I latitanti di massima pericolosità

La lista dei latitanti di massima pericolosità selezionati dal Gruppo Integrato Interforze potrebbe includere trenta individui. Ma, ormai da tempo, i posti resi vacanti dagli arresti effettuati dalle forze dell'ordine non vengono coperti con nuove segnalazioni.

(Vedi anche: aggiornamento al 2012)

Così, al momento, sono solo 17 i latitanti indicati in questo elenco:

Vito Badalamenti: elemento di spicco di cosa nostra, figlio di don Tano, non si hanno notizie sul suo conto se non vaghe supposizioni sul fatto che possa essere basato in Brasile o Australia.
Domenico Condello: Mico, 'u pacciu, sarebbe capobastone della 'ndrina dei Condello, una tra le più influenti della 'ndrangheta.
Antonio Michele Varano: riconducibile alla 'ndrangheta. Arrestato dalla giustizia svizzera nell'ambito della Montenegro Connection ma, secondo quanto riportato dal corriere del ticino, l'8 luglio 2009 è stato scarcerato. Il 21 maggio 2010, secondo quanto riportato dalla radio svizzera, è stato condannato a un anno di reclusione e 2000 euro di multa per ricettazione, falso ideologico e materiale dal tribunale di Como per un episodio risalente al dicembre del 2007, quando venne fermato dalla polizia luganese e trovato in possesso di una carta di identità con la sua foto ma le generalità dal cugino Alfio Mazzoni, residente a Olgiate Comasco. Si assume che sia ancora residente nel canton Ticino.
Giovanni Arena: era un elemento di spicco della cosca della cosa nostra catanese dei Santapaola, ma sarebbe passato ai Sciuto-Tigna.
Francesco Matrone: nel 2007 fece sapere al quotidiano metropolis di non gradire di venir chiamato con il soprannome di Franchino 'a belva in quanto la seconda parte sarebbe da lui recepita come offensiva. Continuerebbe a mantenere la sua influenza a Scafati.
Attilio Cubeddu: noto per la sua attività nel mondo dei sequestri di persona, latitante dal 1997, secondo alcuni sarebbe morto.
Antonio Iovine: elemento di spicco del gruppo camorrista dei casalesi. Roberto Saviano ha recentemente chiesto a Francesco Schiavone, capo dei casalesi all'ergastolo, dalle pagine di repubblica, di invitarlo a consegnarsi alla giustizia. Saviano ipotizza che la fedeltà allo Schiavone da parte di Iovine (e Zagaria) sia a rischio, se non già definitivamente compromessa. Aggiornamento: arrestato il 17 novembre 2010.
Cesare Pagano: In seguito ai devastanti effetti dell'operazione C3, sarebbe diventato il responsabile del cartello camorrista degli Amato-Pagano, noti anche come gli scissionisti di Scampia. Aggiornamento: arrestato l'8 luglio 2010.
Giuseppe Giorgi: esponente della potente 'ndrina della 'ndrangheta dei Pelle-Vottari, specializzato in ecomafia. Nel febbraio 2009 sarebbe stato vicino alla cattura, quando la polizia ha scoperto a San Luca un appartamento usato per coprire, secondo quanto riporta melito online, proprio la sua latitanza.
Marco Di Lauro: figlio dello storico capo camorrista Paolo, del clan Di Lauro, di cui sarebbe ora al comando. Di recente, secondo quanto riporta l'ansa, è stato sequestrato il libro mastro dei Di Lauro, a casa di tale Angelo Zimbetti, 35 anni, seguendo una indicazione del collaboratore di giustizia Carlo Capasso, che già aveva indicato in Cosimo e Marco Di Lauro i mandanti dell'omicidio di Attilio Romanò, che sarebbe stato eseguito da Mario Buono che avrebbe sbagliato bersaglio. In un solo mese gli utili del clan camorrista ammonterebbero alla spropositata cifra di quasi novecentomila euro.
Matteo Messina Denaro: Diabolik è considerato tra i criminali più pericolosi al mondo. Figlio di don Ciccio, già capo del mandamento di cosa nostra di Castelvetrano. Il fatto che le forze di polizia italiane puntino molto sul suo arresto sembra dimostrato dalla recente taglia di un milione e mezzo di euro che, secondo quanto riporta l'espresso, i servizi segreti offrono in cambio di informazioni sul suo conto.
Gerlandino Messina: sarebbe tuttora a capo della famiglia di Agrigento. Il recente arresto di Giuseppe Falsone lo avrebbe fatto crescere nell'organigramma di cosa nostra.
Giovanni Motisi: è tra gli esponenti di cosa nostra di cui si sa di meno, anche all'interno dell'organizzazione stessa. Il suo nome viene fatto soprattutto in relazione al fatto che è inserito in questa lista. Ad esempio il giornale di sicilia ne parla in relazione all'arresto di Falsone per citarlo tra i mafiosi siciliani di maggior spicco, a fianco degli altri nomi di qui si parla qui e di Antonino Lauricella, 56 anni, che sarebbe a capo della famiglia di cosa nostra basata nel quartiere palermitano della Kalsa.
Sebastiano Pelle: nipote di Antonio gambazza Pelle, elemento di spicco della 'ndrangheta.
Pasquale Scotti: camorrista, legato ai tempi alla Nuova Camorra Organizzata di Cutolo. Da tempo non si hanno sue notizie. Alcuni sostengono sia morto.
Michele Zagaria: l'altro elemento di spicco dei camorristi casalesi, assieme allo Iovine, ancora in libertà.
Mario Caterino: camorrista dei casalesi, vicino a sandokan Schiavone, è il probabile reggente della fazione dei casalesi. In un articolo pubblicato sul corriere del mezzogiorno si legge l'analisi del procuratore aggiunto della DDA di Napoli, Cafiero de Raho, che stima essere i casalesi in affanno dopo i colpi ricevuti da diverse operazioni di polizia. Importanti sarebbero ad esempio gli arresti di Nicola Panaro e Nicola Schiavone.
Delle quattro principali correnti dei casalesi, quella dei Bidognetti sarebbe quella con più problemi, mentre le altre tre avrebbero comunque i loro riferimenti (Caterino, Zagaria, Iovine) capaci di gestire la situazione.

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