Basilicata - secondo semestre 2008

Dalla relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre 2008, parte dedicata alla Basilicata.

Nel Potentino continuano a fronteggiarsi i Cassotta con i Delli Gatti, come mostra anche l’omicidio in ottobre a Rionero in Vulture di Bruno Augusto Cassotta, fratello di Marco Ugo Cassotta, ucciso nel luglio 2007 a Melfi.

I Quaratino-Martorano e gli Zarra sono contrapposti ai Basilischi che, nonostante i problemi che ne hanno ridotto l'operatività, sono attivi in diverse aree della regione.

Provincia di Potenza

Le principali operazioni in contrasto ai fenomeni estorsivi nella zona sono state le seguenti:
  • agosto: l'operazione Hooligans ha portato all'arresto di cinque individui considerati parte di una organizzazioni mafiosa.
  • ottobre: arresto di due pregiudicati legati ai vertici dei Cassotta.
  • novembre: arresto di due elementi dei Cassotta
  • dicembre: sedici arrestati con accuse di associazione per delinquere e, in particolare, i reati di corruzione e di turbativa d'asta.
Provincia di Matera

Mantengono la loro influenza i Zito-D’Elia e, nel metapontino e policorese, i Mitidieri-Lopatriello.

SCU - secondo semestre 2008

Sempre dalla relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre 2008, parte dedicata alla Sacra Corona Unita.

Strutturalmente il fenomeno criminale organizzato pugliese é sostanzialmente disomogeneo, senza architetture organizzative unificanti.

Le frizioni rilevate in questo periodo vanno attribuite ad ostilità esistenti tra contrapposte organizzazioni, e a fratture negli equilibri di alcuni gruppi.

La Puglia, data la sua posizione geografica, é un importante crocevia per i traffici di stupefacenti che interessano anche altre regioni italiane con la partecipazione di bande criminali straniere, soprattutto albanesi.

Bari

Una spaccatura nella famiglia Caldarola, parte del cartello degli Strisciuglio, ha portato ha gravi fatti di sangue.

Altro episodio importante é la migrazione delle attività di spaccio di stupefacenti della famiglia Caldarola dal quartiere S.Pio verso il quartiere Libertà, da sempre territorio dei Valentino.

Questo mutamento di assetti ha portato ad un indebolimento complessivo degli equilibri interni agli Strisciuglio, che ha portato a omicidi, come quello di Marino Catacchio, ritenuto esponente dei Caldarola, la sera del 18 settembre, al termine di una lite per le zone di distribuzione della droga in periferia. In risposta a questo omicidio, il 31 ottobre presunti appartenenti ai Caldarola sparavano 15 colpi di mitraglietta contro l’auto della moglie di un esponente del clan Valentino.

Altro episodio segnalato é l'omicidio di Giovanni Peschetola, pregiudicato del quartiere Libertà di Bari, ritenuto affiliato agli Strisciuglio, avvenuto il 21 luglio nel borgo antico di Bari.

Nonostante le frizioni evidenziate, il cartello degli Strisciuglio continua ad esercitare una forte influenza criminale su quasi tutti i quartieri cittadini e continua anche la sua espansione verso la periferia barese.

Come segnale positivo di riaffermazione della legalità si segnala l'acquisizione da parte del Comune di Bari di 12 immobili confiscati ai Capriati, Laraspata, Parisi e Catacchio.

I gruppi criminali attivi nella provincia sono stimati in 7 attivi in Bari e hinterland, 5 nelle Murgie, 1 a Monopoli e zona, 3 nel sud barese, 5 nella sesta provincia (Barletta-Andria-Trani).

Hinderland barese

L'asse territoriale Valenzano-Adelfia é stato un'area sensibile della provincia barese, si stima per il riacutizzarsi dei contrasti tra i Di Cosola e gli Stramaglia. Tra i fatti avvenuti si segnala l'omicidio di Martino Salatino, considerato uno spacciatore affiliato agli Stramaglia.

Gli Strisciuglio sarebbero in fase di espansione territoriale verso Noicattaro, Giovinazzo e Bitonto, approfittando della disgregazione dei Valentini, duramente colpiti da interventi giudiziari e che sarebbero confluiti in parte negli stessi Strisciuglio, e dell'indebolimento dei Conte-Cassano.

A Bitonto continuano le frizioni tra i Valentini–Semeraro, e i Conte–Cassano.

A Modugno sono attivi i Capriati e i Mercadante-Diomede.

Sembra che i Palermiti continuino ad esercitare una certa presenza a Cellamare e Capurso, nonostante siano stati pesantemente colpiti dalle operazioni Fourth (aprile 2005) e Five (ottobre 2007).

Area murgiana

Ad Altamura dominano i Dambrosio, cappeggiati da un affiliato ai Di Cosola, e a Gravina i Mangione-Gigante-Matera.

Sud est barese

Unico gruppo organizzato nella zona sarebbe quello dei Palermiti, basati in Mola di Bari.

Sud barese

I Parisi sembra estendano la propria influenza su Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle e Casamassima.

Sesta provincia

La sentenza relativa all'operazione Castel Del Monte, emessa il 5 novembre, ha inflitto oltre 230 anni di reclusione a 36 imputati, in merito ad episodi criminosi commessi nell'hinterland andriese dal 2000 al 2006, riconoscendo l'esistenza di due organizzazioni mafiose, i Pesce-Pistillo e i Pastore, contrapposte ed operanti entrambe nel territorio di Andria.

Provincia di Foggia

Vi sono profonde spaccature negli equilibri delle bande locali, situazione aggravata dopo gli omicidi di Franco Spiritoso e Antonio Bernardo, che erano i personaggi di spicco della delinquenza foggiana.

Il 27 settembre veniva ucciso Antonio Bernardo, personaggio di spicco, soprattuto dopo la morte dello Spiritoso, coinvolto in diverse indagini, come quella sull'omicidio dell'imprenditore Giovanni Panunzio, nell'operazione Double Edge, e in procedimenti penali su infiltrazioni mafiose negli appalti; condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, era indicato come personaggio di vertice dei Società.

I recenti conflitti potrebbero derivare da divergenze tra i Moretti-Pellegrino-Lanza-Trisciuglio e i Francavilla-Sinesi.

l'8 luglio veniva ucciso Leonardo Ciavarrella verosimilmente nell'ambito della faida ventennale tra i Tarantino e i Ciavarrella, dato che la vittima era zio dell'attuale capo del gruppo, già condannato a due ergastoli.

il 2 agosto veniva ucciso Antonio Di Iasio, 40 anni, agente della Polizia di Stato in congedo. Le modalità d’esecuzione presentano il tipico profilo del delitto di matrice mafiosa.

Nell’area garganica e di Manfredonia, la situazione criminale risente delle assoluzioni e delle scarcerazioni, avvenute per decorrenza dei termini della custodia cautelare, della maggior parte dei capi e dei gregari dei locali sodalizi malavitosi.

Ad Orta Nova il gruppo egemone sarebbe quello dei Gaeta, dediti al traffico di droga e alle estorsioni.

Provincia di Lecce

Nel capoluogo di provincia continuerebbero a dominare i Rizzo.

L'omicidio di Salvatore Nino bomba Padovano, avvenuto il 6 settembre, ha avuto una certa rilevanza sugli equilibri locali.

Il Padovano, noto per il carattere violento e poco accomodante (si ricorda che schiaffeggiò pubblicamente Giuseppe Rogoli, all’epoca capo indiscusso della sacra corona unita), potrebbe essere stato ucciso per motivi interni al suo gruppo, come si potrebbe dedurre dall’assenza di successivi atti ritorsivi.

Nel territorio di Monteroni risultano attivi i Tornese.

Provincia di Brindisi

Il gruppo dominante in quest'area sarebbe quello dei Pasimeni che eserciterebbero la loro influenza anche in Ostuni, Fasano e Carovigno.

Nel periodo in questione si segnala:
  • l'omicidio di Gianluca Screti, dei Buccarella, probabilmente per contrasti sul traffico di stupefacenti.
  • le intimidazioni fatte il 20 ottobre nel corso del processo relativo all'operazione Berat-Dia dal capo dei Brandi nei riguardi di un esponente della DIA leccese ("vedi che io so dove abiti").
Provincia di Taranto

Arrestati il 29 luglio due pregiudicati tarantini nell'ambito dell’operazione Paolo VI in quanto ritenuti gli autori materiali dell’omicidio di Osvaldo Mappa.

Arresto di Gaetano Cervone

Arrestato il presunto reggente degli Aprea-Cuccaro ad Ascoli Piceno.

Gaetano Cervone, 40 anni, era ricoverato nell'ospedale di Ascoli Piceno sotto falso nome dove era stato operato per una infezione ad un braccio.

Era evaso dagli arresti domiciliari il 13 febbraio.

Fonti: repubblica, reuters

Camorra - secondo semestre 2008 / espansione

La camorra continua la sua espansione fuori dalle aree di origine, prevalentemente in Italia, Spagna e Germania.

Italia

In Lazio, soprattutto a Roma e nella bassa, risultano attivi diversi gruppi riconducibili ai casalesi. Arresti di elementi del clan Giuliano operati nel quartiere Esquilino confermano questa tesi.

Sul litorale nord romano (Ladispoli, Cerveteri, S. Marinella e Civitavecchia), sono presenti gruppi malavitosi riconducibili ai Gallo, Misso, Mazzarella e Veneruso, attivi nel narcotraffico.

I Misso-Mazzarella sono infiltrati nel porto di Civitavecchia, visto come alternativa al porto di Napoli, per lo sdoganamento di merce cinese introdotta di contrabbando.

La provincia di Frosinone è infiltrata da gruppi criminosi casertani.

In provincia di Latina, a Formia, Minturno e Fondi ed nell’Area Pontina, sono presenti esponenti dei Bardellino e pregiudicati contigui agli Schiavone e agli Iovine.

La regione Umbria é vista come un obiettivo interessante da diverse organizzazioni mafiose, l’operazione Naos, ad esempio, ha rivelato la presenza a Perugia di un sodalizio mafioso misto di casalesi e 'ndrangheta, interessato agli investimenti immobiliari.

Il 16 ottobre é stato arrestato a Terni Emilio Di Caterino, iscritto nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi, appartenente alla fazione stragista dei casalesi.

Nelle Marche si rileva la presenza di cellule operative dei Gionta di Torre Annunziata.

In Lombardia, la presenza della camorra appare ridotta o addirittura marginale, soprattutto nei confronti dei livelli di radicamento raggiunti da altri fenomeni mafiosi ma sono comunque attivi per il traffico di stupefacenti e il riciclaggio di capitali illeciti.

L'operazione Face Off a settembre ha portato al sequestrato di beni per 96 milioni di euro in Brianza e in Abruzzo, e al sequestro di circa 27 milioni di euro depositati in Svizzera. A capo dell'organizzazione c'era un ex contrabbandiere napoletano che, con la copertura di società immobiliari intestate a parenti e a prestanome, coinvolgendo professionisti ed operatori del settore immobiliare e bancario, aveva costituito il patrimonio posto sotto sequestro.

