Iscaro-Saburo: Santoro e Barbarino

Dalla sentenza del procedimento penale contro Andrea Barbarino e altri 23, comunemente noto come processo Iscaro-Saburo, che si é concluso con l'udienza del 7 marzo 2009 presso la corte di assise di Foggia.

Il tentato omicidio di Michele Santoro e Andrea Barbarino contestato a Giuseppe Manzella.

Secondo l'accusa il Manzella avrebbe sparato con intento omicida, usando un fucile calibro 12, il 2 ottobre 2000 a Manfredonia, in concorso con Matteo Ferrandino e Matteo Mangini (entrambi in seguito assassinati) e con altre persone non identificate, ad Andrea Barbarino e a Michele Santoro.

Le accuse hanno base nelle intercettazioni effettuate nella automobile in uso a Franco Li Bergolis.

In questo stralcio di dialogo tra Franco e Matteo Li Bergolis e apparirebbe come i due abbiano identificato lo sparatore, e qui vedano suo cugino:

Franco: lo vedi il cugino di quello che ha sparato a compà Michele, con i jeans blu?
Matteo: il biondino?
Franco: no, non lo guardare
Matteo: il biondino?
Franco: sì
Matteo: fai ... fai ... fai un altro giro, fammelo guardare bene com'é
Franco: lo dobbiamo scannare moh che dopo
Matteo: si, ohu ... non dire in questa macchina ... France' (...)
Franco: gira da qua, là é controsenso ... se si butta qualche stupido a tutta raffica e mi schiaffa qualche "taccarata" poi veramente lo devo scannare ... eh
Matteo: tu dici che e' stato quello là proprio?
Franco: (...) ha visto bene a compà Michele ... diciamo ... lui se lo immaginava che era ... però poi quando l'abbiamo ... l'ha visto di persona mi ha detto: "non mi posso sbagliare, lui è ... lui è" ... eh, se ne sarà andato ... fammi vedere ... se n'è andato ... se n'è andato.


Da quest'altro stralcio di dialogo tra Franco Li Bergolis e Michele Santoro emergerebbe che il Santoro ha individuato i due autori del tentato omicidio:

Li Bergolis: ma lo sai che vanno ... l'hanno arrestato a quello?
Santoro: ma chi é?
Li Bergolis: il socio di Sansone (soprannome della famiglia Manzella)
Santoro: ah
Li Bergolis: Spiriptul ... Gino
(...)
Santoro: quel ragazzo sta troppo spaventato ...
Li Bergolis: chi é?
Santoro: Andrea?
Li Bergolis: Andrea? ... e com'é?
Santoro: sta spaventato quel ragazzo ... da quando (...) 'sto fatto a me
(...)
Santoro: quel ragazzo sta spaventato hai visto? quel ragazzo sta spaventato ... però io a quel ragazzo non lo posso acchiappare, non gli posso dire niente, perché pure se lo acchiappo, quello lo sa ... "la macchinetta che hanno rubato a chi è che gliel'hai data? ... a chi é che avete preso la macchinetta?" ... a quello non lo puoi dire, hai capito? ... ecco perché allora posso acchiappare questo amico di Mangini, quello sa ... hai capito? perché loro sanno
(...)
Li Bergolis: ci dobbiamo dare un poco una mossa
Santoro: meh ... devono dire chi é che ha preso la macchina e a chi gliel'hanno data la macchina
Li Bergolis: può essere stato quello alto e fermo ... chi é che ha fatto quel servizio ... eppure tu sei convinto che lui ... quel Mangini ... quello se lo stringiamo alla zenna senza che se gli facciamo niente ...
Santoro: sì, sì
Li Bergolis: ... quello canta tutte le cose
(...)
Li Bergolis: a Matteo ieri gliel'ho fatto vedere quel ragazzo
Santoro: sì, l'ha visto ma non ... ma compa' Matteo non li tiene presente ... quelli li devi guardare sempre in faccia i cornuti (...) quell'altro che tiene ... che vende le cozze, quello sa il fatto ... quello sa per filo e per segno, perché in quel periodo se la facevano sempre insieme (...) però a questi qua tu non gli puoi dire niente, perché se vengono fatti qualche cosa e dici una parola a quelli, ti vengono a prendere come un fesso, io perché non gli ho detto niente e non gli ho alzato una mano, ma lo sai in corpo a me che ci sta?
Li Bergolis: io detto che così non ci voglio stare ... dobbiamo vedere di aprire qualche cosa, 'ste onoranze funebri ... rimaniamo solo noi
Santoro: Santo Matteo
Li Bergolis: (sorride) ... ci apriamo un coso di onoranze funebri? ... se dobbiamo fare qualche servizio, gli rimaniamo pure il bigliettino ... "rivolge ...";
Santoro: (sorride)
Li Bergolis: (sorride) ... ohu, "rivolgetevi qua per il funerale" ... compare ci danno ... ci danno ottant'anni ciascuno, ci danno


