Sono 24 le ordinanze di custodia in carcere eseguite dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta nel corso dell'operazione Triskelion, coordinata dalla DDA di Caltanissetta.
Le indagini hanno riguardato flussi sospetti di denaro tra l'Italia e il Belgio che sono stati attribuiti all'attività di imprese gestite da un clan che operava nell'hinterland milanese in collegamento con la famiglia mafiosa di Pietraperzia, nell'ennese.
I pricipali referenti della famiglia in Lombardia sarebbero Giovanni Tramontana e Felice Canna. Ma l'attività locale sarebbe stata coordinata da un bergamasco, Giovanni Marchetti che sarebbe stato appoggiato da Carlo Trapiletti e Claudio Ricci. A capo della organizzazione sarebbero stati identificati i fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, appartenenti alla famiglia di Pietraperzia e che avrebbero fatto riferimento in Lombardia alla decina di Cologno Monzese, che sarebbe diretta da Calogero Ferruggia.
Arrestati anche Franco Cardaci, della Guardia di Finanza, e Roberto Scalercio, appuntato dei carabinieri. Ai domiciliari l'avvocato Luca Bauccio e la commercialista Loredana Poli, indagati per il loro presunto coinvolgimento in una truffa operata dalla famiglia ennese ai danni dell'INPS.
Fonti: ansa, agi, sicilia informazioni
Operazione Phuncards-Broker
Due indagini, una del Ros e una del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, si sono unite e sono sfociate nell'operazione Phuncards-Broker che ha portato all'emissione di 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di 4 ai domiciliari.
L'indagine Phuncards della finanza é nata seguendo i movimenti sospetti su un conto corrente e dall'analisi dei flussi di denaro legati alla commercializzazione di una carta prepagata per l'acquisto di contenuti nel web. L'indagine Broker dei carabinieri nasce da una tangente da un milione e mezzo di euro a favore di un maggiore della finanza, Luca Berriola. A unire le due inchieste il fatto che la tangente, transitata da Panama, é stata considerata riconducibile alla Broker Management SA, che a sua volta era la società che i finanzieri stavano controllando nella loro indagine.
La Procura Distrettuale Antimafia di Roma ha coordinato le due indagini che hanno permesso di individuare una struttura per il riciclaggio di ingenti somme di denaro basata su società di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore, costituite per l'occasione. Si stima un giro di operazioni inesistenti per un miliardo e ottocento milioni di euro.
Personaggio chiave della vicenda sarebbe stato Gennaro Mokbel, che avrebbe fatto da collegamento tra le società di telecomunicazione che si occupavano del riciclaggio e la 'ndrina della 'ndrangheta che metteva i soldi.
Seguendo i contatti tra Gennaro Mokbel, il Berriola e gli appartenenti alla 'ndrina degli Arena, gli investigatori hanno scoperto, tra l'altro, come gli Arena avessero sostenuto la candidatura e l'elezione di Nicola Paolo Di Girolamo, considerato tra gli organizzatori del meccanismo finanziario, al Senato. Si sarebbero documentati incontri ad Isola di Capo Rizzuto dove Di Girolamo e Mokbel avrebbero pianificato con Fabrizio Arena e Franco Pugliese, esponenti degli Arena, le vicende in questione.
In uno di questi incontri il Pugliese avrebbe incaricato una persona di agire in concerto con un elemento indicato dal Mokbel per gestire la campagna elettorale del Di Girolamo a Stoccarda. Si sarebbero inoltre impossessati di un cospicuo numero di schede elettorali assegnando il voto al Di Girolamo. Una consulenza ha certificato che il nome del Di Girolamo su molte schede é scritto da un ristretto numero di persone.
Risulterebbe coinvolto anche Silvio Scaglia, fondatore ed ex amministratore delegato di Fastweb. La società si dichiara estranea e parte lesa nella vicenda.
Fonti: sole24ore, agi, borsa italiana, adnkronos, repubblica
L'indagine Phuncards della finanza é nata seguendo i movimenti sospetti su un conto corrente e dall'analisi dei flussi di denaro legati alla commercializzazione di una carta prepagata per l'acquisto di contenuti nel web. L'indagine Broker dei carabinieri nasce da una tangente da un milione e mezzo di euro a favore di un maggiore della finanza, Luca Berriola. A unire le due inchieste il fatto che la tangente, transitata da Panama, é stata considerata riconducibile alla Broker Management SA, che a sua volta era la società che i finanzieri stavano controllando nella loro indagine.
