Montenegro Connection: sentenza n.626/01

Stralcio Sentenza n. 626/01 R.G. Sent. della Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale Civile e Penale di Bari, pronunciata in data 17.7.2001, dai verbali della "Montenegro Connection".

[...] emerge dagli atti come la penisola Balcanica fosse divenuta rifugio privilegiato per taluni appartenenti alle associazioni mafiose già operanti nel territorio nazionale, consentendo da un lato il controllo e la direzione di ingenti traffici internazionali di generi di contrabbando, di armi e di sostanze stupefacenti, dall’altro l’indisturbata latitanza di pericolosissimi promotori e dirigenti delle dette associazioni mafiose.

[...] In particolare [...] è emerso l'insediamento delle associazioni mafiose in due cittadine del Montenegro, Bar’ e Zelenica, dove si trovava il gruppo composto, fra gli altri, dai latitanti Benedetto Stano, arrestato nel novembre 1996 e poi divenuto collaboratore di giustizia, Santo Vantaggiato - ucciso nel settembre 1998 - entrambi affiliati alla Sacra Corona Unita (frangia di Salvatore Buccarella), Francesco Sparaccio, anch'egli aderente alla SCU, Giuseppe Cellamare, esponente di un pericoloso clan operante nel quartiere Carrassi a Bari poi arrestato e divenuto collaboratore di giustizia, nonché i fratelli Laraspata, dirigenti dell’omonimo clan calabrese (due dei quali poi arrestati e anch'essi collaboratori di giustizia) ed infine il gruppo di Francesco Prudentino detto Ciccio la busta esponente della Sacra Corona Unita, facente capo al fondatore Giuseppe Rogoli.

[...] nell’ultimo decennio quei latitanti abbiano dato vita [...] ad un vero e proprio accordo criminale per lo svolgimento delle attività di contrabbando tra la costa montenegrina e il litorale pugliese [...] proponendosi quali interlocutori affidabili dei grandi trafficanti internazionali tra i quali spicca senza dubbio Gerardo Cuomo. Quest’ultimo, noto come Tony o Sergio appare, alla luce delle propalazioni dei collaboratori Sarno, Stano, Cellamare e Adriano Corti, come uno dei quattro legittimi importatori di sigarette in Montenegro con la collaborazione di Alfred Bossert quale mente finanziaria del sistema addetto al riciclo dei proventi in Svizzera.

[...] si è contestato a Vaso Baosic, capo della polizia di Bar, di aver fornito,
dapprima a Benedetto Stano e successivamente a Santo Vantaggiato e ad altri, notizie di natura riservata concernenti richieste di cattura degli stessi, inoltrate dalle autorità giudiziaria di polizia italiana. Non solo, secondo l’accusa, Baosic Vaso, ricevuta notizia della presenza o della visita di delegazione italiana di polizia, immediatamente avvertiva i capi di queste organizzazioni criminali insediatesi nella cittadina di Bar, favorendone l'allontanamento, e tanto al fine di assicurare il permanere dello stato di latitanza ed il controllo mafioso dell’associazione. Tutto ciò [...] in cambio di danaro e di regali di ingente valore. Insieme a Baosic [...] c’era anche [... ] Djuro Crnojevic [che aveva] fornito il suo contributo di interprete a Vantaggiato nei rapporti con il Baosic, nonché [...] avesse fatto da interprete in una cerimonia di affiliazione di uno slavo al Vantaggiato.

[...] Dalle dichiarazioni dello Stano emerge che Prudentino Francesco, è stata una persona protetta in Montenegro ai massimi livelli, [...] è stato l'unico a non essere restituito dal Montenegro all’Italia con una procedura di espulsione, in quanto al Prudentino è stato consentito di allontanarsi dal Montenegro, tant'è che, come è noto, è rimasto latitante per un altro anno in Grecia e successivamente catturato proprio in questo Paese. Stano rendeva quindi spiegazioni sul perché Prudentino era molto forte in Montenegro "a livello di mafia, a livello con i Giudici, a livello con la polizia, che là la mafia è la polizia, mica siamo noi". In particolare lo Stano riferiva degli agganci di Prudentino con il capo della Polizia, Vaso Baosic, con numerosi magistrati, nonché con un facoltoso imprenditore, conosciuto con il nome di Brano, imparentato con il presidente del Montenegro, Milo Djukanovic.

[...] Zelenica è a nord, ed in essa trovano rifugio, ospitalità e base operativa soprattutto esponenti criminali campani ed in più, per alcuni anni, lo stesso Francesco Prudentino. Bar’, a sud del Montenegro, invece ospita latitanti brindisini e baresi e, in particolare, Giuseppe Cellamare che viene individuato come il re incontrastato del quartiere Carrassi di Bari.
I Laraspata, anche essi emersi nello scenario criminale dopo la metà degli anni '90,
trovano rifugio dapprima a Zelenica e quindi [...] a Bar’ [...]

[...] Nel corso delle indagini è altresì emerso che qualsiasi soggetto si rifugiasse dall’Italia in Montenegro doveva avere un accredito ossia essere legittimato ad entrare quindi "sponsorizzato" da qualche influente criminale italiano.

[...] stretto legame tra i gruppi criminali e le Autorità locali del Montenegro ed i metodi mafiosi adoperati. [...] nonostante ci sia stato quello scontro a fuoco nel quale Cellamare e Porro hanno sparato a Giuseppe De Felice e a Nicola Solazzo [...] incredibilmente sono stati espulsi non gli autori della sparatoria, bensì le vittime.

[...] l’episodio del giovane slavo, capo di un gruppo criminale locale che operava a Bar, che pensò di inserirsi in questo business [...] chiedendo una tangente con una minaccia a Francesco Prudentino, il quale, avrebbe chiesto a Stano di eliminarlo.
Lo Stano, secondo le sue confessioni, fa sparare all’estortore e il cadavere viene nascosto in un giardino, subendo poi una serie di spostamenti a seconda e con riferimento al momento in cui [...] una serie di persone hanno successivamente deciso di collaborare con la giustizia, proprio per il timore che [...] ciascuno potesse rivelare il luogo ove il cadavere era sepolto.

Fonte: publicintegrity.org

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