Gotha: Francesco Campanella e la politica

Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra è noto col nome di Gotha, e si è concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sulle relazioni tra cosa nostra e la politica.

Ideali e convenienze

La storia di Francesco Campanella, l'uomo che ebbe una parte fondamentale nel procurare a Bernardo Provenzano la falsa carta d'identità per il suo viaggio a Marsiglia, permette di comprendere come maifa e politica possano intersecarsi.

Il Campanella non è un affiliato a cosa nostra, ma ne è stato condizionato sin da quanto era ragazzo. E dell'organizzazione conosce uomini, strategie, investimenti, debolezze. La sua fonte privilegiata è Nicola Mandalà, suo compaesano, affiliato per volontà di Francesco Pastoia, uno degli elementi di cosa nostra più vicini a Bernardo Provenzano.

La amicizia tra Mandalà e Campanella nasce dagli interessi mafiosi nelle elezioni comunali di Villabate e si consolida in funzione degli interessi della famiglia locale nel gioco d'azzardo, nel traffico di droga, e nella grande distribuzione organizzata.

A soli diciotto anni, il Campanella è a capo del movimento giovanile nella sezione dei giovani della
Democrazia Cristiana e mira a un seggio nel consiglio comunale per le elezioni del 1990. Ma il cugino, Francesco Cottone, gli fa sapere che il boss Francesco Montalto è contrario: Campanella avrebbe dovuto chiedere il suo permesso prima di candidarsi, e non l'ha fatto.

Campanella non si piega, e riesce comunque ad essere eletto. Poi, però, si accorge che senza appoggio mafioso il suo seggio vale poco. Inizia a frequentare i politici vicini a Montalto, come il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Giannone, e il ragioniere generale del comune, Gaetano Giannone. Spesso partecipano anche Francesco e Vincenzo Montalto.

Dal 1994 l'area politica che fa riferimento ai Montalto è contrapposta a quella che, sotto le insegne di Forza Italia, è riconducibile alla famiglia Mandalà. È la riproposizione a livello politico dello scontro armato tra i Montalto e i Di Peri, alleati dei Mandalà, conseguente all'arresto di Salvatore Riina: Bagarella e Brusca da una parte, Provenzano dall'altra. Vengono uccisi Buscemi, Spataro e anche Francesco Montalto.

Nino Mandalà, padre di Nicola, propone a Campanella di abbandonare i Montalto e passare a Forza Italia. È una mossa delicata, che potrebbe costargli molto. Il Campanella si muove con circospezione, chiede e ottiene l'assenso da un mafioso locale, Salvatore Pitarresi, prima di accettare. Il passaggio si rivela un cambiamento di livello. Con Nicola Mandalà il Campanella entra anche in affari. É abile, preparato, spregiudicato. Ha contatti importanti, i testimoni al suo matrimonio sono Clemente Mastella e Salvatore Cuffaro. I Mandalà capiscono come possa essere utile loro in molti modi.

Nicola Mandalà viene messo da Provenzano a capo del mandamento a est di Palermo che include le famiglie di Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri. È un compito complesso anche dal punto di vista finanziario e il Mandalà si appoggia a Campanella per questo.

Nel 2004 il Mandalà gli presenta Giovanni Nicchi, altro personaggio emergente in cosa nostra, che ha problemi tecnici per ottenere la disponibilità di una carta di credito da usare per il suo viaggio negli USA per ristabilire i contatti con le famiglie di oltreoceano. Campanella risolve il problema egregiamente.

Per il viaggio di Provenzano a Marsiglia il Campanella, che è a quel tempo presidente del consiglio comunale di Villabate, chiede aiuto al sindaco Lorenzo Carandino e preparano il documento falso, intestandolo a Gaspare Troia, padre di uno degli uomini di Mandalà.

Campanella è diventato un uomo a disposizione dei Mandalà. Loro chiedono, lui esegue. In cambio ha un appoggio determinante nelle elezioni e nella vita politica.

Uomo ponte

Campanella agisce in nome e per conto della famiglia di Villabate. Il culmine della sua attività è il progetto di costruzione dell'ipermercato Auchan a Villabate. Una operazione che mira non solo a far incassare enormi cifre alla famiglia ma pure a darle un gran potere e prestigio.

Per le elezioni del 2001 è Campanella che seleziona il Carandino come candidato sindaco per Forza Italia e ne imposta il programma in funzione della realizzazione del progetto. Paolo Marussig, socio forte della Asset, l'azienda romana che vuole costruire il centro commerciale, viene introdotto da Campanella a Carandino, con lo scopo di integrare il programma elettorale del Carandino con quanto richiesto per il progetto. Ancora il Campanella è colui che presenta il progetto a Cuffaro, allora presidente della regione.

L'affare ha un valore stimato in 200 milioni di euro e insiste su un'area divisa tra 152 proprietari di terreno. I problemi sono molti, e Campanella li affronta rivolgendosi a imprenditori senza scrupoli,
grandi nomi del settore finanziario e bancario della regione cooptati in qualità di consulenti-garanti, esponenti politici di primo piano, progettisti e capi mafia. I Mandalà usano sia l'intimidazione che la corruzione.

Come dice Campanella: "per adempiere alla volontà di Mandalà Nicola dovevo concordare con Marussig la questione della tangente per l'approvazione del Piano che il Mandalà mi aveva richiesto in 300 milioni di vecchie lire. Tale tangente fu concordata da me e Marussig alla presenza dell'ing. Di Noto all'aereoporto di Fiumicino durante il transito di un viaggio di piacere, interamente pagato dal Mandalà, che effettuammo io, Nicola Mandalà, Tiziana Messina e mia moglie alla volta delle Seychelles. In quel luogo chiesi a Marussig la sua disponibilità a versare la somma di 300 milioni di lire, 100 alla approvazione del piano e 200 al decreto definitivo che sarebbero servite ad approvvigionare il sistema comunale, funzionari e consiglieri comunali compresi. Il Marussig mi disse che era molto fuori con il budget pertanto mi chiese di poter ridurre la tangente a 200 milioni e mi chiese di poter effettuare il pagamento estero su estero in modo da poter rendere l’operazione il meno visibile possibile."

Fonte: SOS Impresa

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