L'operazione Alta Marea ha interessato anche la Lombardia con l'arresto di tre affiliati ai Gionta di Torre Annunziata.

In Liguria si registra da tempo la presenza di gruppi collegati alla camorra campana.

Genova, il versante di ponente e in particolare lo scalo marittimo di Vado Ligure, rappresentano uno snodo importante del traffico di droga, come mostra il risultato dell'operazione Flower 2 ha portato all'arresto di 46 persone, alcune delle quali dimoranti in Liguria, parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti sull’asse Colombia-Spagna-Italia; o il sequestro di circa mezza tonnellata di cocaina, occultata all’interno di due container.

In Veneto sono stati arrestate 5 persone, tra cui uno affiliato ai casalesi, per una truffa da 100 milioni di Euro.

In Friuli Venezia Giulia si registra da un decennio la presenza della camorra, a Lignano Sabbiadoro e Latisana sono stati individuati numerosi soggetti collegati alla criminalità organizzata campana. Grande l'interesse della camorra per le case da gioco nella vicina Slovenia.

In Emilia Romagna continua il tentativo d’infiltrazione da parte di soggetti riconducibili ai casalesi.

In Toscana la camorra é presente nelle estorsioni, usura e riciclaggio.

Estero

La Spagna viene normalmente considerata dai camorristi come la nazione più adatta per mantenere la latitanza ai propri elementi di vertice. La Costa del Sol, significativo snodo europeo per il traffico di hashish e cocaina è caratterizzata dalla presenza di un stabili presenze criminali, sia autoctone che provenienti dall'Italia.

Si segnala che sono stati registrati interessi della camorra anche in Germania.

Arresto di Antonio Pelle

Antonio ’Ntoni gambazza Pelle, 77 anni, tra i 30 latitanti di massima pericolosità, é stato arrestato nell'ospedale di Polistena, dove era stato ricoverato sotto falso nome per un'ernia strozzata.

I carabinieri, come da luogo comune, sono giunti a lui pedinando la moglie che si é recata a visitarlo dopo l'operazione. Da qualche tempo si era sparsa la voce dei problemi di salute dell'anziano boss, e le forze dell'ordine avevano messo sotto stretta sorveglianza la moglie, Giuseppa Giampaolo, e i quattro figli, Giuseppe, Maria, Sebastiano e Domenico.

Tra le persone più influenti nella 'ndrangheta, pare ricoprisse il grado di capocrimine, superiore quindi a un capolocale. Si dice che assieme a Giuseppe 'u tiradrittu Morabito di Africo riuscì, usando il suo carisma, a far terminare la faida tra i Cirillo e i Carelli.

Capobastone della 'ndrina dei Pelle, esponente della parte storica della famiglia di San Luca, i gambazza, per l'appunto, pare che fosse tra i boss della locale Vottari-Nirta-Pelle disposti alla pacificazione con i rivali Nirta-Strangio, ma sembra che i Nirta-Strangio non fossero d'accordo e preferirono quindi agire con la strage di Duisburg nel ferragosto 2007.

I Pelle gambazza sarebbero rimasti estranei alla faida, che ha invece coinvolto i Pelle vanchelli. Al punto che Francesco Barbaro, ritenuto capo indiscusso dei Barbaro di Platì, in un colloquio in carcere col figlio Giuseppe di Antonio Pelle, lo avrebbe esortato in quanto gambazza a lavorare per la fine della contrapposizione.

Il servizio di tg24 sky


Altre fonti: ansa, repubblica, sole24ore

Camorra - secondo semestre 2008 / Investigazioni

Operazione Principe

Ha individuato moventi ed esecutori materiali di numerosi delitti commessi dai casalesi nel casertano, portando al sequestro preventivo di beni riconducibili a Giuseppe Setola per un valore stimato nell ordine dei 10 milioni di Euro.

Operazione Spore

Ha monitorato l'alleanza tra i D’Agostino e i Panella a Salerno, portando evidenze su relazioni con i Sarno di Napoli, i beni sequestrati nel corso di questa oprazione ammontano a circa 5 milioni di Euro.

Operazione Grande Muraglia

Partito dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia già esponente di alto livello dei Giuliano di Forcella, si sono incentrate su un gruppo criminale operante su Roma e nel basso Lazio. Scopo di questa espansione dei Giuliano in Lazio avrebbe avuto lo scopo di accumulare le risorse necessarie per riprendere il controllo del quartiere Forcella, passato ai Mazzarella.

Evidenziati accordi tra la camorra e la criminalità cinese per la commercializzazione di abbigliamento contraffatto.

I beni sequestrati in questa operazione ammontano ad un valore stimato di circa 6 milioni e mezzo di Euro.

Arrestato un pericoloso latitante, già al vertice degli Anastasio di Sant'Anastasia, ricercato dalla metà degli anni '90 per omicidi commessi nel corso della guerra di camorra tra la NCO di Raffaele Cutolo e la NF di Carmine Alfieri.

Operazione Magnanapoli

Indagine avente lo scopo di ricostruire il sistema corruttivo di Alfredo Romeo che manipolava importanti appalti pubblici.

Conclusioni

Si rileva come continui una significativa infiltrazione camorristica del tessuto economico e sociale della Campania.

