Nino Fiume, già killer per i De Stefano (detti "arcoti" in quanto basati ad Archi, frazione di Reggio Calabria) ora collaboratore di giustizia, ha consegnato un memoriale di 28 pagine che è stato inserito tra i documenti relativi all'inchiesta Meta, relativa ad indagini sulle famiglie operanti a Reggio Calabria e sui loro accordi susseguenti al 1991.
In esso si parla di personaggi della "Reggio bene" che avrebbero frequentato Carmine e Giuseppe De Stefano, quest'ultimo indicato come "capo crimine" di Reggio Calabria da più di dieci anni.
A fianco del De Stefano avrebbe avuto ruolo direttivo e di coordinamento Pasquale 'u supremo Condello, che avrebbe delegato l'azione operativa a suoi due cugini, i fratelli Domenico Gingomma e Demetrio Condello.
Il terzo elemento al vertice di questa super-associazione sarebbe stato Pasquale Libri, capobastone della 'ndrina dei Libri succeduto al fratello Domenico don Mico Libri, tra i principali artefici della pace mafiosa del 1991 e morto nel 2006 nel carcere di Secondigliano a Napoli. Filippo Chirico, genero di Pasquale, lo avrebbe affiancato nella gestione del potere.
Fiume, che era fidanzato alla sorella dei De Stefano, racconta di essere diventato molto vicino ai due fratelli nel 1985, dopo la morte del padre, Paolo De Stefano che, alleato di Girolamo Piromalli, era uscito vincitore dalla guerra di mafia negli anni '70 che aveva determinato i nuovi assetti della 'ndrangheta. La responsabilità della sua morte viene attribuita ad Antonino nano feroce Imerti alleato dei Condello che avrebbe reagito ad un tentato omicidio nei suoi confronti da parte del De Stefano stesso. Questo episodio scatenò la seconda guerra di mafia che il Fiume racconta dal suo punto di vista, indicando chi e perché fini nel "libro nero" dei De Stefano per essere eliminati in quanto reali o anche solo possibili avversari.
Fonte: fatto
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