li hanno lasciati in eredità a voi! Quindi, la situazione è questa. se tu sei sincero come me io ti sarò grato e lieto della tua sincerità. Ma stai attento perché se io mi accorgo che tu non sei sincero mi potrebbe dispiacere molto e seccarmi, specialmente perché ti ho fatto venire a casa mia"

Fonte: SOS Impresa

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