La Procura Distrettuale Antimafia di Roma ha coordinato le due indagini che hanno permesso di individuare una struttura per il riciclaggio di ingenti somme di denaro basata su società di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore, costituite per l'occasione. Si stima un giro di operazioni inesistenti per un miliardo e ottocento milioni di euro.
Personaggio chiave della vicenda sarebbe stato Gennaro Mokbel, che avrebbe fatto da collegamento tra le società di telecomunicazione che si occupavano del riciclaggio e la 'ndrina della 'ndrangheta che metteva i soldi.
Seguendo i contatti tra Gennaro Mokbel, il Berriola e gli appartenenti alla 'ndrina degli Arena, gli investigatori hanno scoperto, tra l'altro, come gli Arena avessero sostenuto la candidatura e l'elezione di Nicola Paolo Di Girolamo, considerato tra gli organizzatori del meccanismo finanziario, al Senato. Si sarebbero documentati incontri ad Isola di Capo Rizzuto dove Di Girolamo e Mokbel avrebbero pianificato con Fabrizio Arena e Franco Pugliese, esponenti degli Arena, le vicende in questione.
In uno di questi incontri il Pugliese avrebbe incaricato una persona di agire in concerto con un elemento indicato dal Mokbel per gestire la campagna elettorale del Di Girolamo a Stoccarda. Si sarebbero inoltre impossessati di un cospicuo numero di schede elettorali assegnando il voto al Di Girolamo. Una consulenza ha certificato che il nome del Di Girolamo su molte schede é scritto da un ristretto numero di persone.
Risulterebbe coinvolto anche Silvio Scaglia, fondatore ed ex amministratore delegato di Fastweb. La società si dichiara estranea e parte lesa nella vicenda.
Fonti: sole24ore, agi, borsa italiana, adnkronos, repubblica
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'ndrangheta
Arresto di Pasquale Vargas
Considerato ai vertici dei casalesi, Pasquale Giovanni Vargas, 44 anni, è stato arrestato in seguito all'irruzione dei carabinieri in un appartamento di Giuliano. Arrestata anche Caterina Ciccarelli, 47 anni, accusata di favoreggiamento, ricettazione e detenzione illegale di armi.
Il Vargas sarebbe uno degli uomini più vicini a Francesco cicciotto 'e mezzanotte Bidognetti e avrebbe tenuto i collegamento tra i Bidognetti e Michele Zagaria. Su di lui pende una condanna in seguito alle risultanze del processo Spartacus.
Questo arresto segue a breve distanza quello di Corrado De Luca, considerato vicino a Antonio Iovine, e anche lui con una condanna in relazione al processo Spartacus.
Fonti: repubblica, stampa, momento-sera
Il Vargas sarebbe uno degli uomini più vicini a Francesco cicciotto 'e mezzanotte Bidognetti e avrebbe tenuto i collegamento tra i Bidognetti e Michele Zagaria. Su di lui pende una condanna in seguito alle risultanze del processo Spartacus.
Questo arresto segue a breve distanza quello di Corrado De Luca, considerato vicino a Antonio Iovine, e anche lui con una condanna in relazione al processo Spartacus.
Fonti: repubblica, stampa, momento-sera
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Camorra
Arresto di Saverio Loconsolo
Saverio Loconsolo, 31 anni, ricercato per associazione mafiosa, estorsione e usura, é stato arrestato a Santo Domingo.
Considerato a capo dei Cassotta di Melfi, quasi un 'ndrina della 'ndrangheta, era noto per avere forti collegamenti con 'ndrine di Gioiosa Jonica. Sotto la sua guida i Cassotta avrebbero ottenuto una posizione predominante nella zona di Melfi.
L'operazione é stata gestita da agenti della squadra mobile di Potenza, dallo SCO della Polizia, e dall'Interpol.
Si é accertato che il Loconsolo aveva prima soggiornato in Venezuela, da parenti della moglie, per poi muoversi a Santo Domingo, dove viveva la madre. Era poi stato raggiunto da moglie e figli.
Il Loconsolo era sfuggito all'arresto nell'aprile scorso, quando l'operazione Fox aveva portato all'arresto di altri sei presunti affiliati ai Cassotta.
Fonti: Polizia di Stato, gazzetta del mezzogiorno
Considerato a capo dei Cassotta di Melfi, quasi un 'ndrina della 'ndrangheta, era noto per avere forti collegamenti con 'ndrine di Gioiosa Jonica. Sotto la sua guida i Cassotta avrebbero ottenuto una posizione predominante nella zona di Melfi.
