Operazione Biancaneve

Operazione congiunta di polizia e carabinieri, che é sfociata nell'arresto di sessantaquattro presunti appartenenti al clan Sarno e altri clan minori per associazione mafiosa, estorsioni, usura e traffico di droga.

Pare che il nome dell'operazione nasca da un episodio raccapricciante: Vincenzo Sarno avrebbe commissionato l'omicidio di Vincenzo banana a Nunzio Boccia, chiedendogli di portargli il dito indice della mano destra come macabro trofeo della avvenuta esecuzione, quasi a ricordare la fiaba di Biancaneve.

Il cartello controllava la zona orientale di Napoli e parte dei comuni vesuviani fino a Nola. L'importanza dei Sarno e associati in questa zona viene paragonata a quella dei casalesi nella provincia di Caserta. Secondo il GIP che ha firmato il provvedimento giudiziario i Sarno cercherebbero di replicare "gli schemi dei Casalesi a loro volta ispirati dalle mafie calabresi e siciliane".

Tra i destinatari delle misure cautelari del clan Sarno, basato nel rione De Gasperi a Ponticelli, si é fatto il nome di quelli che ne sarebbero a capo, i fratelli Vincenzo e Giuseppe Sarno.

Tra i componenti degli Orefice e Arlistico-Terracciano, che sarebbero dal 2005 federati in un unico gruppo basato a Pollena Trocchia e Somma Vesuviana sono stati arrestati i fratelli Raffaele ed Enrico Orefice e Luisa Terracciano, 48 anni, considerata dagli inquirenti la reggente dell'organizzazione camorristica.

In una lettere del boss Giuseppe Orefice, recluso in regime 41bis sarebbe stato espresso il suo desiderio che il figlio Giovanni, 22 anni, prendesse il suo posto come suo successore.

Colpito anche un gruppo criminale che sarebbe direttamente collegato ai Sarno, attivo a Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio, che avrebbe come capi Ciro Mancuso, cognato di Vincenzo Sarno, e Vincenzo Terracciano, già membro dei Fusco-Ponticelli di Cercola.

Fonti: Polizia di Stato, apcom, virgilio, corriere, adnkronos

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