Rilevanti le dimensioni transnazionali delle organizzazioni camorristiche, specie nel traffico di stupefacenti, a volte si nota una collaborazione sinergica tra i gruppi camorristi e altre associazioni a carattere mafioso endogene. Segue una lista di indagini che hanno portato a queste conclusioni:
  • 3 luglio: viene sostanzialmente smantellato un sodalizio criminale operante a Torre Annunziata con stabili propaggini in Spagna e Olanda. Sequestrati 30 chili di cocaina, 200 chili di marijuana, 160 chili di hashish, e una mitraglietta Uzi. Il clan aveva collegamenti con i Gionta e i Gallo-Cavalieri, cosche nemiche sul territorio di Torre Annunziata ma che evidentemente collaboravano per ottimizzare la gestione del traffico di droga.
  • 4 luglio: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 33 persone parte di una organizzazione che gestiva un canale di approvvigionamento di sostanze stupefacenti dal Venezuela alla provincia di Napoli.
  • 7 ottobre: ordinanza di custodia cautelare in carcere per 13 persone accusate di traffico internazionale di hashish ed eroina dalla Bulgaria e dalla Spagna a Palermo. Una organizzazione para-camorrista faceva da tramite tra i trafficanti palermitani e quelli stranieri.
  • 12 ottobre: stroncato un vasto traffico di droga dalla Spagna alle Marche e Campania, gestito dalle Marche da un pluripregiudicato napoletano, ritenuto contiguo a consorterie camorristiche.
  • 4 novembre: l'operazione Alta Marea ha evidenziato il sistema camorrista dei Gionta in Torre Annunziata basato su estorsioni e la gestione del mercato della droga. I Gionta sono tra le organizzazioni più importanti in Italia per l'importazione di stupefacenti sono collegati ai catanesi Pillera-Puntina. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati beni per un valore stimato di 80 milioni di Euro.
E' fondamentale contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio, primaria fonte di reddito delle organizzazioni di matrice camorristica. Queste le principali indagini che hanno operato in questo contesto:
  • 3 luglio: fermo di polizia giudiziaria per 7 persone responsabili di detenzione e spaccio di stupefacenti. L'operazione, nata per arginare la contrapposizione tra i Di Lauro e gli scissionisti, ha bloccare lo spaccio nei pressi di un plesso scolastico nella zona popolare delle vele.
  • 9 luglio: ordinanza di custodia cautelare in carcere per 38 persone contigue ai Licciardi, accusate di associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento aggravato, rapina, falsità materiale, detenzione e porto abusivo di armi comuni e da guerra.
  • 15 luglio: ordinanza di custodia cautelare per 4 persone collegate ai Beneduce per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L'operazione vuole accertare i nuovi equilibri locali dopo l’omicidio di Gennaro Perillo, capo zona di Toiano per i Longobardi e il duplice omicidio del 26 giugno di Michele Iacuaniello e Gennaro Di Bonito.
I latitanti catturati in questo periodo:
  • 25 luglio: Vincenzo Pirozzi, ritenuto responsabile di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da guerra, e dell’omicidio di Salvatore Esposito nel 1999.
  • 26 luglio: Adriano Sebastiano 'o professore Graziano, elemento di spicco dei Graziano di Quindici.
  • 1° agosto: Salvatore Roberti, legato ai Giuliano di Forcella.
  • 10 agosto: Patrizio Bosti, a Plaja de Aro, inserito nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi. Considerato capo dei Contini, il Bosti è stato uno dei capi dell'Alleanza di Secondigliano ed era latitante dal 2003. Condannato nel 2005 dalla Corte di Assise di Appello di Napoli a 23 anni di reclusione per il duplice omicidio dei fratelli Antonio e Gennaro Giglio, nel settembre del 1984, episodio della faida tra i Contini e i Giuliano-Mazzarella.
  • 11 agosto: Umberto Onda, affiliato ai Gionta.
  • 14 agosto: Antonio Di Giovanni, affiliato ai Licciardi.
  • 24 agosto: Vincenzo Marrazzo, elemento di spicco camorra di Casandrino.
  • 26 agosto: Giuseppe Pellegrino, dei Licciardi, accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico
  • 9 settembre: Raffaele Laurenti, dei Frizziero della Torretta di Napoli. Localizzato in Barcellona grazie alla collaborazione con l’Unidad Central Operativa della Guardia Civil.
  • 15 settembre: Patrizio Vastarella, già ai vertici dei Vastarella-Tolomelli del quartiere Sanità insieme al fratello Luigi, che, dopo essere scampato nel 1998 ad un attentato nel quale rimasero ferite 11 persone, venne ucciso poco dopo davanti al commissariato dove era andato a firmare, quale sorvegliato speciale. Terminò la guerra di camorra, i Misso divennero egomoni alla Sanità. Vastarella passò ai Licciardi assumendo un ruolo di primo piano. Arrestato per associazione camorristica.
  • 19 settembre: Mario Santafede, ricercato dal 2004 per traffico internazionale di sostanze stupefacenti che gestiva prevalentemente in area romana, localizzato grazie alla collaborazione U.D.Y.C.O. - 6° grupo estupefacientes - della polizia spagnola.
  • 19 ottobre: Maurizio Morra e Raffaele Antinori, dei Licciardi, ricercati per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di armi e stupefacenti.
  • 7 novembre: Antonio Piccolo, ritenuto il referente dei SARNO in Sant'Anastasia e Somma Vesuviana. Ricercato per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni, usura, violazione della legge sulle armi ed altro.
  • 17 dicembre: Paolo Pesce, già affiliato ai Mariano. Condannato due volte per complessivi anni 15 e mesi 6 di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso, si era rifugiato a Fuengirola, nei pressi di Malaga (Spagna), per sfuggire ad un’ulteriore condanna all'ergastolo per un omicidio compiuto nel marzo 1991.
  • 22 dicembre: Giuseppe Tolomelli, dell'omonima famiglia camorristica protagonista della faida nel rione Sanità che li ha visti contrapposti ai MISSO.
  • 22 dicembre: Mosè Esposito, dell'ala stragista dei casalesi riconducibile a Giuseppe Setola.
Operazioni di polizia in seguito ad omicidi:
  • Nicola Smarrazzo ucciso nel novembre 2007: 15 luglio, decreto di fermo a carico di 3 persone responsabili di omicidio premeditato, porto e detenzione di armi e munizioni, soppressione ed occultamento di cadavere, con l’aggravante di aver agito per favorire le attività illecite di un’associazione per delinquere di stampo camorristico. E’ stato accertato che il movente del delitto é un contrasto sorto per lo spaccio di stupefacenti, tra la vittima ed un sodalizio criminoso emergente ad Ottaviano, guidato da un ex luogotenente di Raffaele Cutolo, arrestato il 3 gennaio di quest’anno e condannato all’ergastolo.
  • Salvatore Gaglione ucciso nell'aprile 1996: arrestato Giuseppe Esposito affiliato ai Sarno, quale esecutore materiale.
  • Alfonso Avitabile ucciso nel gennaio 2002: eseguito un decreto di fermo nei confronti di un affiliato ai Cesarano di Pompei per gravi indizi.
Operazioni rivolte a combattere il fenomeno delle estorsioni:
  • 1° luglio: operazione Litaernum, esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 27 elementi dei casalesi, gravemente indiziati, fra l’altro, del reato di estorsione. Accertata una vasta serie di azioni intimidatorie e una massiccia condotta estorsiva del clan, suddiviso in due fazioni: una parte vicina ai Bidognetti, gli altri affiliati ai Tavoletta-Cantiello. Si evidenzia il tentativo dei Bidognetti di espandersi territorialmente.
  • 8 luglio: esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcereper 4 persone, responsabili di tentata estorsione, con l’aggravante di far parte di un’organizzazione di tipo mafioso, riconducibile ai Cuniello-Capasso. Tra gli arrestati figura il reggente del cartello che precedentemente era affiliato ai Crimaldi che controllava Acerra. Si é notata l’ascesa di alcuni camorristi legati alle storiche famiglie Venturato, Nuzzo e Soriano.
  • 16 luglio: provvedimento di fermo nei confronti di 2 persone per il reato di estorsione con l’aggravante di aver agevolato l’attività dei camorristi Licciardi. Rappresenta un esempio di esportazione del modello camorrista fuori dalle terre originarie, in questo caso a Terrracina.
  • 22 luglio: decreto di fermo, nei confronti di 4 persone dei Veneruso, stabilitosi in Casalnuovo di Napoli dopo l’arresto del gruppo Gallucci-Piscopo-Messina.
Importante é la gestione delle armi da fuoco, si citano quindi alcune operazioni che hanno portato al sequestro di materiale bellico, tra cui citiamo:
  • 30 settembre: a seguito delle indagini avviate per individuare gli appartenenti al gruppo di fuoco che ha imperversato nella zona di Castelvolturno, Villa Literno e Lusciano, sono stati arrestate Oreste Spagnuolo, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia, tre componenti del gruppo capeggiato da Giuseppe Setola. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 2 Kalashnikov, 1 fucile a pompa, 5 pistole, innumerevoli munizioni di vario calibro, casacche da carabinieri confezionate artigianalmente, un lampeggiante e palette da segnalazione.
  • 17 ottobre: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 soggetti, ritenuti ai vertici dei Graziano di Quindici, che sono impegnati in una faida con i Cava, per detenzione e porto di armi, fra cui un fucile mitragliatore AK47 Kalashnikov.
E' forte l'impegno delle forze dell'ordine nei confronti dei casalesi, ecco alcune operazioni che li riguardano direttamente:
  • 9 luglio 2008: arresto della moglie di Antonio Iovine, latitante appartenente ai casalesi, inserito nell’elenco dei 30 più pericolosi in Italia. La donna è gravemente indiziata di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni della cognata, vedova di Carmine Iovine, fratello di Antonio. La vittima aveva reso pubblica l’intenzione di volersi risposare con un uomo estraneo al sodalizio e la cognata l’aveva costretta a non recarsi più a San Cipriano d’Aversa e a cessare la conduzione di un’attività commerciale in loco.
  • 18 agosto: arrestato Cesare Tavoletta, esponente di spicco dei casalesi, già sfuggito alla cattura lo scorso 1° luglio.
  • 1° settembre: arrestato Alfredo Maisto, della fazione Schiavone dei casalesi. Deve espiare una pena di anni 13 di reclusione per tentato omicidio ed associazione per delinquere di stampo mafioso.
  • 25 settembre: arrestate 5 persone affiliate ai Di Grazia nel cartello dei casalesi, operanti tra Carinaro e Gricignano di Aversa.
  • 11 ottobre: eseguito il fermo di 7 affiliati agli scissionisti di Setola del cartello dei casalesi.
  • 14 ottobre: nel prosieguo delle investigazioni che hanno condotto alla cattura di Cirillo, Letizia e Spagnuolo, arrestate altre 3 persone in quanto responsabili del reato di detenzione abusiva di armi e relativo munizionamento, ricevuti in consegna per conto del gruppo capeggiato da Giuseppe Setola.
  • 16 ottobre: arrestato in Umbria il latitante Emilio Di Caterino, destinatario di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.
  • 25 ottobre: arrestate due persone accusate di aver agevolato la fuga del Setola, dopo i delitti perpetrati in Castelvolturno.
  • 7 novembre 2008: fermo di un pregiudicato, ritenuto un fiancheggiatore del gruppo di fuoco capeggiato da Giuseppe Setola. Accusato di associazione per delinquere di tipo camorristico aggravata dal metodo terroristico, estorsione e detenzione abusiva di armi e munizioni.
  • 21 novembre: eseguito un decreto di fermo nei confronti di Gianluca Bidognetti, figlio del boss Francesco, accusato di aver tentato di uccidere la zia e la cugina il 31 maggio 2008 quando, accompagnato da finti appartenenti alla DIA, si sarebbe presentato a casa di Maria Carrino, sorella della collaboratrice di giustizia Anna Carrino (ex convivente del boss Francesco Bidognetti) e, dopo aver convinto a scendere in strada la donna e sua figlia, avrebbe sparato loro numerosi colpi d’arma da fuoco ferendole gravemente.

Arresto di Domenico Cantalice

Quindici anni fa, il 17 maggio 1994 venne teso un agguato a Vincenzo Rafaschieri, che nonostante avesse sono 29 anni, era già scampato a sei tentativi di esecuzione. Quella volta rimase ucciso, e Sabino Viceconti, che era con lui, venne gravemente ferito.

A compiere il fatto sarebbe stato, in base alle risultanze emerse nel corso del processo che ha portato alla condanna del mandante e dell'esecutore materiale dell'atto criminale, Domenico Cantalice, di 36 anni, presunto affiliato ai Capriati che é stato quindi arrestato dai poliziotti della direzione investigativa antimafia di Bari.

Fonti: Polizia di Stato, agi, gazzetta del sud

Operazione Hera

Nove ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla Polizia di Stato di Bari, per reati che vanno dalla associazione a delinquere, furto, estorsione, atti falsi e alla truffa.

Le indagini hanno accertato la presenza di un gruppo criminale attivo principalmente a Bari, ritenuto vicino al clan Parisi del quartiere Japigia. Il lavoro investigativo é iniziato per un tentativo di estorsione ai danni di una farmacia, ma ha rivelato crimini ben più complessi, come furti per i quali erano anche utilizzate lance termiche.

Di rilievo la truffa organizzata ai danni della compagnia assicurativa monegasca Pantaenius per un importo di circa € 195.000, simulando il furto di un cabinato con la complicità di un noto ristoratore di Polignano

Tra i nomi indicati:
  • Cosimo lo zio Fortunato, 47 anni, sarebbe stato a capo della banda
  • Sergio Abbrescia, 51 anni, già agli arresti, avrebbe organizzato le truffe
  • Massimo Anaclerio, 42 anni
  • Ignazio Calabrese, 26 anni
  • Lorenzo Corallo, 47 anni
  • Pietro Crocchianti, 34 anni
Altri tre individui sarebbero latitanti.

Fonti: Polizia di Stato, leggo, agi, telenorba

Arresto di Girolamo Molè

Era considerato tra i cento latitanti più pericolosi d'Italia, Girolamo Molè, 46 anni, ritenuto il reggente della 'ndrina Molè.

E' stato arrestato nella sua abitazione a Gioia Tauro dai carabinieri del ROS di Reggio Calabria.

I Molè erano alleati dei Piromalli e avevano ottenuto il predominio nella piana di Gioia Tauro, come ha rivelato l'operazione Cent'anni di Storia. Ma in seguito all'omicidio di Rocco Molè, che é stato attribuito ai Piromalli, le due famiglie si sarebbero divise e ora sarebbero in contrapposizione.

Fonti: rainews24, reuters

Cocaina in barca a vela

Arrestati gli skipper Doriano Torriero, 46 anni, e Massimiliano Raybaudi Massilia, 44 anni, che sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza su di un 12 metri proveniente dal Sudamerica con a bordo 300 chili di cocaina purissima destinata alla 'ndrangheta.

Si tratta al momento del più grande sequestro di cocaina eseguito quest'anno in Italia.

L'operazione é stata condotta dal GICO di Catanzaro in collaborazione con lo SCICO di Roma e con reparti aeronavali della Guardia di Finanza con il coordinamento dalla DDA di Reggio Calabria.

Fonti: quotidiano, rainews24

Camorra - secondo semestre 2008 / Situazione

I clan criminali basati in Campania hanno un carattere magmatico e aperto, con alleanze e scomposizioni che si alternano rapidamente. Il sistema costituito, 'o sistema, combina forme associative qualificate con la criminalità comune.

La disomogeneità delle forme criminali campane é un carattere strutturale sistematico, che finisce per costituire un punto di forza della camorra.

A Napoli e dintorni, il modello vincente é quello gangsteristico, con equilibri instabili e un rapido cambiamento nelle alleanze con un alta conflittualità. A Salerno esisono alcune strutture malavitose stabili nel tempo, anche se sembra che stiano emergendo nuove realtà, mentre la provincia é influenzata dalla situazione napoletana. Instabile la situazione a Benevento, mentre ad Avellino, soprattutto per quanto riguarda il Vallo di Lauro ed il comune di Quindici, si notano strutture stabili. A Caserta, e soprattutto nell’Agro Aversano, domina il sistema camorrista, quasi esclusivamente riconducibile al cartello dei casalesi.

I casalesi sono nati come confederazione di famiglie camorristiche di Casal di Principe si é sviluppata fino al punto di stabilire contatti significativi con esponenti imprenditoriali e dell'amministrazione locale. Si sono espansi nell'intera provincia e nel basso Lazio, inducendo una collusione passiva nella società civile.