L'operazione é stata gestita da agenti della squadra mobile di Potenza, dallo SCO della Polizia, e dall'Interpol.
Si é accertato che il Loconsolo aveva prima soggiornato in Venezuela, da parenti della moglie, per poi muoversi a Santo Domingo, dove viveva la madre. Era poi stato raggiunto da moglie e figli.
Il Loconsolo era sfuggito all'arresto nell'aprile scorso, quando l'operazione Fox aveva portato all'arresto di altri sei presunti affiliati ai Cassotta.
Fonti: Polizia di Stato, gazzetta del mezzogiorno
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'ndrangheta
Gotha: Giovanni Nicchi
Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sui nuovi interessi di cosa nostra fuori dalla Sicilia.
Ti insegno a uccidere
Rotolo: Spara sempre due tre colpi e non ti avvicinare assai
Nicchi: Noo, lo so, già ne abbiamo parlato di queste cose di qua
Rotolo: Non c’è bisogno di fare troppo _scrusciu_; uno per buttarlo a terra e quando cade a terra in testa e basta. Vedi che in testa poi ti può _sbrizziari_, quindi subito te ne devi andare...
Antonino Rotolo fa un ripasso a Giovanni Nicchi sulla procedura da seguire per un attentato. Il giovane Nicchi si mostra all'altezza delle aspettative dell'anziano padrino. Nato nel 1981 è un già protagonista in cosa nostra, ha mostrato le sue capacità anche nel viaggio a New York con Nicola Mandalà per riannodare la collaborazione con le famiglie newyorkesi nel traffico di droga. Nicchi, secondo Francesco Campanella e Mario Cusimano, coordina le operazioni in nome e per conto di Nino Rotolo. Per questo motivo incontra più volte Sandro Mannino, Franco 'u nivuro Inzerillo, Matteo Inzerillo, Vincenzo Marcianò e Salvatore Sorrentino.
Il Nicchi ha una ampia visione del marcato mondiale della droga, parla con il Rotolo di collaborazioni con camorra e 'ndrangheta, di un canale aperto con l'Uruguay, via Giulio Bonanno, che avrebbe dovuto portare "cinque, dieci chili al mese", ha contatti a Milano, a Napoli e tiene pure rapporti con svariati elementi in Palermo, trasversalmente alla divisione familiare della zona: alla Guadagna, a Falsomiele, nei palazzi di Dallas a Bonagia, alla Vucciria, allo Zen.
Oltre alla droga controlla anche le attività paralegali di Rotolo ed é riconosciuto come rappresentante unico di Rotolo in cosa nostra. Maurizio Di Gati narra ad esempio che nella riunione chiamata per cercare di appianare le divergenze sul comando mafioso ad Agrigento tra lo stesso Di Gati e Giovanni Falsone, a rappresentare il Rotolo vengono mandati l'anziano Michele Oliveri e il Nicchi. Ma é solo quest'ultimo a parlare. É ancora il Nicchi che si occupa di gestire il canale di comunicazioni tra il Rotolo e Provenzano. Sempre lui a curare i nuovi assetti di potere del mandamento di Porta Nuova. Sua l'intuizione di entrare nell'affare camorrista delle merci che arrivano dalla Cina.
Rotolo dice a Giovanni Sirchia, di Passo di Rigano: "Gianni è mio figlioccio, però io ti dico, per me è come se fosse un figlio mio, è giusto. Tu sappi che quando parli con lui e come se parlassi con me è la stessa cosa, quindi."
Fonte: SOS Impresa
Ti insegno a uccidere
Rotolo: Spara sempre due tre colpi e non ti avvicinare assai
Nicchi: Noo, lo so, già ne abbiamo parlato di queste cose di qua
Rotolo: Non c’è bisogno di fare troppo _scrusciu_; uno per buttarlo a terra e quando cade a terra in testa e basta. Vedi che in testa poi ti può _sbrizziari_, quindi subito te ne devi andare...
