Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte dedicata ai principali arresti.
Numeri e volti
La gestione dei pizzini é effettuata con tutte le cautele possibili. Anche i messaggi sono, in un qualche modo, resi oscuri al lettore esterno. Ma un lungo e paziente lavoro investigativo ha svelato molti dei nomi che erano nascosti dietro numeri, sigle o pseudonimi.
Anche le intercettazioni aiutano a decifrare i nomi. Ad esempio Antonino Cinà viene intercettato in una discussione con Antonino Rotolo: "io sono il centosessantaquattro ... uno, sei, quattro ... io ci metto N.N., ma siccome c'è qualcun altro che ci mette N.N., io scrivo pure un segnale, e lui lo capisce". La frase chiave é: "ti dovevo dare altri cinquanta milioni... lui lo capisce subito". E la conferma arriva da uno dei pizzini sequestrati a Provenzano, in cui 164 parla dei cinquanta milioni.
Uno degli argomenti trattati dai pizzini é la trattativa sul rientro degli Inzerillo di Passo di Rigano in Italia. La cupola di cosa nostra li ha esiliati negli USA dai tempi della guerra di mafia conclusa con la vittoria dei corleonesi a scapito degli scappati. Totò Riina avrebbe preferito una soluzione più radicale, secondo lui degli Inzerillo "non doveva rimanere neppure il seme sulla faccia della terra". Ma grazie alla mediazione delle cinque grandi famiglie newyorkesi (Gambino, Bonanno, Lucchese, Genovese e Colombo) si era giunti a quel compromesso.
Totuccio Inzerillo era a capo assieme a Stefano Bontate dello schieramento contrapposto ai corleonesi. I due sono stati uccisi nel 1981 a tre settimane di distanza l'uno dall'altro. Il fratello Pietro era scappato a Philadelphia, dove gestiva ristoranti sotto falso nome. Anche Pietro, come il fratello, viene tradito e ucciso. Nel gennaio '82 viene eliminato con un colpo di pistola alla testa e, come sfregio, gli viene infilata in bocca una mazzetta di dollari.
Sulla questione del rientro degli Inzerillo si sono formate due fazioni, a capo delle quali ci sono Antonino Rotolo, contrario, e Salvatore Lo Piccolo, favorevole. É solo un tema che contrappone di due boss, la possibilità che scoppi una nuova guerra di mafia é molto alta.
Sui pizzini Antonino Rotolo è il numero 25, Salvatore Lo Piccolo il 30 e Sandro Lo Piccolo il 31.
Provenzano tiene una posizione ambigua, Vincenzo Marcianò, capo mandamento di Passo di Rigano-Boccadifalco, se ne lamenta con Francesco Bonura e Calogero Mannino, vicini a Rotolo, in una conversazione intercettata nel marzo del 2005. Per Marcianò questa indecisione del boss é un segno della debolezza dell'organizzazione: "questo è il periodo più brutto di cosa nostra, il più brutto, perché non ci fidiamo più uno dell'altro, perché ogni arricugghiuta (retata) c’è un operaio (pentito) nuovo".
Fonte: SOS Impresa
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