Old Bridge: Viaggi in America

Dai documenti DIA relativi all'indagine Old Bridge, parte relativa alle risultanze emerse sui viaggi del 2003/2004 di esponenti mafiosi in America.

Dalle indagini relative alle operazioni Grande Mandamento e Gotha hanno mostrato l'inspessirsi delle relazioni tra cosa nostra americana, soprattutto per quanto riguarda le famiglie Inzerillo e Gambino, e cosa nostra siciliana, soprattutto le famiglie di Villabate, di Torretta e di Passo di Rigano.

Si é raccolta documentazione su viaggi di esponenti mafiosi siciliani in America:
  1. 26 novembre al 7 dicembre 2003, New York: Nicola Mandalà, Villabate, e Giovanni Nicchi, Pagliarelli;
  2. 23 dicembre 2003, New York: Giuseppe Inzerillo e Salvatore Greco;
  3. 22 gennaio 2004, Toronto: Filippo Casamento e Giovanni Inzerillo;
  4. 18 marzo 2004, New York: Nicola Mandalà e Ignazio Ezio Fontana, Villabate.
Le partenze sono state preparate da incontri e contatti telefonici da esponenti mafiosi di varie famiglie, in particolare una tra i vertici di Torretta, Carini e Passo di Rigano.

(1) prima della partenza, Mandalà e Nicchi hanno incontrato più volte Alessandro Sandro Mannino, Franco Inzerillo e Matteo Inzerillo, di Passo di Rigano, Vincenzo Marcianò, di Boccadifalco, e Salvatore Sorrentino, della Roccella. Si stima quindi che lo scopo del viaggio fosse concludere l'acquisto di una grossa partita di droga per conto di più famiglie mafiose. Questo fatto spiegherebbe anche come mai le donne dei due mafiosi, Tiziana Messina e Rossana Addotto, siano partite tre giorni dopo.

Dalle intercettazioni telefoniche si evince che le donne fossero comunque al corrente di quel che stava succedendo. In una telefonata il Mandalà spiega alla Messina per che motivo lui, col Nicchi, debba passare da Milano (per comprare due chili di cocaina), mentre lei sarebbe andata direttamente a Palermo:

Mandalà: Oggi ho perso due chili di coca... micidiale!
...
Mandalà: ... poi ora, la prossima settimana, ci mando qualcuno a prenderla
Messina: E com'era?
Mandalà: Buona! ...era infatti per come era arrivata!
Messina: Pura è? Cioè due tiri e poi non ne hai fatto più?


E le spiega come le spese non lo preoccupino poi tanto, dato che i soldi non sono i loro:

Messina: Sì però io non capisco 'sta cosa, se lui per esempio ha speso di più?
...
Mandalà: Anche perché non sono soldi nostri tanto... per cui non è che domani...
Messina: Sì, ma dico per una prossima volta... è possibile che poi ognuno la prossima volta si mette i soldi in tasca e quelli che deve spendere, spende!
Mandalà: Non sono problemi tuoi, non sono problemi tuoi...
Messina: Ma a me da fastidio che quello deve spendere soldi che possono essere anche tuoi
...
Mandalà: Ma non sono soldi nostri! ... già te lo spiegato dieci volte!
Messina: Quanto hai speso tu per questi?
Mandalà: Non lo so!


(3) la meta finale era New York, dove Filippo Casamento s'é ricongiunto alla sua famiglia, mentre Giovanni Inzerillo ha incontrato suo cugino Giuseppe Inzerillo, con cui é tornato a Palermo. La prima parte del viaggio pare sia servita per avere incontri riservati con mafiosi lì residenti come Michele Modica e Michele Marrese.

(4) stessa struttura del primo viaggio, numerosi incontri preparatori che coinvolgono Mandalà, Fontana e Giovanni Nicchi, Salvatore Sorrentino e Salvatore Alfano, reggente della Noce. Da una intercettazione al Mandalà si evince che il traffico a cui si sono associati i soggetti indagati é di proporzioni notevoli: ("... ora la prossima settimana ne arrivano uno, due chili... ne sono arrivati a loro cinquecento... io me ne faccio prendere altri dieci ... e me la faccio mettere da parte ...")

Rientrato da questo viaggio, il Mandalà si incontrò più volte con Francesco Pastoia, ai tempi boss di Belmonte Mezzagno, e con Giovanni Nicchi. Nicchi e Mandalà il 1° settembre 2004, si recarono presso l’abitazione di Antonino Rotolo.

Il Mandalà era stato incaricato dal Pastoia di gestire i messaggi tra Bernardo Provenzano e i capi famiglia palermitani, usando pizzini o con incontri diretti, come nel caso di Rotolo.

Il Nicchi é molto vicino al Rotolo, al punto che questo lo chiamava "figlioccio".

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Mario Cusimano e Maurizio Di Gati chiariscono lo scenario. Dice Cusimano: "In Venezuela vi era un progetto di Nicola Mandalà e Nino Rotolo per realizzare un grosso carico di cocaina a 5 mila euro al chilo, al quale era interessato anche Ezio Fontana". Mentre il Di Gati ha riferito commenti di Gerlando Messina, il boss latitante di Porto Empedocle, che avrebbe detto che gli Inzerillo "stanno cominciando a camminare... hanno possibilità di grosse quantità di droga" e che avrebbero ottenuto grazie a questa loro capacità la possibilità di rientrare a Palermo.

Durante i loro viaggi americani, tutti i mafiosi siciliani citati hanno avuto contatti con Pietro Inzerillo e Francesco Frank Calì, noto trafficante di droga dei Gambino di New York. Frank Fappiano, collaboratore dell'FBI, ha riferito già nel 1999 il Calì gli era noto come wiseguy (uomo d'onore) e che l'arresto di John e Joe Gambino portò Jackie D'Amico nella struttura di comando dei Gambino, lasciando la posizione di capo decina della 18° strada a Brooklyn al Calì. Nel 2002 Micheal Di Leonardo, che prima di passare a collaborare con l'FBI era stato tra i capi della famiglia Gambino, dichiara di aver discusso degli affari di famiglia col Calì.

Fonte: SOS Impresa

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