Antonino Rotolo fa un ripasso a Giovanni Nicchi sulla procedura da seguire per un attentato. Il giovane Nicchi si mostra all'altezza delle aspettative dell'anziano padrino. Nato nel 1981 è un già protagonista in cosa nostra, ha mostrato le sue capacità anche nel viaggio a New York con Nicola Mandalà per riannodare la collaborazione con le famiglie newyorkesi nel traffico di droga. Nicchi, secondo Francesco Campanella e Mario Cusimano, coordina le operazioni in nome e per conto di Nino Rotolo. Per questo motivo incontra più volte Sandro Mannino, Franco 'u nivuro Inzerillo, Matteo Inzerillo, Vincenzo Marcianò e Salvatore Sorrentino.
Il Nicchi ha una ampia visione del marcato mondiale della droga, parla con il Rotolo di collaborazioni con camorra e 'ndrangheta, di un canale aperto con l'Uruguay, via Giulio Bonanno, che avrebbe dovuto portare "cinque, dieci chili al mese", ha contatti a Milano, a Napoli e tiene pure rapporti con svariati elementi in Palermo, trasversalmente alla divisione familiare della zona: alla Guadagna, a Falsomiele, nei palazzi di Dallas a Bonagia, alla Vucciria, allo Zen.
Oltre alla droga controlla anche le attività paralegali di Rotolo ed é riconosciuto come rappresentante unico di Rotolo in cosa nostra. Maurizio Di Gati narra ad esempio che nella riunione chiamata per cercare di appianare le divergenze sul comando mafioso ad Agrigento tra lo stesso Di Gati e Giovanni Falsone, a rappresentare il Rotolo vengono mandati l'anziano Michele Oliveri e il Nicchi. Ma é solo quest'ultimo a parlare. É ancora il Nicchi che si occupa di gestire il canale di comunicazioni tra il Rotolo e Provenzano. Sempre lui a curare i nuovi assetti di potere del mandamento di Porta Nuova. Sua l'intuizione di entrare nell'affare camorrista delle merci che arrivano dalla Cina.
Rotolo dice a Giovanni Sirchia, di Passo di Rigano: "Gianni è mio figlioccio, però io ti dico, per me è come se fosse un figlio mio, è giusto. Tu sappi che quando parli con lui e come se parlassi con me è la stessa cosa, quindi."
Fonte: SOS Impresa
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Arresto di Saverio Trimboli
Arrestato a Platì Saverio Trimboli, 36 anni, considerato a capo dei Perri-Marando-Barbaro che sarebbero egemoni nella locride.
Latitante dal 1994 in seguito ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, era già sfuggito per due volte all'arresto, una prima volta nel corso dell'operazione Marine, e una seconda volta quando le forze dell'ordine intervennero per interrompere una riunione finalizzata all'affiliazione di nuovi elementi alla 'ndrangheta.
Il Trimboli era in un complesso di due bunker, uno di trenta, l'altro di venticinque metri quadrati in via Roma a Plati in cui sono state trovate 20 radio portatili, 30 scanner, strumenti per l'individuazione di microspie, e diecimila euro in contanti.
Fonti: secolo XIX, repubblica
Latitante dal 1994 in seguito ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, era già sfuggito per due volte all'arresto, una prima volta nel corso dell'operazione Marine, e una seconda volta quando le forze dell'ordine intervennero per interrompere una riunione finalizzata all'affiliazione di nuovi elementi alla 'ndrangheta.
Il Trimboli era in un complesso di due bunker, uno di trenta, l'altro di venticinque metri quadrati in via Roma a Plati in cui sono state trovate 20 radio portatili, 30 scanner, strumenti per l'individuazione di microspie, e diecimila euro in contanti.
Fonti: secolo XIX, repubblica
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'ndrangheta
Arresto di Pietro Pernagallo
Pietro Pernagallo, 44 anni, considerato un pericoloso killer di cosa nostra affiliato ai Madonia, é stato arrestato in seguito ad un ordine di cattura per la condanna di secondo grado della corte d'appello che lo ha indicato come esecutore materiale dell'omicidio di Salvatore Saitta, fatto risalente al giugno 1992.
Giuseppe Piddu Madonia é stato indicato come il mandante dell'omicidio che avrebbe avuto lo scopo di regolare conti in sospeso tra cosche locali.
Il Pernagallo é stato arrestato nel ristorante Arcobaleno Maxim, nelle Marche, che gestiva e di cui era comproprietario. Per coprire la sua latitanza avrebbe usato la carta di identità contraffatta del fratello, incensurato.
