La mafia senza un capo

Secondo Antonio Ingroia, che a quanto pare non si é lasciato particolarmente impressionare dal consiglio di tacere giuntogli di recente da Roberto Formigoni, cosa nostra sarebbe al momento senza un effettivo capo.

"Non ci sono elementi per ritenere che Matteo Messina Denaro sia l'attuale capo di cosa nostra", ha dichiarato infatti il sostituto procuratore di Palermo in occasione di una conferenza tenuta nel trapanese.

Fatto é che, se qualcuno può ambire a diventare il nuovo capo, questo é proprio Matteo "Diabolik" Messina Denaro (noto anche come 'u siccu), di cui riporto la foto diffusa dal Ministero dell'Interno che lo segnala nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità.

Il figlio di Francesco "don Ciccio" Messina Denaro faceva parte del ristretto gruppo dirigente di cosa nostra (insieme a Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Antonino Giuffrè, Giuseppe Graviano e Gioacchino La Barbera) che decise l'uso di metodi terroristici per cercare di costringere lo Stato italiano alla trattativa dopo la reazione compatta agli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il principale competitor alla successione di Bernardo Provenzano era Salvatore "il barone" Lo Piccolo, che però é stato arrestato nel novembre 2007 insieme al figlio Sandro. I personaggi che ora potrebbero ambire a contrastarlo sono Giovanni "Gianni" Nicchi (noto anche come 'u Picciutteddu - reggente del mandamento di Pagliarelli) e Domenico "Mimmo" Raccuglia ('u dutturi - boss di Altofonte) ma che al momento non sembra possano avere il suo carisma e i suoi appoggi.

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