Gotha: il mandamento di Porta Nuova

Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra è noto col nome di Gotha, e si è concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte dedicata al mandamento di Porta Nuova.

Il mandamento di Porta Nuova comprende le famiglie di Porta Nuova, Palermo Centro e Borgo Vecchio.

Tra gli imputati di Gotha segnalati come appartenenti a questo mandamento si segnalano Nunzio e Nicolò Milano, Emanuele Vittorio Lipari, Salvatore Gioeli, Salvatore Pispicia e Gerlando Alberti, indicato anche come elemento di spicco della famiglia di Porta Nuova.

Il mandamento di Porta Nuova è considerato strategico negli equilibri della cosa nostra palermitana, e infatti sia Antonino Rotolo sia Salvatore Lo Piccolo hanno cercato di farlo ricadere nella propria sfera di influenza.

Tra i motivi di questo interesse vanno certamente citati i tre storici mercati cittadini, Ballarò, Capo e Vucciria, e il porto della città. Oltre ai lavori di ristrutturazione dei numerosi antichi edifici presenti in zona.

Tale impostazione trova riscontro nelle dichiarazioni di Francesco Famoso, elemento della famiglia di Porta Nuova dal 2003 al 2005 diventato collaboratore di giustizia, e dalle intercettazioni ambientali relative al box di Antonino Rotolo.

Si è così risaliti alla struttura corrente del mandamento, articolato nelle famiglie di Palermo Centro, Borgo Vecchio e Porta Nuova, e a informazioni sulla sua storia.

In una intercettazione del luglio 2005 sentiamo Rotolo che racconta ad Antonino Cinà come nacque il mandamento:
Rotolo: (...) perciò da noi è stato uno dei primi mandamenti che è nato, mi sono spiegato? (...) la famiglia di Porta Nuova (...) che non esisteva, quando c'è stata la guerra (...) c'era, intanto, Pippo Calò, tutti questi, e allora si staccò un pezzo di "Noce", un pezzo di "Palermo", un pezzo di "Molara" e gli si è fatta questa famiglia ...
Cinà: Porta Nuova era mandamento?
Rotolo: No, Porta Nuova è "Palermo", "Porta Nuova" e "Borgo".
Rotolo: (...) c'era Calò ... lui è “Porta Nuova”, però, siccome fu capo mandamento, prima di Anzelmo (...) ai tempi di La Barbera (...) c'era il mandamento di Palermo, poi da allora,
sempre questo mandamento, gli si è dato a questo Pinuzzo Citarda, ti ricordi? E poi qua c’era 'u zù Carmelo perché allora alla Noce, era (...) Noce, Malaspina e (...)
Cinà: E Cruillas.


Rotolo spiega come Porta Nuova sia nata dalla cessione di territorio da parte di altre famiglie. A capo fu messo Pippo Calò, che aveva l'appoggio di Totò Riina.

Altre risultanze investigative hanno evidenziato come le defezioni di Salvatore Cancemi e Salvatore Cucuzza abbiano portato a un conflitto intestino nel mandamento durato una quindicina di anni, e che è culminato nell'omicidio dell'allora reggente Salvatore Lo Presti, portando al potere un gruppo composto, tra gli altri, da Ninetto Madonia e Marcello Fava, che contavano sull'appoggio di Vito Vitale di Partinico.

In seguito al vertice del mandamento si insedia Agostino Badalamenti, che sarà costretto a cedere nel 2005 la reggenza a Nicola Ingarao, a causa delle sue precarie condizioni di salute.

Fonte: SOS Impresa

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