Sodalizi attivi in Campania:
  • Napoli città: 35 + 5 minori
  • Napoli provincia: 41 + 14 minori
  • Avellino e provincia: 4
  • Salerno e provincia: 13
  • Caserta e provincia: il cartello dei casalesi, da cui dipendono vari gruppi
Provincia di Napoli

Nell'area occidentale di Napoli (Pianura, Soccavo, Rione Traiano, Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano) si segnala l'attrito tra gli Esposito e i D'Ausilio.

Nell'area settentrionale di Napoli (Secondigliano, Scampia, Miano, Piscinola, Chiaiano e S. Pietro a Patierno) continua la guerra di camorra iniziata nel 2004 tra i Di Lauro e gli scissionisti (che includono gli Abbinante, i Prestieri e gli Amato-Pagano). Una serie di arresti (Vincenzo Licciardi all'inizio del 2008, poi Patrizio Bosti, Antonio Di Giovanni e Giuseppe Pellegrino in agosto) ha causato una sorta di riflessione critica che ha portato ad un rallentamento delle operazioni militari. Relativamente pochi sono, infatti, gli omicidi registrati nel periodo:
  • Ciro Maisto, 6 agosto, ritenuto affiliato ai Di Lauro
  • Antonio Vizzaccaro, 27 novembre, ritenuto affiliato a un gruppo staccatosi dai Licciardi
  • Carmine Ronaldo Guerriero, 23 dicembre, ritenuto affiliato agli Amato-Pagano
  • Antonio Pitirollo, 29 dicembre, che aveva già subito un attentato a inizio anno
A Napoli centro (Chiaia-San Ferdinando, Rua Catalana, Quartieri Spagnoli, Sanità, Forcella, Mercato, Vicaria) si nota il declino dei Misso, che hanno la loro storica roccaforte nel rione sanità. Giuseppe 'o nasone Missi, capo storico del clan, é infatti agli arresti e molti esponenti di rilievo sono passati a collaborare con la giustizia. Pare che stiano cercando di approfittare della situazione i Lo Russo capitoni.
Gli Elia sarebbero in contrasto con il gruppo emergente dei Ricci che godrebbero dell'appoggio dei Sarno di Ponticelli e avrebbero inglobato alcuni ex affiliati ai Mazzarella e un clan della zona Torretta che sarebbe guidato da un elemento della famiglia Frizziero.
Sembra che questo fatto sia parte del disegno dei Sarno di costituire una sorta di cartello malavitoso operante nel centro cittadino.

Principali fatti di sangue segnalati:
  • inizio novembre: agguato a Gioacchino Cantone, ritenuto affiliato ai Mazzarella, morirà nel giro di una settimana per le ferite riportate.
  • 23 novembre: omicidio di Ciro Persico, ritenuto affiliato ai Mazzarella
  • 5 dicembre: omicidio dell'avvocato Antonio Metafora, ad opera di un Licciardi
Nell'area orientale di Napoli (San Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli) i Mazzarella e i Sarno si dividono le zone di influenza, insieme a gruppi minori che fanno a loro riferimento.
Si segnala il contrasto tra i Rinaldi e gli Altamura, precedentemente alleati, per il controllo del Rione Villa a San Giovanni a Teduccio.

Nella provincia occidentale (Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno) domina il cartello costituito dalla famiglie Longobardi e Beneduce. La novità é che una operazione dei carabinieri ha fornito evidenze dell'esistenza di un patto tra i Longobardi e i Sarno.

Nella provincia settentrionale (Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli, Qualiano, Afragola, Caloria, Calandrino, Melito, Acerra) si sono sentiti gli effetti della faida che si consuma nei vicini quartieri di Scampia e Secondigliano. Anche qui i fatti di sangue si sono relativamente ridotti, questi i principali:
  • 7 luglio: ferimento di Ernesto Castaldo
  • 17 luglio: omicidio di Vincenzo Sinno, ritenuto affiliato ai Moccia e ferimento di Vincenzo Valentini, che morirà tre giorni dopo in seguito alle gravi ferite
  • 25 agosto: ferimento di Antonio De Rosa
  • 29 agosto: ferimento di Massimo Marino
  • 5 settembre: omicidio di Ferdinando Vitale, ritenuto affiliato ai Moccia
  • 2 ottobre: omicidio, probabilmente per uno scambio di persona, di un incensurato
  • 8 ottobre: ferimento di Ippolito Castrese, ritenuto affiliato ai Polverino
  • 21 novembre: omicidio di Luigi Angelino, ritenuto contiguo ai Moccia
La provincia orientale comprende principalmente l'Agro Nolano, che fino alla metà degli anni '80 era sotto il controllo della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. La NCO venne scalzata dalla Nuova Famiglia di Carmine Alfieri. Ora questo territorio é passato nelle mani dei fratelli Russo, noti per essere stati in precedenza molto vicini a Carmine Alfieri: Pasquale Pascale 'e Maddalena e Salvatore Andrea Russo.

Ma ci sono altre organizzazioni criminali che scalpitano per affermarsi nella zona:
  • i Moccia di Afragola cercano di estendere il loro controllo su Cimitile, Camposano, Cicciano, Comiziano e Roccarainola
  • i Pianese-Somma-La Marca collaborano con il clan di Mario Fabbrocino nella zona di Piazzolla di Nola
  • i Rega e gli Ianuale, vorrebbero controllare Brusciano, Mariglianella e Castello di Cisterna
  • gli Arlistico operano in Somma Vesuviana e Pollena Trocchia
  • i mariglianesi hanno cercato di riprendersi Marigliano dopo che alcuni esponenti dei Mazzarella sono stati arrestati
  • i Sangermano, ritenuti fedeli ai Russo, hanno una forte influenza su San Paolo Belsito e Liveri
  • si pensa che i Fabbrocino abbiano interessi in Palma Campania
  • i Sarno di Ponticelli sarebbero attivi a San Vitaliano, come risulterebbe dall'indagine relativa all'operazione Scacco che ha colpito una frangia dei Panico-Perillo-Sarno
  • i Cava, predominanti a Quindici, vorrebbero estendersi nell'Agro Nolano, a Piazzolla di Nola e a Palma Campania
Anche nella provincia meridionale la situazione é fluida:

se Portici é controllata dai Vollaro, ad Ercolano si contrappongono gli Ascione e i Birra-Iacomino che sono coinvolti in una faida che dura dal 2001, in queste zona abbiamo avuto tra l'altro:
  • il 16 luglio l'omicidio di Giovanni Bonocore, ritenuto affiliato ai Vollaro
  • il 1° ottobre l'omicidio di Salvatore Scognamiglio, ritenuto affiliato ai Birra
Torre del Greco é sotto il controllo dei Falanga, nonostante che il suo capo storico, Giuseppe Falanga, sia correntemente detenuto. Unico omicidio commesso nel perido in questa zona quello di Alessandro Garofalo avvenuto il 29 novembre.

A Torre Annunziata sono presenti due organizzazioni contrapposte, i Gallo-Cavalieri e i Gionta-Chierchia. Un solo omicidio segnalato, quello di Giuseppe Gallo, il 3 luglio.

Pompei é sotto il controllo dei Cesarano.

I D'Alessandro del rione Scanzano sono egemoni a Castellamare di Stabia e nel territorio di Casola, Agerola e Gragnano, nonostante ciò sono stati registrati questi omicidi:
  • il 28 ottobre sono stati uccisi Carmine D'Antuono, ritenuto già affiliato agli Imparato di Castellamare, e Federico Donnarumma
  • il 5 dicembre é stato ucciso Nunzio Mascolo, ritenuto affiliato ai D'Alessandro
Provincia di Caserta

Dominano in quest'area i casalesi, strutturato operativamente in numerose famiglie che riconoscono l'autorita degli Schiavone-Bidognetti. Nonostante i numerosi arresti, il centro decisionale resta a Casal di Principe, ora attribuito a Giuseppe Peppe 'o padrino Russo.
  • Raffaele Bidognetti, figlio di Francesco Bidognetti, controlla Parete e Lusciano
  • Antonio 'o ninno Iovine a capo dei san ciprianiesi controlla San Cipriano d'Aversa, nella stessa zona opera Giuseppe Peppinotto Caterino, ritenuto vicino a Francesco Schiavone
  • Michele Zagaria avrebbe il controllo di Casapenna
  • i Papa controllano Sparanise e Pignataro Maggiore
  • i Della Volpe operano ad Aversa e nell'agro verso Napoli
  • i Marano sono predominanti a Trentola Ducenta e Teverola
Il litorale domizio (Cellole, Castelvolturno, Baia Verde, Baia Domizia, Mondragone) é sotto il controllo dei Bidognetti di Francesco Bidognetti, che però sono in una fase di debolezza, a causa delle condanne all'ergastolo che hanno colpito alcuni dei suoi membri più influenti, dei sequestri di beni nella disponibilità del clan, degli arresti di numerosi elementi e anche dalla collaborazione con la giustizia di personaggi che avevano un grado elevato nell'organizzazione e da vittime di estorsioni.

In questo contesto va considerata la strategia terroristica della fazione scissionista dei casalesi, capeggiata da Giuseppe Setola, responsabile di efferate azioni di fuoco volte a rimarcare il predominio sul territorio. Il 30 settembre, però, sono stati arrestati importanti elementi di quello che sarebbe stato il gruppo di fuoco e di fiancheggiatori del Setola, Alessandro o' sergente Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, riducendo l'operatività di questa fazione.

Altri clan che fan parte del cartello dei casalesi sono:
  • i La Torre operanti a Mondragone, Falciano del Massico ed in alcuni Comuni del basso Lazio
  • il clan diretto da Mario Esposito opera in Sessa Aurunca e comuni limitrofi
  • i Martino e i Farina dominano in accordo a Maddaloni e zona
  • i Massaro sono presenti in Arienzo e a S.Felice a Cancello
  • i Perreca operano a Recale
  • i Bifone controllano Portico di Caserta
  • Marcianise é contesa tra i Belforte e i Piccolo
L'operazione che ha portato il 16 settembre ad arrestare 107 presunti appartenenti ai casalesi ha aiutato anche a chiarire lo scenario dei fatti. Pare quindi che al tempo il comando sia nelle mani di Francesco Bidognetti e Francesco Sandokan Schiavone il quale, nonostante sia detenuto, continuerebbe a controllare la provincia di Caserta, avendo tra i referenti attivi anche il latitante Mario Caterino. Sarebbe emerso poi che i Bidognetti farebbero gruppo a sè, con una influenza limitata al litorale domizio. Sarebbe quindi lo Schiavone la figura dominante dei casalesi, con esclusione dell'area di competenza dei Bidognetti, nella quale, peraltro, sono stati rilevati la gran parte degli omicidi nel periodo in esame:
  • 11 luglio, Castelvolturno, omicidio del padre del sindaco di Calvizzano
  • 5 agosto, Castelvolturno, omicidio di due pregiudicati albanesi
  • 18 agosto, Castelvolturno, ferimento di sei nigeriani
  • 21 agosto, San Marcellino, omicidio di un pregiudicato albanese
  • 12 settembre, San Marcellino, omicidio del titolare di un'azienda e un suo dipendente
  • 18 settembre, Castelvolturno, omicidio di un pregiudicato
  • 18 settembre, Castelvolturno, omicidio di sei africani, un settimo resta gravemente ferito
  • 20 settembre, Cesa, ferimento di un imprenditore che aveva denunciato i suoi estortori
  • 20 settembre, San Marcellino, tentato omicidio con movente non chiarito
  • 5 ottobre, Casal di Principe, omicidio di Stanislao Cantelli, zio di due collaboratori di giustizia
  • 14 ottobre, Marcianise, ferimento di un imprenditore
Provincia di Salerno

In città continua a dominare il clan D'Agostino, nonostante i numerosi arresti e le pesanti condanne comminate a membri del sodalizio criminale.

