Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia, 2° semestre 2008. Parte relativa alle organizzazioni criminali allogene.
I reati commessi dai cittadini romeni non mostrano una crescita in termini quantitativi hanno un notevole impatto negativo sulla sicurezza percepita da parte dei cittadini. Furto, rapina e ricettazione sono i reati maggiormente compiuti.
Le strutture organizzative sono a livello locale e articolate in piccoli gruppi autonomi. Non sembra vi siano gerarchie stabili all’interno dei gruppi.
Un reato che sembra in crescita é il furto di macchine operatrici e la loro esportazione illegale in Romania. Una organizzazione italo-romena operante in questo settore specializzato é stata colpita a Trieste. Si é stabilito che i vertici del gruppo erano italiani, mentre ai romeni toccavano i compiti operativi.
Per quel che riguarda il narcotraffico sembra che i romeni vengano solo utilizzati come corrieri, avendo quindi solo parti di secondo piano.
Per i traffici più complessi la malavita romena si appoggia in genere a strutture esterne più sviluppate. Ad esempio, a Torino é stato identificato un gruppo romeno-albanese che sfruttavano la prostituzione prelevando giovani orfane appena maggiorenni dagli orfanotrofi romeni e rubavano macchine operatrici che venivano rivendute in Romania. Un'altro gruppo prevalentemente romeno é stato colpito da una operazione giudiziale a Torino nell'ottobre scorso. Si é evidenziata in questo caso una vicinanza ad ambienti della 'ndrangheta piemontese.
La criminalità romena opera anche nelle frodi informatiche, pare infatti che buona parte del phishing, furto dei dati personali acquisiti fraudolentemente attraverso messaggi di posta elettronica, sia da attribuire a personaggi di questa provenienza. Ad esempio l'operazione Yellow Card ha colpito nel luglio 2008 un gruppo di romeni operanti a Bologna, che ha truffato oltre un milione di Euro. Il vertice del gruppo era in Romania.
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