Sessantasette arresti a colpire principalmente il locale di Corigliano, basato nell'alto Ionio cosentino, sono il risultato dell'operazione Santa Tecla che si è svolta tra le province di Cosenza, Reggio Calabria, Foggia, Roma, Bologna, Brescia e Milano.
Tra gli arrestati vengono segnalati Mario e Franco Straface, imprenditori, fratelli del sindaco di Corigliano.
Il nome dell'operazione è stato dato in seguito al fatto che le prime indagini hanno riguardato degli incontri avvenuti a Milano, per l'appunto in zona Santa Tecla, tra elementi della banda al fine di gestire il traffico di droga da smistarsi nel nord Italia e proveniente dalla Calabria.
In appoggio alle indagini sono risultati fondamentali i contributi apportati dalle intercettazioni ambientali e telefoniche e le testimonianze rese da collaboratori di giustizia, come Carmine Alfano, cognato di Maurizio Barilari; Vincenzo Curato; Giorgio Basile; Giovanni Cimino; Antonio Cimino; Giampiero Converso e Tommaso Russo.
Fino al giorno del suo arresto, 16 luglio del 2009, a capo del locale sarebbe stato Maurizio Barilari, che era subentrato ad Antonio giravite Bruno, ucciso il 10 giugno 2009, che aveva ceduto il comando in seguito al suo precedente arresto, anche in seguito alle pressioni degli zingari di Cassano e in particolare di Franco dentuzzu Abbruzzese, che ne sarebbe a capo.
Altri elementi di spicco del locale sarebbero stati Pietro Salvatore Mollo e suo cognato Alfonso Sandro Marrazzo che avrebbero tra l'altro usato le loro connessioni con i Farao-Marincola di Cirò Marina per creare una rete parallela per lo smercio di stupefacenti.
Fonti: repubblica, giorno, corriere, asca
Nessun commento:
Posta un commento