Alfa e Beta: Salvatore Cucuzza

Dal decreto di archiviazione del maggio 2002, redatto dal gip di Caltanissetta per le stragi Falcone e Borsellino nei confronti degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri.

Le dichiarazioni di Salvatore Cucuzza.

Salvatore Cucuzza, associato a Porta Nuova, ha confermato che Cancemi é stato il reggente di quel mandamento per conto di Pippo Calò e che tale ruolo fu poi assegnato a Vittorio Mangano.

Calò, lo incaricò di far sapere che egli non si sentiva adeguatamente rappresentato da Mangano e Cucuzza afferma di essersi incontrato con Brusca e Bagarella per portare questa ambasciata. I due risposero garantendo personalmente per Mangano, portando ad una soluzione di compromesso con una coreggenza di Mangano e Cucuzza.

Secondo Cucuzza, Mangano era coperto da Brusca e Bagarella per i suoi agganci "a livello politico" ben noti in cosa nostra, e dei quali si era vantato anche con lui: "mi disse, quando sono uscito, che aveva avuto degli agganci anche mesi prima che io uscissi con Dell'Utri... e quindi aveva avuto assicurazioni che, insomma, si sarebbe interessato per cosa nostra").

Mangano avrebbe raccontato al Cucuzza di aver lavorato presso la tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi e che lì aveva addirittura organizzato un sequestro di persona ai danni del padre dell’imprenditore. Berlusconi allontanò il Mangano ma, afferma Cucuzza: "ha paura, ecco, e quindi si aggancia ad altre persone", e quindi avrebbe girato soldi prima a Bontate, poi a Teresi infine a Giovan Battista Pullarà.

Quando viene scarcerato nel '94, Cucuzza sarebbe venuto a sapere da Mangano che era ancora in contatto con Dell'Utri e che "poteva influenzare qualche cosa (...) di interesse naturalmente di cosa nostra". Mangano avrebbe avuto l'uso di un ufficio a Como, ove si sarebbe incontrato con Dell'Utri e avrebbe riferito al Cucuzza che il Dell'Utri gli avrebbe detto: "Non fate rumore, perché altrimenti ci mettete in una condizione di non potere fare niente (...) Sì, faremo, faremo, però stiamo attenti, non facciamo succedere cose".

Anche il Cucuzza parla della fallita trattativa parallela che avrebbe usato la consegna di quadri al fine di accreditare una persona come intermediario tra mafia e lo Stato.

Dunque Cucuzza sostiene che il Brusca abbia avuto un ruolo più importante di quanto ammesso dallo stesso nella gestione della fase stragista di cosa nostra. Il Brusca ha di conseguenza cambiato leggermente la propria versione, ammettendo parzialmente quanto riferito dal Cucuzza, ad esempio sul punto dell'appoggio che diede al Mangano, motivandolo come "un problema di fiducia", senza spiegare meglio da dove questa fiducia derivasse.

Fonte: società civile

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