In provincia si nota la progressiva affermazione dei Lamia (nome del quartiere di Pagani ove operano le due famiglie alleate dei Fezza e dei D'Aura), a scapito dei rivali storici Contaldo. A proposito dei Contaldo si nota come sia emersa una loro connessione con i casalesi.

Tra gli arresti eseguiti nel periodo, si segnala la cattura di Tommaso Fezza, elemento ai vertici dei Lamia.

A Sarno sarebbe stata confermata la penetrazione dei Graziano di Quindici.

A Scafati é endemica l'influenza di clan della provincia napoletana

Operazione Warhawk

Con una attività investigativa durata circa due anni, é stata individuata una organizzazione criminale composta da dominicani e italiani volta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra la Colombia, la Repubblica Dominicana, la Spagna e l'Italia.

Sono stati identificati cinque gruppi collegati operanti tra Ascoli, Teramo e Macerata ma con ramificazioni anche a Trieste, Pavia, Terni, Pescara e Chieti.

Destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere:
  • Gaetano Abaco, nato nel 1972 a Niscemi, domiciliato in San Benedetto del Tronto
  • Franco Altin, nato nel 1966 a Trieste, ivi residente
  • Massimo Bachetti, nato nel 1981 ad Ascoli Piceno, residente a Folignano
  • Nicola Maria Giuseppe Bella, nato nel 1974 a Caltanissetta, domiciliato a San Benedetto del Tronto
  • Jossy Alejandro Curzi Santana, nato nel 1983 a Santo Domingo, residente a San Benedetto del Tronto
  • Mario Di Filippo, nato nel 1976 a Giulianova, residente a Tortoreto
  • Luca Maria Falcone, nato nel 1979 ad Atessa, residente ad Ascoli Piceno
  • Gabriel Antonio Gutierrez Cabrera, nato nel 1978 a Santo Domingo, residente ad Alba Adriatica
  • Luciano Antonio Gutierrez Cabrera, nato nel 1982 a Santo Domingo, residente ad Alba Adriatica
  • Miguel Hiciano Yancoris, nato nel 1974 a Santo Domingo, residente a Tromello
  • Juan Daniel Lopez, nato nel 1983 a Santo Domingo, residente a Terni
  • Victor Martinez, nato nel 1980 a Santo Domingo, residente a Pollenza
  • Filippo Riggio, nato nel 1979 a Mazzarino, residente a San Benedetto del Tronto
  • Fidencia Altagrazia Rojas Nunez, nata nel 1962 a Santo Domingo, residente a Recanati
  • Dario Sbaffoni, nato nel 1986 a Massa Marittima, residente ad Ascoli Piceno
  • Cristiane Angelina Soares De Souza, nata nel 1977 in Brasile, residente a Spoltore
Hanno ricevuto una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari:
  • Claudia Encarnacion Cabrera, nata nel 1980 a santo Domingo, domiciliata a San Benedetto del Tronto
  • Elvio Rafael Feliciano Ogando, nato nel 1985 a Santo Domingo, residente ad Alba Adriatica
  • Diego Ferri, nato nel 1970 a Chieti, ivi residente
  • Gianluca Ferrovecchio, nato nel 1979 a San Benedetto del Tronto, residente in Ascoli Piceno
  • Giuseppe Neri, nato nel 1982 ad Ascoli Piceno, ivi residente
  • Domenico Pellegrino, nato nel 1978 ad Erba, residente a Corropoli, domiciliato a Castelmarte
  • Yahaira Vasquez Jimenez, nata nel 1980 a santo Domingo, residente a Terni
Fonti: Questura di Ascoli Piceno, resto del carlino, repubblica

Arresto di Antonio Vollaro

Colpito duramente con 32 arresti il clan Vollaro nella sua roccaforte di Portici in una operazione compiuta dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, con la cooperazione di due plotoni dell'Esercito, su indicazione della DDA.

Tra gli arrestati spicca il nome di Antonio Vollaro, considerato l'attuale capo clan, dall'arresto del padre, Luigi 'o califfo Vollaro, fondatore del clan e condannato a due ergastoli.

Tra gli altri arrestati si segnalano anche quattro fratelli di Antonio Vollaro.

Il servizio di sky:


Altre fonti: ansa, corriere, repubblica

Operazione Plenum

Quindici ordinanze di arresto per individui considerati riconducibili alla famiglia Mazzei carcagnusi, questo il risultato dell'operazione Plenum che si pensa abbia inferto un duro colpo al clan che avrebbe tra i suoi principali interessi il racket delle estorsioni, le rapine, e il traffico e lo spaccio di droga a Catania e Siracusa.

Tra gli arrestati anche tre imprenditori accusati di aver riciclato i soldi sporchi provenienti dai Santapaola e dai Laudani, oltre che dai Mazzei.

Si era già visto, ad esempio con l'operazione Abisso 2, che Mazzei e Laudani, storicamente rivali, non disdegnano la collaborazione per specifici affari.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse per:
  • Angelo scirocco Privitera, 45 anni, indicato come reggente della famiglia Mazzei
  • Agatino Di Mauro, 50 anni
  • Carmelo Giusti, 44 anni
  • Alfio Maugeri, 50 anni
  • Francesco Severino, 32 anni
  • Carmelo Massimo Tomasello, 39 anni
  • Cosimo Tudisco, 35 anni
  • Rosario Vasta, 41 anni
  • Santo La Rosa, 44 anni, imprenditore
  • Angelo Copia, 48 anni, imprenditore
  • Antonino Copia, 47 anni, fratello di Angelo, imprenditore
Il provvedimento è stato notificato in carcere a:
  • Daniele Cannavò, 32 anni
  • Maurizio Miano, 34 anni
  • Pietro Nicolosi, 32 anni
  • Sergio Platania, 45 anni
Risulta indagato anche il collaboratore di giustizia Armando Raciti.

Fonti: sole24ore, sicilia informazioni

I Terracciano in Toscana

Un indagine delle Squadre Mobili di Firenze e Prato, che si é avvalsa anche della collaborazione di colleghi di Lucca, Perugia, Napoli, Milano, Genova e Terni, e della Guardia di Finanza di Prato e Lucca, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, partita dal 2003 si é concretizzata con il sequestro di beni per oltre 12 milioni di Euro e l'arresto di 8 persone. Diciotto sono indagati a piede libero, per tutti l'accusa è di associazione a delinquere di stampo camorristico.

Tra gli altri reati contestati ci sono l'esercizio abusivo di giochi, scommesse e di attività finanziarie, il gioco d'azzardo, lo sfruttamento della prostituzione e le estorsioni.

Al centro dell'indagine ci sarebbero i Terracciano, clan originario di Pollena Trocchia. Giacomo Terracciano, condannato in quanto affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, si sarebbe trasferito in Toscana sin dagli anni '80, e col tempo avrebbe ricostituito una struttura camorrista sul posto.

Usando gli ingenti capitali provenienti da attività illecite, ma ricorrendo anche alla violenza, i Terracciano si sarebbero appropriati di svariati locali notturni della Toscana.

L'organigramma della cosca comprenderebbe questi nomi:
  • Giacomo Terracciano, 57 anni, a capo del sodalizio
  • i suoi due figli, Francesco Terracciano, 34 anni, e Antonio Terracciano, 30 anni
  • Francesco Lo Ioco, 57 anni, considerato da lungo tempo vicino ai Terracciano
  • Carlo Terracciano, 60 anni, fratello di Giacomo
  • Jonah Ghiselli, 30 anni, considerato referente per Lucca e collegamento con i Saetta
  • Paolo Alberto Mancin, 51 anni
  • Giovanni Calvo, 55 anni
Fonti: Questura di Firenze, mattino, corriere, apcom

La prossima guerra di mafia

"Lombardia alla soglie di una guerra di mafia" titola Calabria Ora del 3 giugno.

Un articolo del suo direttore, Paolo Pollichieni, affronta il tema della possibile secessione delle componenti delle famiglie mafiose che, stabilitesi nella ricca Lombardia, hanno guadagnato sul campo sempre più indipendenza.

Viene citata parte della deposizione di Vittorio Foschini, collaboratore di giustizia considerato molto vicino al boss Franco Trovato, che avrebbe dichiarato che un boss di primo piano della 'ndrangheta (nome coperto da omissis) ha chiesto armi per difendere il suo territorio: cinque Kalashnikov, tre Uzi, tre Sig-Sauer. Erano armi richieste per prepararsi ad un possibile scontro con l'ala scissionista della 'ndrangheta operante al Nord. E si era nel 2002.

Si cita quindi un rapporto giudiziario che descriverebbe una struttura di tipo mafioso basata su modalità tipiche della 'ndrangheta ma basata in Lombardia, pur mantenendo ancora dei legami con le famiglie originarie di Reggio Calabria (De Stefano - Tegano) e Isola Capo Rizzuto (Arena - Colacchio).

Nell'articolo non si dice esplicitamente da dove arriva questo rapporto, ma dai nomi e dalle circostanze sembra si tratti degli atti relativi al processo nato in seguito alla operazione Oversize.

A capo di questa struttura ci sarebbe stato Rodolfo Bubba (nato ad Andali il 10 dicembre 1935) che avrebbe avuto il grado di vangelo o capobastone.

Il comitato direttivo (la "Maggiore") sarebbe stato composto da Angelo Sirianni (Petronà, 10 maggio 1955), Giuseppe Elia (Cerva, 14 aprile 1951), Carlo Mazzei (Petronà, 22 gennaio 1962), e Pierino Marchio (Cerva, 13 gennaio 1957).

Emiliano Trovato (Lecco, 27 aprile 1970), affiliato con grado di picciotto onorato, avrebbe gestito il denaro spettante alla famiglia Trovato con delega al commercio di cocaina e al mantenimento dei detenuti.