L'arresto é il proseguimento di una operazione coordinata dalla procura antimafia di Caltanissetta che ha in precedenza portato all'arresto di Pasquale Mingrino, 44 anni, e la notifica in carcere di provvedimenti a Gaetano Leonardo, 59 anni, Sebastiano Gurgone, 58 anni, Salvatore La Delia, 59 anni, Francesco La Rocca, 72 anni indicato come boss di San Michele di Ganzaria, Giancarlo Amaradio, 32 anni, e Santo Nicosia, 42 anni.
Fonti: live sicilia, sky
Giuseppe Piddu Madonia é stato indicato come il mandante dell'omicidio che avrebbe avuto lo scopo di regolare conti in sospeso tra cosche locali.
Il Pernagallo é stato arrestato nel ristorante Arcobaleno Maxim, nelle Marche, che gestiva e di cui era comproprietario. Per coprire la sua latitanza avrebbe usato la carta di identità contraffatta del fratello, incensurato.
L'arresto é il proseguimento di una operazione coordinata dalla procura antimafia di Caltanissetta che ha in precedenza portato all'arresto di Pasquale Mingrino, 44 anni, e la notifica in carcere di provvedimenti a Gaetano Leonardo, 59 anni, Sebastiano Gurgone, 58 anni, Salvatore La Delia, 59 anni, Francesco La Rocca, 72 anni indicato come boss di San Michele di Ganzaria, Giancarlo Amaradio, 32 anni, e Santo Nicosia, 42 anni.
Fonti: live sicilia, sky
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Cosa nostra
Gotha: Nicola Mandalà
Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sui nuovi interessi di cosa nostra fuori dalla Sicilia.
Potere e denaro
Nicola Mandalà ha fatto un primo viaggio in America per migliorare la collaborazione con cosa nostra newyorkese nel traffico di droga con Giovanni Nicchi.
I due ne avrebbero dovuto fare un secondo ma le perplessità di Antonino Rotolo sul ruolo degli Inzerillo erano così forti che ha convinto il Nicchi a defilarsi. Di conseguenza nel viaggio nel marzo 2004 ad accompagnare il Mandalà fu Ignazio Fontana, anche lui della famiglia di Villabate.
Nicola Mandalà é un profondo conoscitore del mercato della droga. Vuole una mediazione con il Rotolo, convinto com'é che gli affari di quel settore siano tali da poter appianare un qualunque contrasto a cosa nostra.
Non é interessato solo alla tratta New York-Palermo, ma anche a interessanti alternative. Ad esempio si sa che trattava l'acquisto di una fattoria in Venezuela, probabilmente al fine di usarla come base di appoggio per i suoi interessi in sudamerica.
Dalle intercettazioni dei suoi colloqui con la compagna Tiziana Messina si estraggono molte informazioni. Ad esempio qui parla di un affare andato a male: "mille chili. Ce ne hanno dato un poco, qualche dieci chili, ed era _fumeri_, dice l'altra deve arrivare, poi invece non è arrivato più niente, quella era _munnizza_". Un danno da 600 milioni di lire.
Per accertarsi del valore della merce, Mandalà non esita a provarla personalmente: "Mi sono fatto un tiro mezz'ora fa (...) perché c'è lo qua, perché praticamente, siccome dovevamo prendere questa cosa, e lo dovuta provare, ed è (...) perfetta."
Nicola Mandalà é ben diverso da Bernardo Provenzano, che pure gli ha affidato il comando di cinque famiglie mafiose a est di Palermo: Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri. Secondo Francesco Campanella, che gli faceva da consulente finanziario per operazioni del valore di milioni di euro, il Mandalà ha un "tenore di vita eccessivo, da principe di mille e una notte". Fa molti viaggi all'estero, sempre in business class, usando "alberghi di lusso, donne, cocaina, champagne". Frequenta il casinò di Saint Vincent. Dalle sole carte di credito risultano spese mensili nell'ordine di 15.000 euro.
Altre aree di interesse del Mandalà sono le estorsioni e il riciclaggio del denaro sporco; tiene contatti con imprenditori e politici; vorrebbe entrare nell'affare della costruzione di un ipermercato Auchan a Villabate, una operazione da 200 milioni di euro.
Ufficialmente il Mandalà é un semplice impiegato della Enterprise Service srl, ditta che gestisce agenzie affiliate alla Snai, giochi e scommesse sportive, sale Bingo. Gli spazi sono usati anche per la gestione di scommesse clandestine. In realtà l'azienda é sotto il suo controllo.
É considerato come uno dei più importanti uomini nuovi all'interno di cosa nostra. Ma la sua carriera si interrompe con l'arresto del gennaio 2005.
