Nel 1992 Agostino Pino buttigghiuni Reina scomparve dalla circolazione, in breve si diffuse la notizia che fosse stato eliminato, un caso di lupara bianca all'interno della divergenze tra cosa nostra e stidda, e di lui si persero le tracce.
Ora la squadra mobile di Caltanissetta, nell'ambito delle investigazioni che sono sfociate nell'operazione Mantis Religiosa, ha fatto luce sul caso e ha arrestato tre persone: il Reina, 32 anni all'epoca dei fatti e ritenuto essere uno stiddaro, venne ucciso in quanto ritenuto responsabile di atti indimidatori ai danni degli Emmanuello, ai vertici della cosa nostra gelese.
Maria Rosa la maga Di Dio, sorella di Orazio Di Dio, un affiliato di cosa nostra ucciso nel corso della guerra di mafia dell'89, e amica della moglie della vittima, è accusata di aver teso una trappola al Reina, invitandolo a incontrarsi con lei in una casa nella campagna gelese, dove invece lo attendevano i suoi sicari.
L'ordinanza di custodia cautelare coinvolge anche Davide Emmanuello, 46 anni, già detenuto, e Rocco Manfrè, 65 anni.
Il Reina, colto di sorpresa, sarebbe stato legato a una sedia, torturato e strangolato. L'esecuzione sarebbe risulta di gradimento degli Emmanuello, che si sarebbero ritenuti sfidati nell'onore dal Reina, e i fratelli Davide e Alessandro avrebbero anche offerto un premio extra agli elementi del commando omicida.
Il cadavere, poi, sarebbe stato occultato da Rocco Manfrè e Alessandro Emmanuello. Dopo due mesi, inoltre, i resti sarebbero stati nuovamente spostati, tecnica utilizzata per complicare le indagini, da Crocifisso Smorta, braccio destro di Davide Emmanuello.
Si è risalti a questa ricostruzione dei fatti grazie alla collaborazione di due ex affiliati agli Emmanuello: lo stesso Crocifisso Smorta e Fortunato Ferracane.
La gestione vera e propria dell'omicidio sarebbe stata commessa da un gruppo di persone, detti "i ragazzi dello Chantilly", tra cui sarebbero stati inclusi personaggi minorenni all'epoca dei fatti.
Fonti: Polizia di Stato, repubblica, agi/1, agi/2
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