Il capo giovani sarebbe stato l'affiliato Francesco Prestia, fino al suo arresto nel 2001, al che gli sarebbe subentrato Salvatore Caligiuri (Lecco, 19 ottobre 1975)

Il picciotto di giornata sarebbe stato Massimiliano Costa (Lecco, 4 dicembre 1975)

Una stretta cerchia di affiliati vicini ad Angelo Sirianni sarebbero stati:
Federico Pettinato (Andali, 4 settembre 1964), sarebbe stato il suo braccio destro; Marco Malugani, che avrebbe avuto compiti esecutivi rispetto agli ordini del capo giovani; Filippo Bubbo (Petronà, 22 settembre 1954);

Antonio Bubbo, affiliato col grado di camorrista

Francesco Maiuolo, delegato allo spaccio di droga tra Lecco e Sondrio e al collegamento con affiliati residenti in Svizzera

Tommaso Scalzi (Cerva, 15 giugno 1969), picciotto onorato, addetto alla sicurezza di Franco Trovato, Carmine De Stefano, e Emiliano Trovato

Palmerino Rigillo (Marcedusa, 30 marzo 1950) e Giuseppe Gigliotti (Petronà, 22 novembre 1955), avrebbero agito sotto il controllo diretto del Tommaso Scalzi. Il Gigliotti, inoltre, sarebbe stato agli ordini diretti di Franco Trovato e si sarebbe relazionato con Federico Pettinato.

Raffaele Scalzi (Catanzaro, 9 giugno 1958), picciotto onorato, sarebbe stato il guardaspalle di Angelo Sirianni

Carmine Sirianni (Lecco, 15 febbraio 1977), picciotto che avrebbe gestito il traffico di stupefacenti agli ordini del Caligiuri.

Giuseppe Foriglio, gestore del bar Manzoni di Calolziocorte, che sarebbe stato luogo di ritrovo e spaccio dell'organizzazione.

Giacomo Trovato (Lecco, 1° febbraio 1977) e il cugino Emiliano Trovato (Lecco, 27 aprile 1970) avrebbero avuto tra l'altro funzioni di collegamento

Vincenzo Falzetta (Marcedusa, 7 ottobre 1961), ritenuto affiliato al locale di Petilia Policastro, che avrebbe riferimento in Franco Trovato, avrebbe gestito i locali Madison e Le Monde, con relativo spaccio di droga e avrebbe gestito col Rigillo altre iniziative, come Bio Solaire e Cafè Solaire (aperto nel 2005 a Soverato).

Viene citato quindi la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia in cui si indica Milano come nuova capitale della 'ndrangheta. Si cita Macrì, sostituto procuratore nazionale antimafia: "non ci sono più tanti satelliti che ruotano intorno a un unico sole, la 'ndrangheta di San Luca, ma una struttura federata, disposta a dialogare con la vecchia casa madre, ma non più a dipendere da essa"

Pare che sia destino che i centri direzionali mafiosi si spostino verso Milano, dato che lì sono i soldi. Si fa notare come Paolo Sergi e Antonio Piromalli siano stati arrestati a Milano da dove avrebbero diretto i loro traffici e curato le relazioni con il mondo politico e istituzionale.

La crisi economica sta aiutando le mafie, che hanno una forte liquidità, a entrare nel tessuto della società civile, che accetta capitali freschi, seppur di provenienza dubbia, al fine di permettere una riorganizzazione aziendale. Non considerando che i mafiosi possono accettare di fare il socio silenzioso solo in un primo tempo, chiedendo alla lunga conto della loro partecipazione economica.

'ndrangheta - secondo semestre 2008

E' stata pubblicata la relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre 2008.

Queste alcune delle considerazioni incluse nel testo a proposito della 'ndrangheta calabrese per quel periodo.

Si stima che in Calabria siano attivi 136 gruppi criminali per un totale di oltre 1500 affiliati. Alta é la conflittualità in questo contesto.

Si segnalano come casi eclatanti:
  • L'omicidio di Palmiro Macrì, ritenuto vicino alle famiglie Pesce e Cacciola di Rosarno, come ritorsione per il ferimento di un affiliato ai Bellocco.
  • L'omicidio di Saverio Arfuso, in cui é rimasto ferito il figlio minore.
  • L'omicidio di Salvatore Melara, in cui é restato gravemente ferito il figlio minore.
  • Le indagini compiute sull'omicidio di Salvatore 'u cinesi Cordì, avvenuto nel 2005, hanno permesso di evidenziare il contrasto tra i Cataldo e i Cordì.
Provincia di Reggio Calabria

La situazione é tranquilla, forse soprattutto perché i capi dei principali gruppi operanti sul territorio sono correntemente agli arresti.

Sembra che il cartello degli Alvaro-Piromalli, basato nella piana di Gioia Tauro, stia guadagnando potere.

Nella Locride tiene banco la sanguinosa faida tra i Pelle-Vottari e i Nirta-Strangio. Le altre principali famiglie sono: i Cordì e i Cataldo di Locri; Commisso e Costa di Siderno; Morabito, Palamara, Bruzzaniti di Africo; gli Aquino e gli Scali a Marina di Giojosa Ionica; gli Ursino e i Macrì a Giojosa Ionica.

Nella piana di Gioia Tauro la situazione é molto fluida, il porto catalizza le attenzioni delle famiglie locali dei Molè, Piromalli, Bellocco e Pesce. I Piromalli, che ora fanno cartello con gli Alvaro, erano precedentemente alleati dei Molè ma hanno cambiato alleanza proprio per ragioni legate alle attività criminali gestite nel porto.

I Molè hanno subito la crescita del potere dei Piromalli in modo evidente con l'omicidio di Rocco Molè, febbraio 2008, Antonio Princi, aprile, e di David Cambrea, maggio.

Altri eventi segnalati:
  • Ferimento di Pasquale Malvasi, luglio, a opera di ignoti
  • Ferimento di Giuseppe Vincenzo Gioffrè, nipote di Rocco 'u Ndolu/Massarazzu Gioffrè, capo dei Gioffrè di Seminara, novembre, a opera di ignoti
  • Omicidio di Salvatore Messina, dicembre, ritenuto vicino ai Pesce.
I principali arresti:
  • Ippolito Peppe Magnoli, luglio, in Spagna, personaggio di spicco dei Piromalli
  • Paolo Nirta, agosto, considerato reggente dei Nirta dopo la cattura del padre Giuseppe Nirta
  • Giuseppe Coluccio, agosto, in Canada, narcotrafficante, era tra i trenta più pericolosi latitanti
  • Francesco Ciccio Pakistan Pelle, settembre, in una clinica di Pavia
  • Antonio Pelle, ottobre, elemento ai vertici dei Pelle-Vottari
  • Domenico Morabito, ottobre, nipote di Giuseppe 'u tiradrittu Morabito
  • Giuseppe Nirta, novembre, ad Amsterdam, ai vertici dei Nirta di San Luca
  • Giuseppe De Stefano, dicembre, ai vertici dei De Stefano, figlio del più noto Paolo De Stefano, ucciso in un agguato di mafia nel 1985
  • Giuseppe Barbaro, dicembre, dei Barbaro
  • Pietro Criaco, dicembre, dei Morabito–Bruzzaniti–Palamara
Provincia di Catanzaro

Nel capoluogo operano i Costanzo-Di Bona, vicini agli Arena di Isola Capo Rizzuto

Nel lametino si dividono il territorio e gli affari gli Iannazzo, i Cerratorcasio-Gualtieri e i Giampà

Nella pre-Sila catanzarese sono attivi i Bubbo, i Carpino e gli Scumaci. Si nota pure una influenza dei Grande Aracri di Cutro

Nell'altopiano silano operano i Pane-Iazzolino di Sersale e i Ferrazzo di Mesoraca

Nel soveratese sono attivi i Sia, i Procopio-Lentini, i Gallacenovella, gli Iozzo-Chiefari e i Pilò. La grande tensione in questo compresorio é testimoniata dall'omicidio dei fratelli Giulio Cesare e Rosario Passafaro, considerati vicini ai Passafaro di Borgia e Roccelletta; i tentati omicidi dei due cugini omonimi Giuseppe Cossati; l'omicidio di Cosimo Ierinò.

Si segnalano inoltre:
  • l'omicidio di Bruno Cittadino, luglio, genero di un elemento di spicco dei Gualtieri di Lametia Terme, alleati dei Torcasio
  • l'omicidio di Luigi Rizzo, ottobre
  • l'omicidio di Roberto Amendola, novembre
Provincia di Cosenza

Sono due le principali organizzazioni criminali che agiscono in Cosenza città:
  • Il cartello Perna-Ruà si é evoluto in un nuovo soggetto avente come riferimento Ettore Lanzino (latitante) e Domenico Cicero (agli arresti)
  • I Bruni, che avrebbe attratto a sé il cartello Bevilacqua-Abruzzese
I Lanzino-Cicero operano anche sulla costa tirrenica, in combutta con i Carbone di San Lucido, i Gentile di Amantea, e il cartello Martello-Scofano-Ditto, contrapposto ai Serpa di Paola, a loro volta collegati ai Bruni di Cosenza.

I Serpa sono correntemente in crisi, anche a causa della defezione di due tra gli esponenti storici di questa famiglia che sono passati alla collaborazione con la giustizia. Gli omicidi di Antonello Larosa, ottobre, e di Stefano Mannarino, novembre, sarebbero in relazione con questo stato delle cose.

I Muto di Cetraro sono dominanti anche nei territori di Diamante, Belvedere e Scalea.

I Forastefano-Portoraro sono basati nella sibaritide

Provincia di Crotone

Nel capoluogo i Vrenna sono dominanti ma i papaniciari sono in continua crescita.

C'é una forte contrapposizione tra i Megna e i Russelli, culminata negli omicidi di Luca Megna e Giuseppe Cavallo dei Russelli.

In provincia dominano gli Arena-Nicoscia, basati a Isola Capo Rizzuto, i Grandi Aracri nel cutrese e i Farao-Marincola nel cirotano.

Provincia di Vibo Valentia

I Mancuso di Limbadi sono egemoni in questa provincia e hanno solidi legami con i Piromalli e i Pesce operanti nel reggino.

Altre organizzazioni operanti in zona: gli Anello di Filadelfia, i La Rosa di Tropea, i Mantino-Tripodi di Vibo Marina, i Fiarè di S. Gregorio, i Vallelunga di Serra S. Bruno, il locale di Mileto, i Bonavota di Stefanaconi, che hanno importanti proiezioni in Lazio, i Petrolo di S.Onofrio, i Cracolici-Manco e i Fiumara di Pizzo; i Gallace-Loielo delle Serre ed i Soriano di Filandari.

