Matteo Messina Denaro, considerato da molti il personaggio più importante della cosa nostra siciliana correntemente in attività, sarebbe andato allo stadio Renzo Barbera di Palermo per vedere la partita dei rosanero contro la Sampdoria, decisiva per l'accesso alla Champions League.
Secondo un collaboratore di giustizia, la partecipazione all'evento sportivo del Messina Denaro sarebbe da mettere in relazione ad un vertice mafioso. Alcuni boss palermitani avrebbero chiesto di stabilire con lui una linea comune nelle operazioni, fatto che la dice lunga sull'influenza che avrebbe ormai il boss trapanese sui fatti di Palermo.
I boss palermitani sarebbero stati favorevoli al ritorno ad una politica stragista, puntando a colpire il palazzo di giustizia e la squadra mobile palermitana, e pensando anche ad una sorta di azione dimostrativa che avrebbe previsto due attentati in ogni provincia siciliana.
Il Messina Denaro avrebbe negato il suo avallo a questa politica, preferendo quindi la politica classica di cosa nostra in queste situazioni: l'immersione. Preferirebbe quindi rendere l'organizzazione meno visibile e preparare il rientro appena le circostanze lo renderebbero possibile.
Se la partecipazione al vertice sembra perfettamente plausibile, ci sono perplessità sul fatto che Messina Denaro sia effettivamente andato allo stadio, data la evidente pericolosità della situazione. Si ricorda che un elemento molto vicino a Messina Denaro, Andrea Mangiaracina, venne rintracciato e poi arrestato proprio a causa della sua passione calcistica: nel 1990 si fece intercettare per chiedere ad un fiancheggiatore di portargli in televisore, in modo da poter seguire i mondiali di calcio. Ma si ricorda anche un soprannome del boss, diabolik, che lascia intendere una certa calcolata noncuranza nell'agire rischiosamente.
Fonti: repubblica, secolo XIX
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