Gotha: Mario Cusimano

Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte dedicata ai collaboratori di giustizia:

Mario Cusimano

Il suo contributo a Gotha riguarda in particolare i rapporti di Giovanni Nicchi e Antonino Rotolo con Nicola Mandalà e Antonino Mandalà, con riferimento ai soggetti che garantivano la latitanza di Bernardo Provenzano, al progetto di traffici di stupefacenti e alle dinamiche interne di cosa nostra.

Come si legge nella sentenza del processo Grande Mandamento, il Cusimano ha
gestito per conto di Nicola Mandalà, e quindi della famiglia di Villabate, attività nel campo dei giochi e delle scommesse sportive a Villabate e a Palermo, e anche un giro di scommesse clandestine. Dalla data del suo arresto, il 25 gennaio 2005, s'é mostrato disposto alla collaborazione, e ha fornito un notevole apporto, facendo luce, tra l'altro, su dettagli del supporto logistico offerto a Bernardo Provenzano quando si é recato in Francia per delle cure mediche. Tra l'altro ha narrato come Francesco Campanella, già presidente del consiglio comunale di Villabate, avrebbe apposto il timbro del Comune sul falso documento utilizzato dal Provenzano nell'occasione.

Ha subito ammesso di essere vicino alla famiglia di Villabate, e a Nicola Mandalà in particolare, riferendo vicende della famiglia, come il contrasto tra Antonino Mandalà, padre di Nicola, e i Montalto, emerso in particolare in occasione della campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Villabate, i Mandalà appoggiavano un loro parente, Navetta, candidato di Forza Italia, mentre i Montalto appoggiavano il candidato avverso. O i contrasti tra Nino Mandalà e Montalto Francesco (in quel
momento rappresentante mafioso di Villabate) e suo zio Vincenzo Montalto.

Ha raccontato dei contatti tra Ezio Fontana, il Mandalà e il Provenzano, e come fosse nato un rapporto molto stretto tra il Mandalà e Francesco Ciccio Pastoia. Come pure dell'attività nel traffico di droga di Nicola Mandalà ed Ezio Fontana.

Ha parlato degli incontri tra Nino Rotolo di Pagliarelli, con il Mandalà, procurati da Giovanni Nicchi.

A proposito dell'omicidio Geraci ha riferito di aver saputo dal Mandalà che la decisione era stata presa "dallo stesso Mandalà, da Francesco Pastoia e da Nino Rotolo, in una serie di incontri sia bilaterali che a tre, questi ultimi tenutisi presso l'abitazione del Rotolo che era in detenzione domiciliare."

Sui traffici di droga ha fatto dichiarazioni come la seguente: "In Venezuela vi era un progetto di Nicola Mandalà e Nino Rotolo per realizzare un grosso carico di cocaina a 5 mila euro al chilo, al quale era interessato anche Ezio Fontana."

Da queste dichiarazioni si evince che il Cusimano ha svolto un ruolo attivo fino al momento del suo fermo, è soggetto particolarmente accreditato perché stato vicino al vertice della famiglia di Villabate e anche al Provenzano.

Si sottolinea che le dichiarazioni del Cusimano, considerate logiche e coerenti, sono state confermate da quelle di Francesco Campanella; si sono positivamente
inserite nei risultati della attività investigativa; hanno trovato puntuale riscontro nelle conversazioni intercettate e negli esiti dei pedinamenti.

Si valutano quindi come altamente attendibili i contributi di Mario Cusimano.

Fonte: SOS Impresa

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