Investigazioni giudiziarie
  • Operazione Laundry: nata nel 2004 da una informativa DIA su un traffico di stupefacenti organizzato da famiglie calabresi e da esponenti del cartello camorristico dei casalesi. Un professionista milanese contribuiva al traffico e al riciclaggio dei proventi. L'operazione é scattata il 17 settembre, per evitare il rischio che indagati potessero sottrarsi alla cattura.
  • Operazione Terminator: nata nel 2003 per trovare riscontro ad alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia coinvolti nell'operazione Tamburo e per indagare gli omicidi di Marcello Calvano (agosto 99) e Vittorio Marchio (febbraio 01) che sono stati attribuiti a 14 soggetti ritenuti appartenere alla cosiddetta cosca degli zingari di Cosenza.
  • Operazione Ares: scattata il 5/6 settembre 2008, ha colpito i Piromalli-Molè
  • Operazione Saline: ha evidenziato la ricostituzione della 'ndrina Rugolo che ha ricompattato elementi provenienti dalla storica 'ndrina Mammoliti-Rugolo
La 'ndrangheta è sempre più presente fuori dalla Calabria, soprattutto nell’Italia centrale e settentrionale, in Europa, America e in Australia.

Il traffico di droga é il principale affare della 'ndrangheta:
  • L'operazione Alba e Tramonto, scattata il 1° luglio 2008, ha portato a 27 arresti di elementi delle famiglie Ierace-Petullà, Squillace, Ladini di Cinquefrondi e un componente della 'ndrina Nirta-Strangio di San Luca, ha evidenziato un traffico di stupefacenti tra la Calabria e la Puglia, il Piemonte, il Lazio e la Toscana.
  • Indagini dei carabinieri, che sono state finalizzate il 17 luglio con l'arresto di 7 persone tra Calabria, Campania e Liguria hanno rivelato una relazione tra gli Alvaro di Cosoleto e i camorristi napoletani dei Di Lauro che si occupavano di introdurre la droga in Italia.
  • L'operazione Black and White, scattata il 14 ottobre, ha mostrato come la 'ndrangheta gestisca anche la tratta delle donne, in particolare dalla Romania, che vengono indirizzate al mercato della prostituzione.
  • L'operazione Skoder della guardia di finanza, scattata il 31 ottobre, ha scoperto una complessa rete criminale organizzata dalla 'ndrangheta cosentina con connessioni con la criminalità albanese.
Numerose attività di polizia di altri Paesi hanno coinvolto la 'ndrangheta, data la sua dimensione globalizzata. Ad esempio, il 7 agosto la polizia federale australiana ha scoperto un traffico di ecstasy, effettuando il più grosso sequestro al mondo: 4,4 tonnellate. Appurate le connessioni con l'Italia, probabile la direzione dell'ndrangheta.

In Italia le infiltrazioni dell'ndrangheta nella società civile sono massicce.

A Roma, e nel Lazio in genere, la 'ndrangheta si infiltra negli appalti edili, acquisisce quote societarie di bar, ristoranti e rivendite di tabacchi. Le 'ndrine interessate sono gli Alvaro, i Palamara, i Bonavota, i Fiaré.
Numerosi fatti dimostrano la presenza della 'ndrangheta in Lazio, tra cui l'omicidio di Domenico Marsetti, 32 anni, avvenuto il 1° ottobre a San Cesareo, probabilmente per vendicare l'omicidio di Domenico Cutrì, genero del boss Carmine Alvaro, avvenuto solo pochi giorni prima a Sinopoli.

A Milano e in tutta la Lombardia la 'ndrangheta é ben stabilita. Le 'ndrine entrano in competizione per diversi affari, e le frizioni portano a omicidi come quello del 27 marzo a Verano Brianza di Rocco Cristello, coinvolto nelle operazioni Blister e Replay; del 14 luglio a San Vittore Olona di Carmelo Novella e del 27 settembre a San Giorgio di Legnano di Aloisio Cataldo, dei Farao-Marincola e genero del boss Giuseppe Farao.
L'operazione Metallica l'8 luglio ha portato all'arresto di 24 persone, il 10 luglio il GICO di Milano, ha eseguito altri 8 arresti nell'ambito dell'operazione Cerberus che ha colpito una struttura mafiosa che controllava la movimentazione terra nel sud ovest milanese.
Il 1° agosto é stata emessa la sentenza di condanna con rito abbreviato per 14 persone coinvolte in un traffico di stupefacenti all'interno dell'ortomercato di Milano. Coinvolto il cartello dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti.
In ottobre l'operazione Antlia dei carabinieri di Bergamo ha colpito una associazione a delinquere che trafficava in droga ottenuta dalla 'ndrangheta.

In Piemonte i Marando-Agresta-Trimboli starebbero riaffermandosi sul territorio, soprattutto nel nord ovest torinese, soprattutto a Volpiano, Leinì, Chivasso, San Benigno Canavese e Settimo Torinese.

In Liguria si nota una saldatura tra criminali operanti sul territorio e criminali di stanza in Francia.

In Veneto aumenta l'influenza della 'ndrangheta, come rivelato dall'operazione Golden Smart, in collegamento con la malavita locale. I ROS dei carabinieri, in collaborazione con la DEA e l'FBI, hanno partecipato all'arresto di oltre 250 persone coinvolte in un traffico internazionale di stupefacenti. Il traffico sarebbe stato organizzato dalla 'ndrangheta, con contatti diretti con i cartelli di narcotrafficanti latinoamericani. Affiliati agli Aquino-Coluccio e agli Schirippa avrebbero avuto una posizione rilevante nella struttura.

Verificata la presenza della 'ndrangheta in Emilia Romagna dove si sono stabiliti personaggi legati agli Arena e ai Grande Aracri. Il 28 ottobre la guardia di finanza di Rimini ha colpito un vasto traffico di droga con l'operazione Dominus.

Illazioni su Benedetto Letizia

Su la Voce delle Voci di giugno c'é un articolo che vale la pena di leggere anche se, almeno per il momento, sembra che i riscontri oggettivi siano piuttosto carenti.

Si sostiene infatti che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli stia indagando sui possibili collegamenti tra Benedetto Letizia e i Letizia (Armando, Giovanni e Franco) legati a Giuseppe Setola dei casalesi e quindi che fanno riferimento ai Bidognetti, alleati agli Amato-Pagano, noti anche come gli scissionisti di Scampia del recentemente arrestato Raffaele Amato.

Benedetto Elio Letizia é balzato alle cronache di recente, in quanto padre di Noemi Letizia, e quindi per la sua presunta relazione con il presidente del Consiglio corrente, Silvio Berlusconi.

L'ipotesi sollevata dall'articolo sarebbe quella che Benedetto Letizia potrebbe essere in contatto con i Letizia dei casalesi e che il legame con il presidente del Consiglio sarebbe da leggere in funzione di una manifestazione di un rapporto di forza dei casalesi.

La strage di Castelvolturno, che si suppone sia stata organizzata da Giuseppe Setola per riaffermare il suo predominio sulla zona, e che si dice sia stata compiuta da un gruppo di fuoco comprendente Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, viene presa come punto di partenza per una nuova fase nella lotta alla camorra da parte dello Stato.

La strage avviene il 19 settembre scorso, gli arresti dei tre sopra indicati avviene nel giro di pochi giorni. A gennaio viene arrestato Giuseppe Setola e la moglie Stefania Martinelli. A marzo arrivano gli arresti di numerosi uomini legati ai Letizia, tra cui Vincenzo 'o schizzato Letizia, 33 anni. Ad aprile viene arrestato Armando Letizia, 56 anni, che si crede sia un elemento di spicco del clan, zio di Giovanni e padre di Franco Letizia, che sarà a sua volta arrestato a maggio.

Inoltre il 29 aprile viene arrestato Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco cicciotto 'e mezzanotte Bidognetti, al 41 bis.

Solo tre giorni prima, l'apparizione del presidente del consiglio a Casoria, per la festa del compleanno di Noemi Letizia.

Sembra dunque che l'articolo voglia suggerire la possibilità che la partecipazione del presidente del consiglio alla festa sia da leggere come un segnale. Segnale camorrista, quindi difficile da interpretare per chi sia fuori da quel mondo. Perché, anche se questo fosse davvero il caso, resterebbe comunque da capire il suo senso. Voleva forse essere un segnale interno ai casalesi? O un messaggio dai casalesi allo Stato?

Si fa notare come Silvio Berlusconi abbia più volte annunciato di avere una spiegazione esemplare per la sua vicinanza a Noemi Letizia, dichiarando che sarà "un boomerang tale che si vergogneranno, e perderanno consenso e stima degli elettori", il fatto é che non é stata ancora data, mentre se si voleva avere un effetto elettorale dalla vicenda avrebbe avuto senso darla prima delle elezioni europee.

Fonte: la voce delle voci

Omicidio dei Raccioppoli

Pasquale Iorio Raccioppoli, detto Pasqualuccio 'o curto, 55 anni, e suo cognato Crescenzo Raccioppoli, 52 anni, sono stati uccisi a colpi di kalashnikov.

Pasquale Iorio Raccioppoli, già affiliato al clan Egizio capeggiato da Carmine Alfieri, sembrava che fosse fuori dai giri camorristici, ma si aspettava evidentemente qualcosa del genere, visto che girava con scorta e auto blindata.

Al vaglio degli inquirenti la sua parentela con Domenico Pelliccia, discusso imprenditore locale.

Fonti: ansa, rainews24, agi

Arresto di Marcello Di Domenico

Arrestato Marcello Di Domenico, 46 anni, ritenuto a capo del clan Di Domenico, che sarebbe alleato ai Moccia, e contrapposto ai Russo.

Considerato tra i 100 latitanti più pericolosi d'Italia, è stato trovato in un campeggio di Paestum. Pare che il boss non avesse voluto rinunciare ad una vacanza al mare con la famiglia nonostante il rischio di venir identificato.

Fonti: repubblica, apcom, ansa

Operazione Eos - aggiornamenti

Per Agostino Pizzuto, Vincenzo Troia e Carmelo Militano, coinvolti nell'operazione eos, é stato applicato il 41 bis, in quanto ritenuti dalla DDA di Palermo pericolosi e in grado di influenzare dal carcere il proseguio delle indagini

Fonte: agi

Arresto di Gaetano Ferone

La polizia romena, in collaborazione con l'ufficio di collegamento interpol italiano locale, ha arrestato Gaetano Ferone, 51 anni, considerato legato ai casalesi.

Il Ferone avrebbe riciclato ingenti somme di denaro per il gruppo camorrista di riferimento.

Già Francesco Cicciariello Schiavone, cugino dell'omonimo Sandokan, tra i capi dei casalesi, fu arrestato nel 2004 in Romania, che si confermebbe quindi Paese molto praticato da questa organizzazione delinquenziale.

Fonti: mattino, caserta sette

Operazione Gorgia - sviluppi

Un sequestro da un milione di Euro, in beni immobili, società e rapporti bancari ha colpito principalmente Angelo Caruso, 39 anni, e Raffaele Randone, 34 anni, arrestati nell'ambito dell'operazione Gorgia del 2005 e ritenuti esponenti di spicco dei Nardo di Lentini (nel siracusano).

I Nardo, alleati dei Santapaola, sono coinvolti nella faida di Francofonte che li vede contrapposti alla famiglia dei Di Salvo che sarebbe capeggiata da Biagio Campailla.

Il totale dei sequestri compiuti nei confronti dei Nardo sale, con questa iniziativa, a 15 milioni.

