Dopo il suo arresto per associazione mafiosa, Marcello Trapani, avvocato dei Lo Piccolo, ha deciso di diventare un collaboratore di giustizia. Da alcune delle sue dichiarazioni é nato un filone di inchiesta per indagare sull'influenza mafiosa nel campionato di calcio, fatti di cui il Trapani sarebbe informato perché era anche procuratore sportivo di diversi giocatori.
In particolare si sta indagando sulle partite Ascoli-Palermo e Palermo-Verona del campionato 2002/2003. Poco sa, o dice di sapere, il Trapani sulla seconda partita, vinta dal Palermo il 31 maggio per 2-0, mentre pare che abbia fornito dettagli più precisi sulla prima, vinta dal Palermo il 24 maggio per 1-2.
Trapani sostiene che tre giocatori dell'Ascoli sarebbero stati contattati e lautamente pagati (si parla di duecentomila euro) per dare un aiutino al Palermo. Franco Brienza, ora alla Reggina, Salvatore Aronica, ora al Napoli, e Vincenzo Montalbano, che ha lasciato il calcio professionistico, sono indagati per il fatto.
A condurre la trattativa sarebbe stato l'allora direttore sportivo del Palermo, Rino Foschi, ora al Torino, anche lui evidentemente indagato per la vicenda.
Interessante notare che i tre non giocarono la partita, in quanto pare che l'allenatore dell'Ascoli, Bepi Pillon, avesse maturato dei dubbi sul terzetto. D'altra parte Montalbano e Aronica sostengono di non aver giocato per altri motivi (infortunio e calciomercato).
Il coinvolgimento di nomi personaggi del calcio spettacolo ha portato la vicenda in primo piano, anche se sono altri gli aspetti più notevoli delle rivelazioni del Trapani. Ad esempio, Trapani ha dichiarato che il Palermo calcio forniva ai Lo Piccolo un buon di biglietti per lo stadio, alcuni di questi erano utilizzati internamente dai mafiosi, gli altri venivano girati ai bagarini legati alla cosca. Sembra anche che la mafia utilizzasse la sua influenza per decidere chi tra i calciatori delle giovanili passasse al professionismo. Più interessante ancora il racconto sugli interessi dei Lo Piccolo per i lavori del nuovo stadio. Nell'occasione fu recapitata al Foschi una testa di agnello, giusto per fargli capire cosa andava capito.
Fonti: corriere, repubblica
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