"Lombardia alla soglie di una guerra di mafia" titola Calabria Ora del 3 giugno.
Un articolo del suo direttore, Paolo Pollichieni, affronta il tema della possibile secessione delle componenti delle famiglie mafiose che, stabilitesi nella ricca Lombardia, hanno guadagnato sul campo sempre più indipendenza.
Viene citata parte della deposizione di Vittorio Foschini, collaboratore di giustizia considerato molto vicino al boss Franco Trovato, che avrebbe dichiarato che un boss di primo piano della 'ndrangheta (nome coperto da omissis) ha chiesto armi per difendere il suo territorio: cinque Kalashnikov, tre Uzi, tre Sig-Sauer. Erano armi richieste per prepararsi ad un possibile scontro con l'ala scissionista della 'ndrangheta operante al Nord. E si era nel 2002.
Si cita quindi un rapporto giudiziario che descriverebbe una struttura di tipo mafioso basata su modalità tipiche della 'ndrangheta ma basata in Lombardia, pur mantenendo ancora dei legami con le famiglie originarie di Reggio Calabria (De Stefano - Tegano) e Isola Capo Rizzuto (Arena - Colacchio).
Nell'articolo non si dice esplicitamente da dove arriva questo rapporto, ma dai nomi e dalle circostanze sembra si tratti degli atti relativi al processo nato in seguito alla operazione Oversize.
A capo di questa struttura ci sarebbe stato Rodolfo Bubba (nato ad Andali il 10 dicembre 1935) che avrebbe avuto il grado di vangelo o capobastone.
Il comitato direttivo (la "Maggiore") sarebbe stato composto da Angelo Sirianni (Petronà, 10 maggio 1955), Giuseppe Elia (Cerva, 14 aprile 1951), Carlo Mazzei (Petronà, 22 gennaio 1962), e Pierino Marchio (Cerva, 13 gennaio 1957).
Emiliano Trovato (Lecco, 27 aprile 1970), affiliato con grado di picciotto onorato, avrebbe gestito il denaro spettante alla famiglia Trovato con delega al commercio di cocaina e al mantenimento dei detenuti.
Il capo giovani sarebbe stato l'affiliato Francesco Prestia, fino al suo arresto nel 2001, al che gli sarebbe subentrato Salvatore Caligiuri (Lecco, 19 ottobre 1975)
Il picciotto di giornata sarebbe stato Massimiliano Costa (Lecco, 4 dicembre 1975)
Una stretta cerchia di affiliati vicini ad Angelo Sirianni sarebbero stati:
Federico Pettinato (Andali, 4 settembre 1964), sarebbe stato il suo braccio destro; Marco Malugani, che avrebbe avuto compiti esecutivi rispetto agli ordini del capo giovani; Filippo Bubbo (Petronà, 22 settembre 1954);
Antonio Bubbo, affiliato col grado di camorrista
Francesco Maiuolo, delegato allo spaccio di droga tra Lecco e Sondrio e al collegamento con affiliati residenti in Svizzera
Tommaso Scalzi (Cerva, 15 giugno 1969), picciotto onorato, addetto alla sicurezza di Franco Trovato, Carmine De Stefano, e Emiliano Trovato
Palmerino Rigillo (Marcedusa, 30 marzo 1950) e Giuseppe Gigliotti (Petronà, 22 novembre 1955), avrebbero agito sotto il controllo diretto del Tommaso Scalzi. Il Gigliotti, inoltre, sarebbe stato agli ordini diretti di Franco Trovato e si sarebbe relazionato con Federico Pettinato.
Raffaele Scalzi (Catanzaro, 9 giugno 1958), picciotto onorato, sarebbe stato il guardaspalle di Angelo Sirianni
Carmine Sirianni (Lecco, 15 febbraio 1977), picciotto che avrebbe gestito il traffico di stupefacenti agli ordini del Caligiuri.
Giuseppe Foriglio, gestore del bar Manzoni di Calolziocorte, che sarebbe stato luogo di ritrovo e spaccio dell'organizzazione.
Giacomo Trovato (Lecco, 1° febbraio 1977) e il cugino Emiliano Trovato (Lecco, 27 aprile 1970) avrebbero avuto tra l'altro funzioni di collegamento
Vincenzo Falzetta (Marcedusa, 7 ottobre 1961), ritenuto affiliato al locale di Petilia Policastro, che avrebbe riferimento in Franco Trovato, avrebbe gestito i locali Madison e Le Monde, con relativo spaccio di droga e avrebbe gestito col Rigillo altre iniziative, come Bio Solaire e Cafè Solaire (aperto nel 2005 a Soverato).
Viene citato quindi la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia in cui si indica Milano come nuova capitale della 'ndrangheta. Si cita Macrì, sostituto procuratore nazionale antimafia: "non ci sono più tanti satelliti che ruotano intorno a un unico sole, la 'ndrangheta di San Luca, ma una struttura federata, disposta a dialogare con la vecchia casa madre, ma non più a dipendere da essa"
Pare che sia destino che i centri direzionali mafiosi si spostino verso Milano, dato che lì sono i soldi. Si fa notare come Paolo Sergi e Antonio Piromalli siano stati arrestati a Milano da dove avrebbero diretto i loro traffici e curato le relazioni con il mondo politico e istituzionale.
La crisi economica sta aiutando le mafie, che hanno una forte liquidità, a entrare nel tessuto della società civile, che accetta capitali freschi, seppur di provenienza dubbia, al fine di permettere una riorganizzazione aziendale. Non considerando che i mafiosi possono accettare di fare il socio silenzioso solo in un primo tempo, chiedendo alla lunga conto della loro partecipazione economica.
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