Fonte: SOS Impresa
Potere e denaro
Nicola Mandalà ha fatto un primo viaggio in America per migliorare la collaborazione con cosa nostra newyorkese nel traffico di droga con Giovanni Nicchi.
I due ne avrebbero dovuto fare un secondo ma le perplessità di Antonino Rotolo sul ruolo degli Inzerillo erano così forti che ha convinto il Nicchi a defilarsi. Di conseguenza nel viaggio nel marzo 2004 ad accompagnare il Mandalà fu Ignazio Fontana, anche lui della famiglia di Villabate.
Nicola Mandalà é un profondo conoscitore del mercato della droga. Vuole una mediazione con il Rotolo, convinto com'é che gli affari di quel settore siano tali da poter appianare un qualunque contrasto a cosa nostra.
Non é interessato solo alla tratta New York-Palermo, ma anche a interessanti alternative. Ad esempio si sa che trattava l'acquisto di una fattoria in Venezuela, probabilmente al fine di usarla come base di appoggio per i suoi interessi in sudamerica.
Dalle intercettazioni dei suoi colloqui con la compagna Tiziana Messina si estraggono molte informazioni. Ad esempio qui parla di un affare andato a male: "mille chili. Ce ne hanno dato un poco, qualche dieci chili, ed era _fumeri_, dice l'altra deve arrivare, poi invece non è arrivato più niente, quella era _munnizza_". Un danno da 600 milioni di lire.
Per accertarsi del valore della merce, Mandalà non esita a provarla personalmente: "Mi sono fatto un tiro mezz'ora fa (...) perché c'è lo qua, perché praticamente, siccome dovevamo prendere questa cosa, e lo dovuta provare, ed è (...) perfetta."
Nicola Mandalà é ben diverso da Bernardo Provenzano, che pure gli ha affidato il comando di cinque famiglie mafiose a est di Palermo: Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri. Secondo Francesco Campanella, che gli faceva da consulente finanziario per operazioni del valore di milioni di euro, il Mandalà ha un "tenore di vita eccessivo, da principe di mille e una notte". Fa molti viaggi all'estero, sempre in business class, usando "alberghi di lusso, donne, cocaina, champagne". Frequenta il casinò di Saint Vincent. Dalle sole carte di credito risultano spese mensili nell'ordine di 15.000 euro.
Altre aree di interesse del Mandalà sono le estorsioni e il riciclaggio del denaro sporco; tiene contatti con imprenditori e politici; vorrebbe entrare nell'affare della costruzione di un ipermercato Auchan a Villabate, una operazione da 200 milioni di euro.
Ufficialmente il Mandalà é un semplice impiegato della Enterprise Service srl, ditta che gestisce agenzie affiliate alla Snai, giochi e scommesse sportive, sale Bingo. Gli spazi sono usati anche per la gestione di scommesse clandestine. In realtà l'azienda é sotto il suo controllo.
É considerato come uno dei più importanti uomini nuovi all'interno di cosa nostra. Ma la sua carriera si interrompe con l'arresto del gennaio 2005.
Fonte: SOS Impresa
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Cosa nostra
Gotha: Narcosistema
Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sui nuovi interessi di cosa nostra fuori dalla Sicilia.
Narcosistema
Uno dei temi principali del processo Gotha é la gestione di cosa nostra del traffico di droga sulla rotta Palermo-New York.
Il patto di collaborazione tra le due organizzazioni mafiose risalirebbe addirittura al 1957, quando si ha documentazione di una riunione all'hotel delle Palme di Palermo di boss del calibro di Giuseppe Genco Russo, Joe Bonanno, Lucky Luciano e Gaspare Magaddino.
Nella seconda metà degli anni settanta la mafia siciliana acquista la morfina base in Thailandia, nel "Triangolo d'Oro". I fornitori sono personaggi del calibro di Koh Bak Kin, nato a Singapore, arrestato nel 1976 a Fiumicino con
venti chili di eroina ma tornato in libertà già nel 1980. La morfina viene raffinata da cosa nostra siciliana e spedita negli USA. I soldi vanno in conti nelle banche svizzere.
Alla fine degli anni settanta il patto siculo-newyorkese avrebbe avuto una posizione egemonica a livello mondiale nel commercio di eroina.
I Gambino di Cherry Hill e gli Inzerillo sono i garanti per le cinque famiglie newyorkesi che hanno il monopolio della commercializzazione dell'eroina negli USA e nel Canada. In Sicilia tra i riferimenti spicca il nome di Rosario Spatola, legato agli Inzerillo-Gambino.
