Nicola Lucà e il superenalotto

I fatti sono noti da tempo (ottobre 2005, repubblica), ma la celebrazione del processo Decollo sta dando nuova visibilità alla notizia, dandole nel contempo più dettagli.

Nel 2005, nel corso della operazione Decollo, dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro è giunta la notizia di un corposo sequestro di soldi e beni riconducibili a Nicola Lucà, indicato come capo di un clan specializzato nell'importazione di cocaina dalla Colombia.

Per permettere l'emersione delle cifre realizzate dal commercio di stupefacenti il Lucà, in concorso con altri elementi del suo gruppo, ha comprato il tagliando vincente dell'estrazione del Superenalotto del 10 maggio 2003 da oltre otto milioni di euro.

In realtà si tratta di un sistema utilizzato un po' da tutte le organizzazioni mafiose, in un articolo su repubblica del maggio scorso Roberto Saviano cita il caso Lucà, e anche un caso in cui ai vincitori di un premio da oltre 36 milioni di euro fu fatta pagare una tangente sulla vittoria. Racconta che l'interesse per la malavita organizzata per i punti SNAI e sale bingo è motivata anche da questa modalità per riciclare denaro sporco. In alcuni territori controllati dalla camorra, sarebbe prassi comune rivendere i tagliandi vincenti ai criminali, guadagnandoci sopra una quota extra.

I dettagli aggiuntivi emersi correntemente sono i seguenti:

Nicola Lucà sarebbe da considerarsi associato ai Mancuso, la 'ndrina di Vibo Valentia, una delle consorterie criminali correntemente con la maggiore disponibilità economica. I Mancuso sono noti anche per la loro filiale lombarda, operativa soprattutto nell'alto milanese.

Sarebbe confermato il legame tra i Mancuso e l'Autodefensas unidas de Colombias, struttura paramilitare colombiana, diretta da Carlos Castaño, e nella quale avrebbe avuto un ruolo importante Salvatore Mancuso, arrestato dalla polizia statunitense.

Sono stati individuati altri capitali riconducibili al Lucà, depositati in conti in agenzie Unicredit a Milano e Soverato.

Il Lucà avrebbe gestito non solo capitali di sua competenza, ma avrebbe curato il riciclaggio per l'intera organizzazione criminale.

Fonti: fatto quotidiano, reuters, agi, repubblica

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