Fonti: ansa, agi, sicilia informazioni, prima press

Condanna dei Tamburello

Padre e figlio condannati per associazione mafiosa dal tribunale di Marsala in quanto appartenenti alla famiglia di Mazara del Vallo:
  • Salvatore 'u puzzaru Tamburello, 77 anni, 3 anni di carcere
  • Matteo Tamburello, 46 anni, 9 anni e 4 mesi
Salvatore Tamburello sarebbe stato vice capo del suo mandamento e, benché detenuto, avrebbe continuato a comandare, grazie all'opera del figlio.

Fonti: ansa, sicilia informazioni

Operazione Eos - intercettazioni

In una conversazione intercettata il 4 novembre 2007 Letterio Ruvolo avrebbe ordinato ad Antonino Caruso di non nominare mai il nome di Marcello Dell'Utri.

I due esponenti della famiglia dell'Arenella, arrestati nel corso dell'operazione eos, stavano parlando di affari e politica.

La procura generale ha ricevuto la registrazione indicata dalla DDA palermitana in quanto pertinente al processo d'appello al Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Fonti: messaggero, ansa, siciliainformazioni

Operazione Benny

Un ordinanza di custodia cautelare in carcere per Benedetto Benny Valenza, 47 anni, e tre di restrizione ai domiciliari per Salvatore Lo Bello, Salvatore Timpa e Francesco Romano, il sequestro di cinque impianti e una società di trasporti, questi i risultati dell'operazione Benny, svolta dai carabinieri di Monreale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (DDA), che ha preso il nome dal soprannome del principale indagato.

L'accusa é quella di contiguità alla mafia e l'uso di calcestruzzo depotenziato, ovvero di qualità inferiore rispetto agli standard di legge.

Il Valenza, che sarebbe figlio e nipote di esponenti mafiosi del mandamento di Partinico - Borgetto collegati ai tempi al fu boss Gaetano don Tano Badalamenti, sarebbe stato segnalato in passato per la sua vicinanza ai Vitale Fardazza, famiglia mafiosa di Partinico considerata emergente. Questa sua contiguità gli sarebbe costata il sequestro nel 2001 di appezzamenti di terreno, di 5 imprese tra cui la Calcestruzzi del Golfo di Borgetto, e altro.

Col passare degli anni, il Valenza avrebbe ricostituito la sua influenza nel ramo, risultando correntemente monopolista nella sua zona, anche grazie all'uso di prestanome.

L'uso di calcestruzzo diluito avrebbe compromesso la stabilità di numerose opere realizzate dalle ditte del Valenza, perciò il GIP ha disposto il sequestro del costruendo commissariato di polizia di Castelvetrano, che sarebbe risultato non rispondente alle specifiche di legge.

Ora si passerà a controllare la qualità dei lavori eseguiti nel corso di altri appalti, come i lavori per gli aeroporti di Trapani Birgi e Palermo Punta Raisi, per il porto turistico di Balestrate, per l'area industriale di Partinico e per il lungomare di Mazara del Vallo.

Fonti: ansa, agi, messaggero, repubblica, la sicilia

Guerra di mafia per Expo 2015

I clan della 'ndrangheta stabilitisi nel nord Italia, penserebbero di essere abbastanza forti da potersi svincolare dal controllo delle 'ndrine originarie calabresi.

"Ci sono sodalizi criminali operanti al Nord che rivendicano una propria autonomia operativa, entrando sempre più in conflitto con gli originari clan di 'ndrangheta calabresi"

"Non ci sono più tanti satelliti che ruotano attorno a un unico sole, la 'ndrangheta di San Luca, ma una struttura federata disposta a dialogare con la casa madre, ma non più a condividere con essa i profitti"

Fonte: reuters

Sequestro di droga a Scampia

Sarebbero undici i fermati nel corso di una operazione dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, su disposizione della DDA di Napoli, con l'imputazione di associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di droga, aggravata dai metodi camorristi, in quanto avrebbero agito per conto degli Amato-Pagano, noti anche come gli scissionisti di Scampia.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati ingenti quantitativi di svariati tipi di droga, tra cui cocaina, eroina, lidocaina, kobret, ecstasy.

Si sarebbe evidenziato un legame tra gli Amato-Pagano e un clan di nigeriani basato a Castelvolturno.

Fonti: sole24ore, ansa, asca

Domiciliari a Giacomo Maurizio Ieni

A Giacomo Maurizio Nuccio Ieni, 52 anni, presunto boss della famiglia catanese dei Pillera, precedentemente al 41bis, sono stati concessi gli arresti domiciliari, in considerazione di una sua presunta forte depressione.

La decisione é stata contestata dalla Procura di Catania, in ragione della "pericolosità sociale del soggetto" e della supposta compatibilità dello stato di salute dello Ieni "con la detenzione in un centro medico, così come si trovava ristretto".

Fonti: repubblica, agi

Operazione Urania

I casalesi sono stati colpiti nel portafoglio da questa operazione della DIA napoletana che ha portato al sequestro di beni per un valore stimato superiore ai 10 milioni di Euro.

I beni sarebbero stati nella disponibilità di Michele capastorta Zagaria, latitante, e di Francesco Cicciotto 'e mezzanotte Bidognetti, detenuto 41bis. A quanto pare solo Antonio 'o ninno Iovine, tra i presunti capi dei casalesi, sarebbe uscito incolume da questa operazione.

Dall'analisi fatta dalla DIA nel corso di questa operazione sembrerebbe che, almeno per quanto riguarda la gestione dei capitali, lo Zagaria e i Bidognetti agiscano di comune accordo.

Fonti: repubblica, caserta7

Montenegro Connection

Mercoledì 3 giugno comincia presso la Procura di Bari l'udienza preliminare del processo "Montenegro Connection" sul gigantesco traffico di tabacco che coinvolge Montenegro, camorra e Sacra Corona Unita.

Ogni mese un miliardo di sigarette sarebbero passate illegalmente tra il Montenegro e la Puglia. I proventi di questo traffico, stimato in un miliardo di dollari, venivano riciclati nelle banche svizzere per conto delle mafie italiane. Questo filone dell'indagine, denominata Operazione Montecristo, é sfociata in un processo iniziato ad aprile a Bellinzona, di cui é prevista la conclusione per fine giugno.

Quattordici gli indagati per cui la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio, tra questi brilla per la sua assenza il principale indiziato Milo Djukanovic, rieletto primo ministro del Montenegro nel marzo 2009 e quindi protetto dall'immunità diplomatica.

Fonte: espresso, public integrity

Arresto di Nicola Ucciero

Arrestato a Modena, grazie ad una operazione in collaborazione tra la Squadra Mobile di Caserta, il commissariato di Castelvolturno e la polizia modenese, Nicola Ucciero, 51 anni, ritenuto vicino ai casalesi.

L'Ucciero era ricercato perché doveva scontare una condanna per ricettazione e falso. E' stato rintracciato nel corso di indagini sulle attività dei casalesi in provincia di Modena.

Fonti: ansa, resto del carlino, eco di caserta

Operazione Lacks

Scoperta una organizzazione dedita al traffico dell'immigrazione clandestina, undici gli indagati nella locride con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ingresso e permanenza illegale di extracomunitari in Italia a fini di lucro.

Il nome dell'operazione, lacks, si riferisce al termine gergale indiano usato per indicare la somma di centomila rupie. I trafficanti ne avrebbero chiesti tra i sette e i dieci di lacks per portare una persona in Italia.

Il traffico partiva dall'India, dallo stato del Punjab, per arrivare in Calabria, dove i clandestini venivano fatti lavorare in nero, nell'edilizia o nell'agricoltura, con la promessa di una futura regolarizzazione che non arrivava mai, presso imprenditori compiacenti, spesso vicini alle 'ndrine di San Luca e Platì.

L'organizzazione sarebbe stata retta da:
  • Sarvjeet Singh, 26 anni
  • Mariangela Calabria, 23 anni
  • Surjeet Singh, 36 anni
  • Malkit Singh, 28 anni
  • Giuseppe Giainis, 51 anni
che hanno ricevuto una ordinanza restrittiva in carcere

Agli arresti domiciliari sono stati destinati invece:
  • Vincenzo Pedulla', 43 anni
  • Leonardo Bolognino, 44 anni
  • Francesco Nirta, 25 anni
  • Davide Perri, 27 anni
  • Domenico Zappia, 35 anni
  • Antonio Andrea Scarano, 69 anni
Intervista al Maggiore dei Carabinieri Ciro Niglio, a commento dell'operazione:


Fonti: asca, sole24ore, melitoonline, apcom

Arresto di Argentiero e Capasso

Non é stato semplice quanto ci si potrebbe aspettare arrestare Antonio Argentiero, 36 anni, e Pasquale Capasso, 41 anni, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli uomini del commissariato di Afragola si sono dovuti confrontare con una folla che ha cercato di impedire l'arresto dei due spacciatori. Una donna ha addirittura ridotto in frantumi il lunotto della vettura di servizio colpendolo con una mazza.

I due arrestandi hanno cercato di sfruttare la situazione ma questo ha solo portato ad estendere le accuse a loro carico con danneggiamento aggravato, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, in concorso con altre persone da identificare.

Fonti: Polizia di Stato, mattino, quotidiano

Arresto di Franco Cortese

Era stato ferito nel corso di un agguato di stampo camorrista solo poche settimane fa, ora viene arrestato con l'accusa di tentata estorsione aggravata.

Franco Cortese, 22 anni, nipote di Antonio Tonino Carusone Bruno, indicato come capozona dei Belforte Mazzacane, é stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta in seguito alle indagini compiute su una serie di attentati compiuti a San Nicola la Strada e San Marco Evangelista contro alcuni esercizi commerciali.

Fonti: corriere, mezzogiorno, eco di caserta

Omicidio di Gaetano Di Gioia

Non é ancora chiaro se l'azione sia da ritenersi un regolamento di conti interno al clan Falanga o rappresenti l'attacco da parte di altre famiglie camorriste operanti su Torre del Greco.

La situazione locale appare infatti complessa. Sembrava che i clan rivali dei Falanga e dei Gargiulo, avessero stabilito una tregua che é durata per due anni. Eugenio Gegé Gargiulo, capo storico dei Gargiulo é diventato collaboratore di giustizia, causando notevoli danni alla struttura del suo ex-clan, che ora però sembra essere tornato alla antica potenza, grazie anche all'alleanza tattica con gli Ascione di Ercolano e con i Gallo e i Gionta di Torre Annunziata.

Pare che possa essere stato un diverbio riguardante la gestione di un carico di stupefacenti a causare la rottura degli equilibri esistenti.

Gaetano 'o tappo / 'o curto Di Gioia, 54 anni, ritenuto il reggente dei Falanga il cui boss Giuseppe Peppe 'o struscio Falanga - correntemente agli arresti in carcere - era suo cognato, é stato colpito da numerosi colpi di pistola mentre era a bordo della sua auto insieme al figlio Isidoro, 27 anni, rimasto gravemente ferito.

Fonti: ansa, repubblica, tempo