A curare l'importazione della materia prima dall'oriente sono personaggi che in precedenza si occupavano del traffico di sigarette, tra cui spiccano i nomi di Antonino Rotolo e Nunzio La Mattina.
Negli anni ottanta é dimostrato il collegamento anche con i cartelli colombiani. Sul finire del 1987 viene sequestrato un carico di quasi 600 chili di cocaina, sul mercantile Big John, destinato ai Madonia di Resuttana.
Per il traffico vengono utilizzati anche legami con le altre mafie, in particolare la camorra napoletana mette a disposizione le sue capacità nella movimentazione delle merci. Alcuni pericolosi soggetti siciliani, come Nicola Milano, Salvatore Savoca, Tommaso e Vincenzo Spataro, Nunzio e Agostino La Mattina, Alfredo e Giuseppe Bono, si trasferiscono a Napoli. Pippo Calò gestisce i contatti con la banda della Magliana a Roma.
Il riciclaggio dei proventi dai traffici é compiuto con la connivenza di personaggi insospettabili residenti in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana.
Il ritorno degli Inzerillo in Italia potrebbe scompaginare gli equilibri, ma i giovani mafiosi, come Nicchi e Mandalà, decidono che vale la pena di correre il rischio.
Fonte: SOS Impresa
Narcosistema
Uno dei temi principali del processo Gotha é la gestione di cosa nostra del traffico di droga sulla rotta Palermo-New York.
Il patto di collaborazione tra le due organizzazioni mafiose risalirebbe addirittura al 1957, quando si ha documentazione di una riunione all'hotel delle Palme di Palermo di boss del calibro di Giuseppe Genco Russo, Joe Bonanno, Lucky Luciano e Gaspare Magaddino.
Nella seconda metà degli anni settanta la mafia siciliana acquista la morfina base in Thailandia, nel "Triangolo d'Oro". I fornitori sono personaggi del calibro di Koh Bak Kin, nato a Singapore, arrestato nel 1976 a Fiumicino con
venti chili di eroina ma tornato in libertà già nel 1980. La morfina viene raffinata da cosa nostra siciliana e spedita negli USA. I soldi vanno in conti nelle banche svizzere.
Alla fine degli anni settanta il patto siculo-newyorkese avrebbe avuto una posizione egemonica a livello mondiale nel commercio di eroina.
I Gambino di Cherry Hill e gli Inzerillo sono i garanti per le cinque famiglie newyorkesi che hanno il monopolio della commercializzazione dell'eroina negli USA e nel Canada. In Sicilia tra i riferimenti spicca il nome di Rosario Spatola, legato agli Inzerillo-Gambino.
A curare l'importazione della materia prima dall'oriente sono personaggi che in precedenza si occupavano del traffico di sigarette, tra cui spiccano i nomi di Antonino Rotolo e Nunzio La Mattina.
Negli anni ottanta é dimostrato il collegamento anche con i cartelli colombiani. Sul finire del 1987 viene sequestrato un carico di quasi 600 chili di cocaina, sul mercantile Big John, destinato ai Madonia di Resuttana.
Per il traffico vengono utilizzati anche legami con le altre mafie, in particolare la camorra napoletana mette a disposizione le sue capacità nella movimentazione delle merci. Alcuni pericolosi soggetti siciliani, come Nicola Milano, Salvatore Savoca, Tommaso e Vincenzo Spataro, Nunzio e Agostino La Mattina, Alfredo e Giuseppe Bono, si trasferiscono a Napoli. Pippo Calò gestisce i contatti con la banda della Magliana a Roma.
Il riciclaggio dei proventi dai traffici é compiuto con la connivenza di personaggi insospettabili residenti in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Toscana.
Il ritorno degli Inzerillo in Italia potrebbe scompaginare gli equilibri, ma i giovani mafiosi, come Nicchi e Mandalà, decidono che vale la pena di correre il rischio.
Fonte: SOS Impresa
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Cosa nostra
Gotha: Palermo-New York
Dalla sentenza di rito abbreviato del processo che, avendo colpito i vertici di cosa nostra é noto col nome di Gotha, e si é concluso con l'udienza del 21 gennaio 2008 presso il tribunale di Palermo. Parte sui nuovi interessi di cosa nostra fuori dalla Sicilia.