Ancora più espliciti i due in questo stralcio:

Santoro: e io a quello che mi ha fatto il dispetto, a quello lo devo (...) sta Gesù Cristo, che moh che lo prendo io con le mani, no con gli altri fatti ... lo devo scannare con le mani
Li Bergolis: io lo conosco ... moh deve venire pure ... moh ... moh é la volta che dobbiamo stare attenti
Santoro Michele: no, é la volta che deve stare attento pure lui
Li Bergolis: però lo senti a compà Mario, dice: "lasciamoli perdere" ... tu poi glielo devi dire sia a Mimino che a Salvatore
Santoro: quando?
Li Bergolis: devi dire: "raga', voi fatevi tutti quanti i fatti nostri, acchiappate i nipoti nostri e fategli fare i fatti loro" ... ma quello ... quello che ci é venuto a fare il fatto, quello deve morire


E questo stralcio sarebbe quello che identifica con certezza il Manzella:

Santoro: (...) che cazzo fa ... hai visto perché hanno salutato i Mangini? ... che io ho detto: "ragà, quelli stanno macchiati" ... no, quelli stavano là all'ospedale, che sono venuti all'ospedale a me cacano il cazzo, quelli sono venuti a vedere se eravamo morti o no
(...)
Li Bergolis: Matteo pure stava?
Santoro: eh
Li Bergolis: allora é come dici tu, sono andati alla casa del nonno là ... perché quello é il figlio, quello che dice che ha fatto il servizio a te
Santoro: sì
Li Bergolis: il fratello proprio di ...
Santoro Michele: sì, sì
Li Bergolis: ... Salvatore
Santoro: io a quello lo devo scannare
Li Bergolis: questo ... quello era un poco ... quello mi sono accorto io che quello é stato sempre un poco malandrino, tiene una ... tiene una Punto decappottabile ... gialla pure mi sembra che é (...) quella faccia di merda ... mi sembra che é il fratello più grande questo qua
Santoro: é sposato?
Li Bergolis: in Germania ... é un poco come il nipote, hai visto?, biondo, non é come Salvatore (...) bisogna avvisarlo allora compare Mario, compare Mario (...) sì, perché io lo conosco, perché quello io l'ho sempre visto, che quello é stato sempre un figlio di zoccola, il malandrino faceva ... hai capito?


Il Manzella ha affermato di essere completamente estraneo ai fatti e di aver scoperto solo successivamente mediante i giornali di essere stato coinvolto nel tentato omicidio di Michele Santoro e Andrea Barbarino. Faceva notare che viveva in Germania e di poter dimostrare che era lì in quel periodo. Non avrebbe mai posseduto una Fiat Punto gialla decappottabile precisando che tale macchina era in possesso di un suo vicino di casa.

L'imputato non è considerato credibile quando vuol far credere di mancare dall'Italia da anni, ma sta di fatto che l'alibi dell'imputato troverebbe conferma oltre che nella documentazione in atti nelle prove a discarico addotte dalla difesa.

La Corte ritiene perciò che vada pronunciata sentenza di assoluzione, per non avere il Manzella commesso il fatto.

Fonte: Studio Legale Vaira

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