Sulla rotta Palermo-New York
Nel novembre 2003 si prepara un viaggio di affari negli Stati Uniti senza badare a spese. Nicola Mandalà, originario della famiglia di Villabate e a cui Provenzano ha affidato il comando delle famiglie di Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri; e Giovanni Gianni Nicchi, detto anche 'u picciutteddu, o anche tiramisù, considerato il delfino di Antonino Rotolo, a rappresentare i corleonesi.
Lo scopo é quello di ristabilire i legami con la cosa nostra newyorkese.
A questo viaggio ne seguirà a fine dicembre uno di Giuseppe Inzerillo, figlio di Santo, una delle vittime della guerra di mafia dell'82; nel marzo 2004 il Mandalà farà poi un altro viaggio, questa volta in compagnia di Ignazio Ezio Fontana, un affiliato a Villabate che si é occupato della latitanza di Provenzano.
I viaggi sono importanti per il futuro di cosa nostra, e vengono preparati in collaborazione con personaggi del calibro di Sandro Mannino, Franco 'u nivuru Inzerillo, Matteo Inzerillo, della famiglia di Passo di Rigano, Vincenzo Marcianò, di Boccadifalco, Salvatore Sorrentino, di Roccella.
Cosa nostra cerca di ristrutturarsi per affrontare le nuove sfide nel traffico di stupefacenti. La collaborazione tra polizie europee e quella statunitense funziona e crea loro problemi. Il mercato si é diversificato, rendendone più difficile il controllo. I soggetti criminali che gestiscono la produzione e la commercializzazione si sono moltiplicati. Cosa nostra continua a confrontarsi con la camorra, la 'ndrangheta, la sacra corona unita, la mafia turca, le triadi cinesi e yakuza giapponese. Ma ora contano anche i cartelli colombiani, e le mafie albanese, russa, e nigeriana. Anche gruppi che ai tempi erano subalterni si sono svincolati dal controllo di cosa nostra e agiscono in proprio.
Lo scopo dei viaggi a New York e quello di discutere i nuovi assetti con la cosa nostra di New York. Si cerca un contatto con Piero Inzerillo e Frank Calì, segnalato come esponente dei Gambino.
Fonte: SOS Impresa
Sulla rotta Palermo-New York
Nel novembre 2003 si prepara un viaggio di affari negli Stati Uniti senza badare a spese. Nicola Mandalà, originario della famiglia di Villabate e a cui Provenzano ha affidato il comando delle famiglie di Bagheria, Ficarazzi, Villabate, Belmonte Mezzagno e Misilmeri; e Giovanni Gianni Nicchi, detto anche 'u picciutteddu, o anche tiramisù, considerato il delfino di Antonino Rotolo, a rappresentare i corleonesi.
Lo scopo é quello di ristabilire i legami con la cosa nostra newyorkese.
A questo viaggio ne seguirà a fine dicembre uno di Giuseppe Inzerillo, figlio di Santo, una delle vittime della guerra di mafia dell'82; nel marzo 2004 il Mandalà farà poi un altro viaggio, questa volta in compagnia di Ignazio Ezio Fontana, un affiliato a Villabate che si é occupato della latitanza di Provenzano.
I viaggi sono importanti per il futuro di cosa nostra, e vengono preparati in collaborazione con personaggi del calibro di Sandro Mannino, Franco 'u nivuru Inzerillo, Matteo Inzerillo, della famiglia di Passo di Rigano, Vincenzo Marcianò, di Boccadifalco, Salvatore Sorrentino, di Roccella.
Cosa nostra cerca di ristrutturarsi per affrontare le nuove sfide nel traffico di stupefacenti. La collaborazione tra polizie europee e quella statunitense funziona e crea loro problemi. Il mercato si é diversificato, rendendone più difficile il controllo. I soggetti criminali che gestiscono la produzione e la commercializzazione si sono moltiplicati. Cosa nostra continua a confrontarsi con la camorra, la 'ndrangheta, la sacra corona unita, la mafia turca, le triadi cinesi e yakuza giapponese. Ma ora contano anche i cartelli colombiani, e le mafie albanese, russa, e nigeriana. Anche gruppi che ai tempi erano subalterni si sono svincolati dal controllo di cosa nostra e agiscono in proprio.
Lo scopo dei viaggi a New York e quello di discutere i nuovi assetti con la cosa nostra di New York. Si cerca un contatto con Piero Inzerillo e Frank Calì, segnalato come esponente dei Gambino.
Fonte: SOS Impresa
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